Tommaso Campanella, Monarchia di Spagna, p. 224

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meschinamente e senza buoni costumi viveranno, ogni nazione li
aborrirà. Lascio che a loro conviene la gravità più che alli altri, perché
ne hanno soverchia, ma la fede è più necessaria in guerra e in pace trovarsi
in loro. Il che sarà con il culto e seminarii, e con avvezzarli da
fanciulli a servire al Re. Ma più quando il Re è bellicoso e virtuoso
diventa amabile e degno di fede e ne ritrova negli altri, ut supra.
Le frontiere e fortezze di confine di Francia fortissime devono
essere, e nella Corogna, e per tutti i lidi settentrionali, per l’Inglesi,
con provvedimento che non siano assaltati. Ma la navigazione di mille
navi, ut infra, è meglio.
Di più, in Spagna tutte le arti manuali devono esercitare i populi
trasmigrati dall’Africa e dal Mondo nuovo, e i Spagnoli solo attendere
all’armi.
Devono anco più esercitarsi nelle armi che nelle lettere, ma li
esterni più nelle lettere che nelle armi, onde Atene più letterata che
Lacedemoni diventò preda di Lacedemone più armata, e l’una e l’altra
de Macedoni, poi che furo più armati di loro dal re Filippo, padre
d’Alessandro; solo i seminarii d’armi e lingue austriache nell’altre
nazioni bastano che son tuoi, e li altri restano bassi con le scienze e
arti: ma in Spagna tutti armati dentro e fuori de seminarii esser
devono. Si devono ancora eriger le scole delli secondogeniti de baroni
in Spagna, per aver capitani fedeli in terra e in mare nell’armi, ut
supra
, etc.

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