Tommaso Campanella, Epilogo magno, p. 451

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[DISCORSO VENTESIMOQUINTO]
Della morte.
Et essala di passo in passo sin tanto che di lui nulla
resta, come fa il calor lucido della lampada quando manca
l’olio. Onde in aria svanisce lo spirito humano senza sentir
nullo affanno, et dolcemente. Et all’hora l’anima che
Dio infonde, senza esso spirito non potendo reggere questa
macchina corporea, torna anch'ella a Dio, come lo spirito
al cielo e '1 corpo alla terra, ciascuno d'onde
hebbe l’origine. Et se bene s'è adoprata la loro compagnia,
sarà unita nel fine de secoli mortali a godere, se male a
patire, come dispose la somma Sapienza quando seminò
la giustitia sopra la statua del Mondo per abbellirla di
perfetti colori, et la voglia dell’eternità in noi consperse,
dicendo: «Imparate nel Mondo il gusto dell’essere, et conservatelo
con questo sapere che io trasmetto».
Et {Dio} impose

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