Tommaso Campanella, Monarchia di Spagna, p. 76

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quali e come vinsero e quali perdettero e per che causa. E però ottimi
istorici deve avere, e sapere le leggi delle nazioni, e quali sono commode
e quali male e per che causa. Ma sopra tutto delli suoi popoli e
delli re passati, perché vinse e perdette Carlo V, perché Massimiliano
ecc. Di più, con quante e quali genti quanti e quali regni, e come s’acquistano.
Deve anco tutti i consigli ascoltare, e poi pigliare il migliore
e promulgarlo come proprio. Deve tutte le pene a sudditi dare per
mano e nome delli officiali suoi, e tutti i premii e grazie per le proprie
mani e nome. Di più, deve avere tutte le virtù, e desiderare d’esser
imitato dalli viventi e imitare i re savii morti.
Le passioni che ha a domare sono il dolore e piacere, amore e odio,
speranza e timore, ira e misericordia. Quando il Re mostra troppo
dolersi d’un caso, si mostra molle, e disanima i suoi, e perde, come
bene insegnò Joab a David, quando si dolea <della morte> d’Absalon.
Quando troppo si piglia piacere d’una cosa mostra bassezza, massime
di buffoni e vivande e lussurie, onde diventa uomo da sprezzare, come
successe a Nerone della commedia e citara delizioso, e Sardanapalo di
donne e vivande, e Vitellio ancora, onde sprezzati furo del regno privati
e uccisi.
L’amore anco lo strugge se non è regolato, cioè l’amore
delle donne, come fe’ a Salomone stesso, e massime della moglie, la
quale per natura odia coloro che intensamente sono amati dal marito,
perché crede che solo a sé si debba l’amore intenso, onde odia i gran
capitani e sapienti, come fece Sofia moglie di Giustino contro

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