Tommaso Campanella, Epilogo magno, p. 528

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si trovò la ginnastica, il giuoco della palla e dell’armi.
Non si deve anche essercitare solo il corpo, et non l’ingegno
con la sapienza, perché si diventa preda di
sofisti et de falsi Profeti. Il vitio però in eccesso si dice
afflittione: la quale distrugge, facendo essalare li spiriti,
et restando il corpo secco et ethico e tremante, et disseccando
troppo i vasi della nudritione et i nervi in modo che
si ritirano; et spesso si rompe la schiena et si dislocano
l’ossa, s'aprono i pannicoli della ventraia et n'esce il fiato
che fa l’ernia, et alle volte escono l’intestina. Però è
bisogno dar quiete alla parte corpolenta, che non si disciolga.
Il vitio di mancamento è l’otio, il qual genera
tutti gli appetiti superflui e toglie i naturali, et genera varij
morbi: imperoché la maggior parte di loro hanno
origine dall’inflatione, dalla distillatione, dalla crudità, dalla
ostruzzione, dall’infiammatione et dalla putredine.
[AVERTIMENTI.]
a. Usi mirabili dell’essercitio, il quale è virtù non per l’attione,
ma per la sapienza di agere per fine di tale utilità; onde
m'ammiro che Aristotile, Platone et gli altri habbiano tralasciate
queste virtù.
b. Cagioni universali di tutti i morbi et l’historia de morbi.

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