Tommaso Campanella, Epilogo magno, p. 538

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dal nemico, et le parti estreme restano fredde e tremano
non vi essendo spirito che le sostenga, et li polsi hanno la
contrattione spessa et la dilatatione tarda per la detta
causa. Et quando li muscoli vene et nervi son punti da
humori agri, per fuggire quel male che hanno dentro di sé,
et non ponno, s'alzano et conquassano e tutto il corpo agitano,
come n'appare nella quartana per la feccia
acida. Poscia, unitosi lo spirito, si risolve a combattere, et
comincia il calore ad uscir fuora et mancare il pungemento
(da la cui ottusa o acuta puntione si conosce la grossezza
o sottigliezza dell’humore), et crescere le constrittioni tanto
che nel stato del maggior combattimento sono l’asistole
et diastole equali, et nel fine è maggiore la diastole. A
queste putrefattioni conviene cavare il sangue con l’humore
infestante, et purgarlo con medicine acute et salse degli
humori flemmatici assottigliandoli perché escano agevolmente,
et con medicine amare et acute degli humori colerici
tirandoli per la similitudine fuori, e l’està e gli humori
sottili per vomito, l’inverno et i grossi per basso. Ma

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