Tommaso Campanella, Del senso delle cose, p. 87

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conoscono la colpa e si lavano dopo il coito, s’inginocchiano alla
luna come gli antichi Greci, la riveriscono per il beneficio che ricevono
la notte da lei. Sendo assaliti nel teatro pompeiano con
dardi, si misero in ginocchioni a supplicar mercede alli Romani.
Passando il Nilo Antioco, perché il capitano degli elefanti non
volse passare il primo, fu privato dell’ufficio e fatto un altro elefante
capitano, e quello per dolore s’uccise.
Molti animali bramano gli onori, conoscono il disprezzo, e
quanto sappiano le scimie argomentare a tutti è noto. L’onore e il
disprezzo non si sentono con sensi esteriori, ma sono intelligibili;
hanno dunque intendimento, e Iob dice esser nel gallo intelligenza
del sole, e nelli serpi prudenza Cristo pone, e tutti gli animali
disciplinabili dota Aristotile di prudenza.

Dicono che imparano per l’uso; ma pur noi con l’uso tutte l’arti
apprendiamo. E qual uso aveva quel leone grato, e la formica
che non ha patito ancora inverno e per quello si provede? E come
per la mutanza dell’aria antiveggono le pioggie e le tempeste?
Non è questo sillogismo di cosa nota ad ignota?
Dicono che sia istinto; ma l’istinto è impulso di senso antivedente
il bisogno; dunque perché patono dall’aria, sentono quel
che in aria s’ha da fare, e l’una formica impara dall’altra come noi,
e così si proveggono. Siamo certi che tra loro ci è voce, e che si
chiamano gli augelli e giumenti; dunque hanno discorso, ma noi
non intendiamo la loro lingua perché né anco quella de’ Tedeschi,
né de’ Cataini intendemo, perché ognuno pronunzia al verso suo;
e li cani che tra noi vivono e le scimie ben imparano la lingua nostra,
perché portati in paesi lontani non intendono l’altrui lingua,
e io in Napoli vidi un cane polacco che non intendeva niente li napoletani,
se non quei che li parlavano in lingua polacca.
Vero è che non ponno pronunziare quel che vogliono, perché
non hanno gli organi simili alli nostri, come noi non possiamo fare
di cetera trombetta, né col corno il suono della campana, né che il

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