Tommaso Campanella, Monarchia di Spagna, p. 134

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Primo, beneficar i popoli, relassando qualche tributo e allargando
le leggi e dando alli officiali bassi manco occasione di rubbare, e ai soldati
di mal trattare, perché i popoli non si ammogliano per timor di
non fare i figli schiavi. E per questo la dote è accresciuta tanto, che le
donne o si fanno monache o puttane, e gli uomini o preti o religiosi o
fuorusciti o soldati strani. Però bisogna più agevolmente trattarli, e stimare
che i danari non ti fanno signore dei nemici tuoi, ma più tosto
preda, e però pate assai Spagna mettendo ogni grandezza sul danaro,
come diremo. Ma i vassalli e i soldati ti fanno più presto signore delli
nemici, che non i danari. Anzi, si esigono per fare soldati i danari. E’
meglio dunque esigere soldati che danari dal popolo, perché ed essi
soldati e il popolo che resta più amici ti saranno.
Sarebbe dunque
meglio fare che si erediti negli stati di Spagna e fuori solo il primogenito,
e che tutti li altri siano soldati del Re, che non esigere con
durezza tanti danari.
Secondo, deve fomentar i matrimonii facendo esenti d’alcuni
onori publici coloro che non sono soldati e nel ventun anno dell’età
non si maritano, perché in questo modo scemeranno le doti che difficultano
il matrimonio, primo elemento della republica (cosa usata dai
Romani), e fare leggi che le figlie delli artisti e agricoltori non donino
più di cento scudi di dote in tutto, e questa legge deve comprendere
ancora quelli che son stati artisti, perché oggi usano che subito che
averanno acquistato cento scudi, si mettono a fare l’usura, e chiamarsi
nobili, lasciando l’arte, e mancando al Re tributo, e interessando l’altri
vassalli. Ma per provedere a tutto ci vuole un savio legislatore a posta.
Terzo, deve fare che i soldati possano far rapine di donne di Germania
bassa, d’Inghilterra e d’Africa, e poi darle a loro per moglie,
secondo l’amor che li congiunge, e nodrirli a spese del Re, aumentando
la paga a soldati. In questo modo però, che le settentrionali,
Germane ecc.,

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