Tommaso Campanella, Epilogo magno, p. 327

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interno, ossa per sostentar la statua, carne per difenderla,
nervi et ligamenti per contenerla et moverla, e forami per
attenuarla, si fece esso spirito di dentro. E perché è nato
dentro le cose nemiche et amiche atte a nutrirlo et conservarlo
et a distruggerlo et a maltrattarlo, fu esso spirito
ben sottile, atto a movere et sentire et patir ogni cosa
per la sua sottilezza movibile et passibile; et venìa toccando
le cose, da quelle molestato s'eran nemiche, et s'erano
amiche ne venìa conservato. I1 Senno, che per la necessità
insegnava lui l’arte di tal fabrica, l’ammaestrò che facesse
gli occhi et l’orecchie, dove non esse cose, ma
la luce o l’aria affetta di quelle da lontano moventi
percepesse, et conoscesse l’utile e 'l dannoso. Et perché
dalla cosa all’animale non solo vien la luce e 'l moto, ma
anchora la sottilezza che da tutti spira, sendo tutti caldi,
et si dice odore; et poi ne viene il caldo e 'l freddo intrinseco
et estrinseco alle cose, che ritien nome di sapore, et bisognava
abboccarlo con la mole per sentirlo, li fece anchora
far il naso et la lingua, per cui conoscesse l’interna sostanza
essalante o permanente. E tante vie et instrumenti di
conoscere si formò lo spirito quante sono le cose sensibili
dall’oggetto pervenienti a communicarsi alla potenza

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