Tommaso Campanella, Epilogo magno, p. 267

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a noi, né il bassare, sendo ei tondo equalmente, nel qual modo si sta
pjù bassa sotto l’horizonte. Poi dove dicono che si alza il mare
arrivano. Dunque etc.
b. Aristotele falsamente scrisse che il mare alzi et abassi l’angustia
che li dà la terra, poiché egli non è come bilancia, secondo
egli dice, essendo l’acque fusibili e non dure come il traverso di
quella, e la terra non stringe stando sempre a un modo, come né
anche il vaso. Né perché sagliono e calono dell’isole, poiché dentro
un lago postovi scogli ciò non ponno fare. Dunque per il vapore etc.]
[DISCORSO TERZO]
Delle acque piovane.
Da i mari e dalla terra e da tutte le cose sopra quella
generate il calor tira vapori in aere di più sorti, sottili,
grossi, puri et impuri, i quali sono materia di
quanto si fa in questo basso cielo. Però essendo vapori
grossetti, se quivi sono da venti contrarij spessati et da sé
medesimi et dal freddo ristretti o dall’angustia del luogo,
in acqua piovana si convertono. La quale è fumo condensato
impotente a sostenersi da sé: laonde cade et ristora

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