Tommaso Campanella, Epilogo magno, p. 347

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sangue per un buco in cui sta una membranella pendente,
et poi stringendosi trasmanda il sangue per un'arteria
venale più in suso, et si chiude il primo buco da quella membranella
aperto nella dilatatione, et s'apre un altro, a cui soprastà
un'altra membranella forzata a cedere dallo stretto
e risalante sangue in suso. Del medesimo modo esce il sangue
del ventricello sinistro per forami occulti, et entra nel
destro nello allargamento del cuore, e nello stringimento
entra nell’arteria magna quivi inserta, et se ne va
per tutto il corpo, sendo questa sparsa per tutto il corpo,
come la vena cava. Dal fiato che viene al cuore tal
sangue diventa spiritoso assai: onde dalla maggior parte
in spirito conversa nutrica la diversità delli spiriti habitanti
nella testa. Correndo il sangue spiritale nell’arteria al
ventricello mezzano del cerebro, entra in un intrigo fatto
dalli rami dell’arteria a modo di reti, et quivi battuto et
più cotto dall’università delli spiriti diventa puro come essi
sono: i quali, augumentati, caminando per li nervi vene
arterie et fibre, avvivano tutto il corpo loro instrumento
di vita. Sudando poi dalle vene e dall’arterie, il sangue
restò sopra l’ossa et nervi et altri vasi. Separandosi

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