Tommaso Campanella, Epilogo magno, p. 363

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m. Il pulso viene da lo spirito animale, il quale è uno continuato
dalla testa a tutte le parti: e però nell’apoplessia e epilepsia,
morbi della testa, si mancano i polsi, e nell’allegrezze che
sente lo spirito animale si augmentano. Donque non vengono dal
cuore, come Galeno dice, si non in quanto somministra il sangue
da battersi per fare spirito. Se però è legata col filo l’arteria,
non polsa nella parte che alla testa si continua, ma pulsa in
quella del cuore come in molti luoghi.
n. Si risponde a Galeno che il polso è moto arbitrario, ma non
può cessare per queste cause, come né anco può commandar l’animale
a sé che non senta, non intenda, non appetisca, e pure son
questi tutti arbitrarij; dunque questa raggion di Galeno è vana.
Dunque la febre è per bene, e quando si fa contra l’ingenerata
putredine lo spirito cede e more.
o. La respirazione non è per refrigerar il caldo del cuore, come
disse Aristotele, e Galeno, ma per eccitarlo secondo i miei argomenti.
E di più la natura sarebbe stata sciocca a metter tanto
caldo nel cuore, che havesse bisogno di perpetuo rifregerio. Di
più dentro le stuffe, dove l’aer è caldo, non respirarebbe; ancora ne
morbi freddi. E l’inverno, quando il cuor ha più caldo, farebbe
respirazioni più spesse, il che non è. Ma caldo è per il molto
fuoco.
p. Pure con l’aere, augmentando li spiriti, si fa calore del
cuore più copioso e manco ardente (perché nella materia molle il
calor cresce, e nella dura bruscia et arde); e non si scema, come
Aristotele disse, ma si augmenta: aggiungi, per gli altri usi.

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