Tommaso Campanella, Epilogo magno, p. 208

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nell’opposta è giorno o inverno. Et in altri paesi, com'è
sotto l’equinottiali, sempre hanno dodici hore di giorno et
dodici di notte, perché la circonferenza della vista loro,
che si chiama orizonte, si termina nelli due poli, stando elli
nel mezzo della terra, che sottostà al mezzo del
cielo. In alcuni altri paesi hanno li giorni et le notti sempre
varie, ché, secondo declinano dall’equinottiali verso i poli,
sempre crescono et mancano secondo la lontananza et
vicinità del sole et obliquità de loro orizonti, finché s'arriva
sotto i poli, dove sono sei mesi di giorno et sei di notte.
Perché il sole sei mesi sta da quella parte dell’equinottiali,
tre per arrivare al tropico e tre per tornare all’equinottiali,
sempre il veggono di sopra l’orizonte loro, havendo eglino
l’equinottiali per orizonte. Et così quelli dell’altro polo:
che si dice Antartico, opposto al nostro detto Artico, il
quale per haver più stelle lucenti si può chiamar destro
del Mondo, et l’opposto sinistro. Il che non può
convenire al levante et al ponente, sendo il medesimo punto
verticale d'ogni paese levante et ponente et meriggie a gli
altri paesi et a sé riferito. Disse il Senno, che tutta
la terra s'habitasse. Però sotto l’equinottiali sono le
stanze felici alle cose temperate, come gli huomini, per
l’equalità del giorno e della notte perpetuamente. Ma
sotto i tropici, perché il sole arriva e torna da loro et

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