Antonella de Vinci, Geografia campanelliana calabrese (2010), scheda 13
Vibona-Pizzo
Fine ottobre 1599. Sul mare Tirreno, nel territorio di Monteleone, vi era una grande insenatura che fin dal
neolitico era stata utilizzata come luogo d’approdo. Quando venne fondata la polis Hipponion i coloni ellenici crearono un vero
e proprio porto, che migliorarono nel corso del tempo; Agatocle nel III secolo a.C. pose sotto assedio Hipponion e la conquistò,
appropriandosi del porto che rafforzò e dotò di un arsenale per navi da guerra. Con i Romani il porto venne ulteriormente
potenziato e utilizzato per scopi bellici oltre che mercantili. Nel Medioevo fu costruito un castello imponente a difesa
dell’antico porto; l’odierno toponimo di Bivona potrebbe derivare da una modificazione abbastanza recente, con uno scambio
consonantico v-b, del nome dell’antica Vibona.
Da Monteleone, in ca. due e mezza-tre ore di marcia per una dozzina di km, i 156 prigionieri giunsero al porto di Vibona (oggi Bivona) e vennero imbarcati su quattro galere, destinazione Napoli, dove approdarono l’8 novembre del 1599.
Da Monteleone, in ca. due e mezza-tre ore di marcia per una dozzina di km, i 156 prigionieri giunsero al porto di Vibona (oggi Bivona) e vennero imbarcati su quattro galere, destinazione Napoli, dove approdarono l’8 novembre del 1599.