Tommaso Campanella, Monarchia di Francia, p. 422

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Siciliani, Milanesi, in manera che, se l’esercito costasse di 30.000,
sempre li 25.000 sono strani e li cinque mila solamente Spagnoli. Li
quali nell’imprese pericolose sempre mandano avanti li poveri Italiani,
Valloni e Borgondi, ed essi fuggono, se questi son uccisi, o sottentrano,
se son vittoriosi, e tutta la vittoria attribuiscono a Spagna, e la
perdita a gli altri. E nel premio son primi, nella fatica li ultimi. E dicon
manifestamente che bisogna conservar solo i Spagnoli come dominatori,
etc.
Che la prudenza e l’arte non sia in loro si vede, che l’ingegneri, i
bombarderi per lo più son Italiani e Fiamenghi. E li capitani d’ogni
nazione son megliori che di Spagna, e l’imprese grandi sempre da
capitani italiani fur guidate e si guidano al presente. Il duca di Parma,
il marchese Spinola, il marchese de Marigliano, il marchese del Vasto,
Andrea Doria, Cristoforo Colombo, Galasso, Piccolomini, il conte di
Collalto, il marchese di Montenegro, il fratel del granduca de Toscana
e quel di Modena, Prospero Colonna, Marc’Antonio Colonna, Pompeo
Colonna, tutti fur italiani; Carlo Borbonio e il Conte de Tilly e
Carlo di la Noja, francesi e

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