Tommaso Campanella, Monarchia di Spagna, p. 98

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Quarto, si fa ammirabile, come si fe Giustiniano con le nuove
leggi e Carlo Magno, aprendo le scole di Aristotele, che non ci era
altro fra Cristiani, perché erano da barbari sepolti molto tempo, ma di
ciò altrove scrissi. Deve anco lasciare le scuole di lingua greca ed
ebrea, perché quest’han perduto l’imperio, e oggi mantengono più
presto l’eresie che altro, e aprir l’arabica, per potere vincere i Macomettani
e occupare gli oltramontani contra Turchi, e non contra
Catolici.
Di più, aprire le scuole matematiche, perché importano al Mondo
novo e deviano i popoli dal male nostro, e li portano ad utile del Re,
come appresso si dirà.
Dopo deve avere cosmografi che descrivano il mondo tutto da
Spagnoli navigato, poiché Tolomeo poco ne seppe, ed emendare li
errori antichi, e fare un libro sotto il titolo del re di Spagna, e in quello
notare e lodare Cristoforo Colombo, Magaglianes, Amerigo Vespucci,
Fernando Cortese, il Pizzarro, e altri suoi gran capitani, per
animar gli altri a tal impresa, e i descendenti loro onorarli con baronie.
Deve ancora mandare astrologi valenti al mondo nuovo, e in particolare
oltramontani curiosi per deviarli dall’eresie e loro fomento, e
cavar tutte le gran savie teste di Germania con premii per mandarli al
Mondo nuovo, dove abbino da descrivere tutte le figure di stelle nove
che sono sotto il polo antartico sino al tropico di Capricorno, e figurar
nel polo la santa Croce, e nel resto metter le figure di Colombo,
Magaglianes e altri, e di Carlo V e altri signori austriaci, come hanno
fatto i Greci ed Egizii delli loro Persei, Orioni, Ercoli etc., perché così
s’imparasse insieme l’astrologia con memoria locale e si sublimassero
con venerazione gli uomini illustri loro, e tutto il mondo guardasse

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