Tommaso Campanella, Epilogo magno, p. 467

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Quinci si vede che la reminiscenza è notitia del passato,
fatta per un altro simile presente; et lo discorso è notitia
del futuro non noto, però per lo simile passato
noto; e che la credenza sia il consenso che si dona ad
ogni conoscenza. All’incontro si fanno i discorsi negativi,
perché havendo esperimentato lo spirito nell’anticipatione
che cause contrarie fanno effetti contrarij, quando vuol
conoscere che una cosa è differente dall’altra, in che è
differente, riguarda a tutte le sorti di differenze, cioè di
nascimento, di tempo, di luogo, di materia, d'attioni,
di passioni, di operazioni, di faccia, di dispositione, di
figura, d'accidente, di similitudine, di differenza etc. Coloro
sono atti a ben discorrere che hanno lo spirito lucido,
puro, non molto sottile né molto grosso: imperoché
ne i sottili essala la conoscenza del passato prima che
per essa si miri a i simili suoi et a i contrarij, et perché
spesso i spiriti sottili sono pochi et fuliginosi, sendo fatti
da molto caldo che brucia il sangue et ne cava fuligini

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