Tommaso Campanella, Epilogo magno, p. 283

Precedente Successiva

rotolare et poi levarsi; ma quando sono vehementi, tali
glomeri di venti in mare alzano le navi in alto, come
Cariddi l’inghiotte a basso per consimil causa.
[AVERTIMENTI.
a. l’etesie non si fanno dopo il mereggio estivo, come disse
Aristotele, perché le nevi delle montagne si liquefanno e svaprano
vento, poiché ne' lidi d'Affrica et in tutti i mari si fanno l’etesie
e spirano da luoghi onde non sia nieve.
b. Pure per il ritorno che fa l’Oceano Atlantico dal Golfo di
Messico spirano Ponenti verso noi, e nascono ancora ne paesi vicini.
c. Si parla de venti che spirano secondo la larghezza della
terra a Poli, et a Tropici non.
d. Il ventaglio non genera fresco, ma adduce l’aere,
che pare a noi fresco havendosi scacciato quello che tocco da
noi si facea caldo; e per l’impeto entrando l’aere nuovo a pori più
caldi di lui induce senso di fresco, quantunque fresco strano non
havesse. Perché il men caldo al più caldo par fresco, come al febricitante
il nostro tatto caldo.]
[DISCORSO DECIMOPRIMO]
De i terremoti.
Generandosi i vapori a dovitia nelle caverne della
terra et volendo uscir in luogo spatioso, fanno impeto ad
essa terra soda sin a tanto che trovano essito. Onde

Precedente Successiva

Schede storico-bibliografiche