Tommaso Campanella, Epilogo magno, p. 188

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luogo, base dell’essere, dove il bel lavoro, cioè il Mondo,
siede: il quale se noi ce imaginiamo non esserci, resta a
dire che ci rimanga un spatio vacante di lui. Dunque
il luogo è una sostanza e stanza e capacità immobile et
incorporea, atta a ricevere ogni corpo; et per questo è
firmamento lungo largo et profondo incorporalmente,
acciò che li corpi longhi larghi et profondi
senza penetratione corporale capire possa, ai quali tutti
è simile et proportionato. Per il qual fine vuole Dio che
non fusse a gli enti contrario, né a sé stesso, ma tutto
simile. Dunque il destro, il sinistro, l’alto, il basso, sotto,
sopra, dietro, avanti sono voci date da noi alla diversità
de corpi locati, non di esso luogo. Né va suso il fuoco
perché fugga il luogo basso, ma la nemica terra. Et ogni
corpo si muove da un luogo ad un altro, perché cercha
il simile o fuge e perseguita il contrario, et in movendosi
penetra corporalmente il luogo et è penetrato dal luogo
incorporalmente: in quanto è il luogo sostegno d'esser corporale
tutto e non della sola circonferenza, la
quale alla superficie degli altri corpi si termina, ma non
al luogo, se non in quanto egli a gli uni et a gli altri sottostà

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