Tommaso Campanella, Monarchia del Messia, p. 134

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oves meas universalmente; ma sendo incorporate, s’intendono riformate,
e fatte davidiche, et unite in una republica, di cui capo è il
papa. Fece Christo come un signore che tiene una nave in mare, la
quale ha patito naufragio et è fracassata, e guasta, e divisa in più capi
di governatori, però egli si mette in mare, trova la nave, le dona strada
a qual porto ha d’arrivare, mette molti maestri per insegnare li
naviganti et un soprastante a tutta la nave, lassando li prencipi che la
reggeano bene, ma donando authorità ad un solo di regger tutti, e
deponer quelli che deviano dalla via del porto.
Lassò remedij di calafar
la nave, e cibi, e carne, oglio quanto ci è bisogno per il viaggio,
che siano dispensati da quelli suoi novi dottori sotto cura del capo.
Questi sono li sacramenti e la legge evangelica per rimediare alla
nave di Pietro, di cui dispensatori son li clerici, e nel governo han
parte li prencipi come prima, ma secondo le regole nove del
Vangelo, che è il bon annuntio del porto sicuro. Dunque non perché
dalli popoli sono eletti come prima, si può stimar che non pendano
da Pietro, ma in tutto però ad aedificationem; et conoscer dove
è la edificatione, o destrattione, non tocca al laico prencipe, ma al
concilio et al papa.
Qui dico ancora che li beni, che donaro li prencipi alla Chiesa,
non sia proprio donare, perché a Dio nulla doniamo noi, che tutto è
suo: ma un segno di bona volontà quanto a Dio, ma quanto alla
Chiesa non è dare manco, ma mettere in commune; perché non
spoglia se stesso, e gli heredi, sendo che ognuno può farsi clerico, e
per virtù diventar vescovo, e papa, e monaco, e frate. Dunque questo
è un accomunare li beni, che serveno a tutto il corpo. Quando
poi un prencipe dona qualche feudo, o fa suo vice re un clerico, che
lo possa lassare a sua voglia, questo è privileggio, non legge, perché il
clerico, havendo accummunato, nulla ha, né aquista di proprio; e
molte cose alla persona si danno, e non alla professione. Però il re
facendo viceré un vescovo, mentre aiuta il prencipe a reggere e sta
sotto a quello, non è soggettione alla sua dignità, ma compagnia
d’aiuto che l’un membro presta all’altro: le mani servono li piedi calzandoli
benché siano più degne. E però dice san Paolo che Christus
posuit in Ecclesia primum apostolos, secundo prophetas, tertio pastores,
deinde virtutes, deinde gratias curationum,
e poi opitulationes, et gubernationes.
E questo s’intende della potestà laica che aiuta li pastori
et apostoli al reggere. Ma dico poi che tutti l’un l’altro s’aiutano e
conservano senza scisma li membri di Christo. Dopo questo dico
che l’imperatore in quanto difensor della Chiesa è signor di tutto il
mondo, sendo ella per tutto sparsa, o spargenda: Praedicate Evangelium

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