Tommaso Campanella, Monarchia di Spagna, p. 258

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re di Spagna potrà espugnare i paesi di Fiandra, ut infra, la cui vittoria
ed esercizio militare farà che i Cristiani di Francia e Italia non si possano
a lui opporre, benché vittoriosi tornassero da tutta l’Asia. Poiché
Pompeio, vincitor dell’Asia, fu nulla a par di Cesare, vincitor di Belgio,
cioè delli paesi di Fiandra, perché con più forti popoli contrastò
che non Pompeio, onde di lui più forte divenne.
Ma se la medesima occasione avvenisse morendo Arrigo IV in
Francia, poiché è mezzo attempato e non ha successore, né moglie, e
se ne piglierà sarà il figlio fanciullino nella sua morte, e il prencipe di
Condè succede allo stato, li cui avi furono sempre capi degli eretici in
Francia, e sparsero fiumi di sangue cattolico, bisogna sapersi servire,
dell’occasione mettendo in considerazione a Cattolici, che non lascino
incoronare il Condé, benché cattolico si facesse, per l’esperienza de
mali fatti del padre, che egli può imitare, avendoli bevuti col latte:
qui dunque può seminarsi scisma, ut supra.
Di più, deve procurare che il Re di Francia si faccia per elezione,
quando non li succedesse di poter dividere la Francia, e far l’arti
soprascritte con prestezza, la quale mancò a Filippo. E questo proponimento
dell’elezione gli Italiani volentieri l’abbracciarebbero,
facendo legge che non possa essere eletto se non un cattolico, e i prencipi
di Francia, per speranza di arrivare alla corona, consentirebbono,
il che avvenuto, diventano più debili le forze di Francia.
Primo, perché nella sedia vacante ci sarebbero grandi discordie e
lunghe, e potrebbe avere occasione d’entrarvi il re di Spagna, chiamato
da alcuni di loro. Secondo, perché

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