Tommaso Campanella, Monarchia di Spagna, p. 64

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chierico, e viene a fuggire quel sospetto che ha dato il dottor Rota,
mentre che vuole che al Gran Conseglio di Spagna secolare possano
appellare i vassalli del Re travagliati soverchiamente da prelati, cosa
indegna, ereticale e proibita, che nuoce al Re facendosi odioso, e perdendo
autorità più che non acquistando, come si vede.
Overo si deve proponere al Papa che il Re si contenta che ogni
cosa sia appellata al papa, purché sia ammessa l’appellazione del conseglio
di tre vescovi, seu<sia> dichiarato che deve essere ammesso.
Overamente che l’appellazione vada al Papa delle cause laiche, pur che
vada per grado, prima passando per il consiglio di due vescovi e del
Re, e poi per il consiglio generale e ultimamente al Papa, perché
consiglio generale non se ne fa se non ogni longhissimo tempo, e al
Papa è odioso il nome di concilio. Onde le cause sempre si fermeranno
nel Re, e così mostrando perdere guadagna.

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