Tommaso Campanella, Monarchia di Spagna, p. 130

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Di più, sono forzati a disarmare i popoli, onde nasce il sospetto di
tirannia, e li fuorusciti, come disse Solone a Periandro, tiranno di
Corinto. Oltre che male facendo a suoi, sono sforzati a chiamare i
Svizzeri in guardia delli corpi loro, come disse lo stesso Solone al
medesimo, non confidante in quei, a quali era odioso per tal causa.
L’altra causa del mancamento delli defensori di Spagna è che essi
Spagnoli, pigliando un paese delizioso, in quello s’ammolliscono, e
perdono la ferocia, onde possono perderlo facilmente se in sé soli
confidano. Però i Romani, vedendo in Terra di lavoro fatto molle il
loro esercito, lo riformarono. E in Napoli mai re paesano non ci è
stato per la mollezza del suolo e aere, che fa le genti vili, seu deliziose
e molli, ecc., e i forastieri mai non l’hanno potuto mantenere, perché
s’avviliscono col tempo, e divengono preda d’altri forastieri, come i
Guiscardi delli Svevi, li Svevi delli Angioini, li Angioini delli Aragonesi,
e li Aragonesi poi de Francesi e Castigliani, che scacciaro ancora
i Francesi sotto il gran Capitano.
E tutti i popoli feroci del settentrione
patiro il medesimo occupando il meridiano, avvilendosi per la benignità
del paese. Onde li Eruli dei Goti furo preda, e i Goti de Greci e
Longobardi, e i Longobardi de Francesi, e così i Vandali e Unni tutti
patiro il medesimo, e li Tartari de Turchi furo preda, e solo i Turchi
si mantennero de i popoli settentrionali. E la cagione è questa: che il
Turco vedendo la ferocia delli suoi allentare e il seme mancare, si ha
fatto alcuni seminarii di soldati, detti serragli, dove inchiude fanciulli
belli e forti d’ogni nazione che doma e preda, e quelli s’avvezzano a
non conoscere altro padre che lui, e imparano l’arte militare e la religione.
E di questi ne fa i giannizzari, che guardano il suo corpo, e de
giannizzari fa bassà e beglierbei, cioè capitani, consiglieri di guerra

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