Tommaso Campanella, Monarchia del Messia, p. 89
non si pensasse, che fusse solo regno spirituale di predicare senza
potere più astringere li fedeli a stare in offitio, come il Soto bizzarramente
interpreta, soggiunse il salmo: Postula a me, et dabo tibi gentes
haereditatem tuam terminos terrae. Ecco che parla della terra e del
regno temporale della Chiesa, perché in Christo non si vide adempito,
ma nei suoi membri. E di più Reges eos in virga ferrea et tamquam
vas figuli confinges eos. Ecco la spada materiale virga ferrea. Dunque
la spada di Carlo Magno, Costantino, et d’altri tali, et de’ spagnoli,
che come vasi di terra consumano la gentilità et li inimici della
Chiesa, è pur spada di Christo, e da lui la debbon riconoscere, et dal
suo successore regola di questo pigliare. Et pare, che il salmo
Dominus regnavit, il quale è esposto da san Paolo del primo avvento,
cum introducit primogenitum in orbem terrae, dicit: adorent eum
omnes angeli eius, dica anche del fuoco delli archibugi: Ignis ante
ipsum praecedet, et inflammabit in circuitu inimicos eius, perché
non si potendo domare con la predica questa gente del mondo novo
barbara, nemica della specie propria che mangia huomeni, era forza
col fuoco soggiogarla. Però dice: Exultet terra, laetentur insulae multae,
che sono questi paesi da noi isolati. Tutte l’armi christiane
dunque sono del Messia figlio di David. Et Amos nel 9°: Reaedificabo
tabernaculum David, sicut in diebus antiquis, et erit idumea possessio
eius, et omnes nationes, eo quod invocatum est nomen meum super
eos. Qui vedi la sciocchezza del Soto e de compagni, che dicono il
regno di David esser finito in Sedecia, e ne maccabei il ducato.
Dunque Christo non è erede di quel regno temporale di David, et
dato che fusse, sarìa solo delle dodeci tribù d’Israel, non più; et io
rispondo, che questa è affettata ignoranza, perché quantunque fusse
finito il regno di David in tal modo, nondimeno fu promesso a
David nel terzo dei Re, e nei Salmi, che in eterno havea da durare
quanto dura il mondo, Et tronus eius sicut dies caeli et che il regno
particolare di Giudea solo si dovea fare regno universale di tutto il
mondo: Adorabunt eum omnes reges terrae, omnes gentes servient ei. Et
che, sepur per li peccati dei posteri si perdea, come fu in Sedecia,
Dio poi lo risusciteria universale, et sacerdotale più glorioso: Si dereliquerint