Tommaso Campanella, Epilogo magno, p. 313

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calore dell’estate accelera l’essito al natio spirito et disecca
le frali parti d'esse et apre la via alla virtù loro. Per
questo tali herbe non crescono troppo, et non vivono più
che un anno o mezzo, et s'affrettano far la semenza, sendo
vicine a morte, come il frumento l’avena la canna et simili
fanno. Si generano elle tutte di calor moderato; perciò
la primavera, quando il sol blando caldo alla terra spande
et l’impregna, elleno spuntano suso, et così ancho
l’autunno; ma quelle della primavera crescono perché succede
l’estate, che col suo caldo l’aita a crescere et semenzare,
ma queste no, ché succede il freddo et riduce il caldo nelle
radici et l’ammazza. Seben ve ne sono piante che han le
radici dense et gagliarde, che si difendono sole senza tronco
et poi germogliano la primavera, come i finocchi et i cardi.
Altre piante sono forate, ma piene di medolla, come il sambuco,
e questo vive più che tre o quattro anni e non semenza
subito: imperoché nasce di materia più densa et
copiosa et di spirito più abondante, siché venendo il calor
estivo non lo penetra in tutto a disseccarlo, ma
gli fa mancar l’augumento, tirando fuora a sé converso
in fumo il più delicato suo, che si trasmutava in sostanza
d'esso; onde avviene che resti di crescere. Ma perde nell’autunno
poi le foglie, perché il freddo viene nell’aria et
lo trova sfiatato. Onde il calore alle radici per semenza
del nuovo anno fu bisogno che rivocasse, per consiglio del

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