Tommaso Campanella, Del senso delle cose, p. 163
LIBRO IV
CAPITOLO 1
Della magia in commune, e sua divisione
Magi s’appellaro gli antichi savii dell’Oriente, in particolare i Persiani,
che investigavano le cose occulte di Dio e della natura, sua
arte, e poi operavano cose maravigliose applicandole all’uso umano,
come scrive sant’Agostino. Ma oggi è si avvilito questo nome
che solo a’ superstiziosi amici de’ demonii si dona, perché la gente,
fastidita di investigare le cose, ha cercato per breve strada dalli
demonii quel che non ponno dare e fingono di potere. Così l’astrologia,
maneggiata da imperiti, è venuta in abbominio; anzi li
profeti oggi si chiamano barbanti e sciagurati dallo sciocco volgo.
Si è forzato nondimeno il Porta studiosissimo di revocar questa
scienza, ma solo istoricamente, senza render causa; lo studio
d’Imperato può esser base in parte di ritrovarla.