Tommaso Campanella, Epilogo magno, p. 466

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il moto solare. Così nella natura io so come si fa la
pianta dal vedere come nascono i peli, et conosco la
pietra dall’osso, et Licurgo da Solone nella ragione affirmativa.
Et quante sono le somiglianze, tanti sono i discorsi
et i sillogismi: ci è somiglianza di tempo, et di nascimento,
et di luogo, di materia, d'attione, di passione, d'operatione,
di dispositione, di forma, d'accidente, cioè di quel
che diviene a caso. Et di differenza anchora, onde <il contrario>
dal contrario si conosce: perché se il caldo è bianco,
il freddo è negro. Ci è ancho similitudine di similitudine,
cioè la proportionalità, d'onde so che quale è il quattro
al due tale è il sei al tre, et che quale è il cibbo di carne
all’huomo tal’è l’herba alla pecora. Chi ben conosce queste
somiglianze sa ben discorrere, et imparar ogni
cosa agevolmente, perché da simile noto si camina all’incognito.
Et quanto è più noto al senso il simile et quanto
più è simile, più perfetta è la scienza discursiva: onde
meglio si conosce la notomia d'un huomo tagliando un porco
che una pianta, et meglio vedendola che leggendola in libri
altrui, per somiglianza et notizia maggiore. Et i Spagnuoli
meglio che li Moscoviti sanno che il sole fa negri gli Ethiopi,
perché in Spagna ci sono i simili più noti che in Moscovia.

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