Tommaso Campanella, Epilogo magno, p. 245

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mio sapere dipendente. Percioché caminando il sole sempre
attorno per necessità della sua natura, in cui movendosi
si conserva, non potrà imprimer sé tutto in terra,
ma in parte del caldo; il qual credendosi far un altro sole
s'appiglia dentro la terra, el freddo sopragiungerà et farà
che resti, credendosi di distruggerlo, ma più l’unirà. Onde
avverrà che quello diventi semenza di piante et di pietre
e dell’altre cose, et che la terra sia madre, che 'l dì si cavalchi
et la notte concipe, et che in ogni punto di terra diversi
enti si concepiscano. Perché il sole orientale la scalda in
ciascuna parte in un modo, sì che ogni granello di terra
obliquamente scalda la mattina, et le parti orientali più;
venendo poscia il sole al meriggio, scalda più quelle di mezo,
et meno l’orientali guardandole con altra attione
trasmutante la prima, et più l’occidentali. Onde si
viene a variar la prima attione et la virtù, et l’ente che
ha da nascere et le parti sue. Et così arrivando in occidente,
in altri modi spande i raggi in dette parti del quadro terrestre,
anzi in un punto li diversifica, e 'l freddo della notte
li contrasta con più varietà. Et questo fa il sole in ogni
punto di cielo: onde ogni grado - che sono infiniti - accrescendo
e scemando, fa diversità grande nelle sue parti;

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