Tommaso Campanella, Monarchia di Spagna, p. 124

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Nelle città principali capi di regni come è Lisbona, Toledo,
Anversa, tanto in questo come nell’altro emisfero, deve il Re, con specie
d’onore, far erigere cinque o otto o diece piazze o seggi di nobiltà
baronale, come son fatti in Napoli, e quando governano le cose loro
ognuno vada al suo seggio, perché in tal modo staranno divisi, né mai
si potranno unire a determinar cosa contro il Re per la gran divisione,
e se Re avrà tre seggi contra, ne averà sempre sette in favore. Onde
con più sicurezza dominerà. E così in piazze i popoli si potrebbero
dividere, e questo è modo onorato e più sicuro che non dividerli con
inimicizie, come alcuni scrittori insegnano per quel precetto: Divide et
impera
. E sempre si devono sublimare i virtuosi, e in ogni consiglio di
seggio mettere uno de suoi religiosi per assicurar se stesso e loro. Può
anco constringerli con giuramento o altra religione di confraternità
con la corona che in tempo delli bisogni grandi depongano i loro
danari tutti in mano del Re, e vadano a militare per esso, acciò che il
Re resti sicuro che non si rebellino, e abbia monete in tal necessità sino
alle gioie e catene delle donne in comune ponendosi, come spesso i
Romani fecero nelle afflizioni che ebbero da Annibale e altri.
Si deve stimare che i migliori capitani son quelli che furo soldati,
come Antonio di Leva e Consalvo di Cordoba, e miglior consiglieri
quelli che son stati in governi bassi e saliro per grado. Però non tanta
cura de i baroni che non serviro deve il Re avere, per avere buoni
capitani e conseglieri, come si crede, ma deve curare de gli uomini
esperimentati in valore. E le rovine di Spagna nascono dalle ceremoniose
pretendenze di precedenza tra i baroni, che in guerra

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