Tommaso Campanella, Ateismo trionfato, p. 76
Ragionamento in sacra estasi sagacissimo della
vita presente e futura, delli superi et inferi, e
le cagioni provate di quel che fu, è
e sarà di noi e del Mondo.
Cap. VIII
Attentamente poi contemplando andai in sacra estasi e viddi
il mondo quasi infinito tutto sottilissimo e purissimo, in cui
erano lucenti magioni quasi senza numero sparse, vive, efficaci,
rotonde, belle a maraviglia, chiamate stelle, e tutte mobili
a diverse fogge trascorrenti per laudar il creatore, et esequir le
sue comandamenta. E questa esser la felicità loro, farsi simili
a lui obediendo, e ricevendo luce e vita, amore, senno e possanza
dal primo ente in tutti gl’enti intrinseco, et in cui tutti
costano, si moveno, vivono e sono chi più, chi manco
nobile, secondo più in uno che in un altro Dio manifesta la
sua gloria.
Fra tante candide e lucenti magioni rotonde, piene di spiriti
lieti e gloriosi, vidi una picciola magion negra, oscura, non
perfettamente tonda, malinconica, brutta, che sempre manda
vapore e fumo ad infettar lo spatio celeste, e questa è la terra,
come un neo in mezzo del bel volto del mondo.
Onde argumentai dicendo: O potentissimo, sapientissimo
et amorosissimo Dio, come hai lasciato fra tante belle stanze
questa così brutta nel mezo? Perché non l’hai purgata e rischiarata
come l’altre stelle? Non conviene alla tua nobile scienza
e valore e bontà permettere tra gli effetti tuoi buoni e giocondi,
che son tua pompa, honore e laude, che vi stia questa
bruttezza con poco honor tuo. E così dicendo mi morsi la
lingua, pensando che biastemavo, et ecco la secreta Intelligenza
mi rispose:
Qui puoi conoscere, o tu che ami sapere, come l’Altissimo
non per ignoranza, né per impotenza, né per malvagità lasciò