Tommaso Campanella, Epilogo magno, p. 470

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tutti questi predicamenti, scritti da me altrove contro Aristotile.
c. I fanciulli non hanno memoria non per la sottilità
delli spiriti, ma per non esser avvezzi a sapere a che serve il
ricordarsi; et perché crescono assai, et continuo spirito si aggiunge
a loro in tanta copia che abbaglia le passioni precedenti (come il
vapore impedisce il moto dell’aere, et come lo rinova poroso
lo spirito annebbia et inebria; et il molto nudrimento muta il
sapore anche del nutrito, come si vede nell’herbe di pantano); et
perché anchora han le stanze del cerebro poco distinte et carnose,
ove lo spirito non può raccogliere i moti passati per li sensi, et
però manco può discorrere.
[d. Quando la corpolenza delli spiriti è molta, né
anche memoria hanno, perché non resta in loro lo moto passato,
se non è grande.]
[DISCORSO QUINTO]
Della intelligenza.
Ne segue l’intelligenza quando lo spirito sente dentro a
sé le cose communi senza loro particularità, come l’huomo,

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