Tommaso Campanella, Monarchia di Spagna, p. 264

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grosse armate di navi, e metterle nella Corugna, o Lisbona, e quando
sta per arrivare la flotta mandarli ad incontrarla per sussidio contra
Inglesi, o mandare tali navi a danno d’Inghilterra o d’Irlanda, per
divertire.
Ed è necessario, poiché re di Spagna ha l’imperio del mare, fabbricarsi
città assai di legno in mare, cioè grossissime armate, altrimenti sta
in periglio di perdere i tesori e il Mondo nuovo.
Sarebbe anco utile con un milione d’oro di mercede far che li
Olandesi, fortissimi in tal mare oceano di settentrione, assicurassero la
flotta, ut infra. O vero trattare con li popoli più fieri delli Inglesi e forti
in mare, cioè con Danzico per mezzo del polono Re con matrimonio
agionto a casa d’Austria, e con Svezii, e Goti, e Zelandesi e Sconingesi,
e altri popoli di Scandinavia e Dania e Pomerania e Prussia, che si
opponessero alli Inglesi, o predando nelle isole loro, o in Inghilterra
stessa, per divertir li Inglesi dalla preda delle flotte. O vero, opponerli
all’armata inglese, e farli combattere, e questo con un milion d’oro che
promettesse a tali nazioni, e con la speranza di predare i beni inglesi
sarebbe facile ad allettarli a tal impresa, e cominciata una volta
l’inimicizia, da se stessi seguiterebbono con danno d’Inghilterra tale
discordia. Onde pare che basti una volta discordarli con danari. E
certo di nessuna nazione può temere Inghilterra più che dalle nominate,
per essere più fiere di essa, e più populose e più possenti in mare,
perché la spagnola, se non s’aiuta con arte, non può opporsi a lei, che
di quel mare è più esperta, e ha più gente pratica, e assai ferocia, è
munitissima per mare e per terra, e nemicissima a Spagnoli per la

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