Tommaso Campanella, Epilogo magno, p. 352

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derivano le costate per chiudere il petto, et più in giù
s'ingrossano cinque in luogo de i lombi, et sei che fanno
l’osso sacro, et quattro la codatica. Et dal mezzo
di queste usciro l’ossa larghe con l’incavature, onde si
derivano i femori, et da questi le tibie; onde ventisei ossa
per banda fanno il piede. E dalla testa si originano sette
para di nervi, et la medolla della spina: la quale, per
ogni vertebra uscendo, manda un paio di nervi serventi a
ligare il corpo insieme et a moverlo. Et da ogni fine di
giuntura si derivano le ligamenta sopra l’ossa dell’altra
giuntura, dove s'innestano dentro alcune pertugia con consiglio
del Senno preparate a loro. Et questi legami, pieni
di carne per non divenir aridi et di vene per nutricarsi
et d'arterie per avvivarsi et nervi per moversi,
quando si stringono dispiegano la parte della giuntura in
cui sono innestati, et quando si dilatano la piegano verso
detta giuntura: et così si fa il moto dell’animale. Et
antivedendo nel Senno lo spirito che doveva mancare l’alimento
dell’ombilico, perché la madre generante altrove lo
tirava, derivò anch'egli dalla testa per sotto l’arteria vocale

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