popolo - Questa virtù di moversi, quando è fatta ad arte nello spirito | corporeo per significatione, è bella, perché significa | l'habilità dell'animo ad ogni cosa componere e distinguere | pronto. Et quando è in spirito sottile fa habilità | nelle mathematiche et metafisiche scienze et nelle morali, | che trattano le cose non esposte al senso che si figurano | con l'imagini sensibili; et serve assai a chi parla per persuadere || al popolo. Epilogo 485. Ecco ancora l'occasione, che ritrovò il popolo oppresso di servitù dagli | Egizii, onde più credito gli diede e con più voglia lo seguitò, e fu anco | occasione la malvagità de Palestini. Mon. Spagna 4. L'astuto cerca inganni bassi e fraudi contrarie al suo popolo, per | debilitarlo e sbassarlo. La prudenza usa inganni amorosi e utili, per | farlo savio e legarlo a far l'officio suo, come usò Numa, per farsi venerando, | e per tenere in freno Roma con la religione. 38. La prudenza nell'acquistare è forte con declinare ad audacia, | come fu il Colombo, Alessandro, Cesare, Ciro, etc., e liberale, declinando | a prodigalità, e giusta a severità. Imperoché, mentre che | acquista, per beneficiare i suoi dona ogni cosa, acciò lo seguitino, ma | non tanto che non abbino di lui bisogno. Ma avendo acquistato non è || prodigo, per poter mantenersi senza aver ad esigere assai dal popolo | con rubamenti e sdegnarlo, come facea Caligola, che per prodigalità | divenne rapace d'ognuno. 40. E se ben si usano molte astuzie per bassar il popolo, io dico che al | fine rovinano costoro. Però si vede che Tiberio, padre dell'astuzia, fu | avvelenato, e sarà sempre con disgusto, vedendosi non essere amato, e | bisognandoli ogni dì far morire offensori della maestà sua, e stare | sempre sospetto, il che è morte e non vita a chi regge. Però la maggior | astuzia è la beneficenza, religiosità e libertà con popoli usata, tanto che | non venga ad essere disprezzato il signore, come fu papa Celestino V. 42. Di più, l'opinione nella mente de popoli è grande della religione | cristiana, sendo fondata sul beneficio del popolo, che tutti la credono, | e si sforzano mantenerla, e quante volte ha bandito cruciate e indulgenze | il Papa contro qualche prencipe, lo ha rovinato. 50. L'odio non deve mai scoprirsi nel Re, se non contro quelli viziosi | che tutto il popolo aborrisce, perché lo fa più amabile, cioè contro gli | eretici, infideli e usurarii e omicidiali pubblici, e deve avvertire che | non tanto giovano in un regno le accuse tra sudditi, quanto le calunnie | noceno, però sempre deve alla parte accusata inclinare. 80. E si deve | stimare che i popoli per natura seguano il costume del prencipe. Onde | Platone disse che, riformato il re, tutto il popolo senz'altra legge si | riforma: però le sue virtù devono essere sopraumane quanto al senno. 84. Però è ignoranza grande dei principi lasciare entrare novità di | religione nel suo regno, perché questa domina gli animi. Onde Saul, | vedendo che David dominava gli animi del suo popolo, subito augurò | la propria rovina, e i mali di Germania e Polonia e Francia per lo | rubamento degli animi sono infiniti dopo Lutero. 88. Perciò il buon re deve essere tanto più dotto de | popoli quanto è il pastor più del gregge, che è di specie umana | superiore alla brutale, onde sopra umano e Dio deve essere il principe, | come disse Platone, e tal fu Cristo; o veramente divino per l'arte da | Dio a lui data, come sono il Papa e i vescovi e Moisè legislatore divino; o | per le virtù umane obediente al divino legislatore, come fu Carlo | Magno. Il che alcuni conoscendo almeno si finsero divini, come | Macometto e Minos, perché il popolo riverisse le loro leggi, il che | Varrone considerò in Romulo. 88. E in vero quando il Re è tale in verità, | tutto il popolo diventa buono, e se è malo, malo. Però il Re si deve mostrare | tale secondando al Papa e vescovi, e facendo ogni cosa con loro, e | del suo regno e della chiesa componendo un corpo di republica come ho | detto. 88. E prima dico, che {Spagna} deve proponere una legge fra i Cristiani, che | quando un popolo muta la religione romana tutti siano obligati i principati, | sotto pena di perdere lo stato, di spopolarlo e opprimerlo, come | disse Dio a Mosè. 96. Devono le leggi esser tali che il popolo le osservi più con amore | che con timore, vedendo che quelle sono a sé utili. Però quando le | leggi sono utili solo al Re o a pochi suoi, il popolo le odia, onde prevarica, | e nascono le punizioni sopra la roba e sangue loro e li banditi e | loro male azioni. Per tanto bisogna poi fare nove leggi per punire quei | mali, e per quelle altre più nove, e si moltiplicano le leggi, e si diminuisce | l'osservanza, e si odia il principe, e il popolo s'ammutina o | manca di numero, il che più nuoce al prencipe, perché li mancano li | soldati e i tributi. 102. Devono le leggi esser tali che il popolo le osservi più con amore | che con timore, vedendo che quelle sono a sé utili. Però quando le | leggi sono utili solo al Re o a pochi suoi, il popolo le odia, onde prevarica, | e nascono le punizioni sopra la roba e sangue loro e li banditi e | loro male azioni. Per tanto bisogna poi fare nove leggi per punire quei | mali, e per quelle altre più nove, e si moltiplicano le leggi, e si diminuisce | l'osservanza, e si odia il principe, e il popolo s'ammutina o | manca di numero, il che più nuoce al prencipe, perché li mancano li | soldati e i tributi. 102. Devono le leggi esser tali che il popolo le osservi più con amore | che con timore, vedendo che quelle sono a sé utili. Però quando le | leggi sono utili solo al Re o a pochi suoi, il popolo le odia, onde prevarica, | e nascono le punizioni sopra la roba e sangue loro e li banditi e | loro male azioni. Per tanto bisogna poi fare nove leggi per punire quei | mali, e per quelle altre più nove, e si moltiplicano le leggi, e si diminuisce | l'osservanza, e si odia il principe, e il popolo s'ammutina o | manca di numero, il che più nuoce al prencipe, perché li mancano li | soldati e i tributi. 102. Però ognuno deve essere astretto a render conto al | popolo dell'amministrazione, il qual refferisca al Re ogni dieci anni di | quello si sente soddisfatto o no. 114. Di più, levar quell'abuso de giudici che più regna nei più grandi, i | quali conoscendo uno innocente pure lo condannano in qualche | cosella per diffamarlo, || quando la causa è andata in lungo, il che fanno (essi dicono) per dar | reputazione alla causa, perché si deve togliere la reputazione della | colpa e non mettere, ed essi devono pensare ad esser giusti, e non ad | apparire tali, con danno del popolo e del Re stesso, che perde l'amore | loro, importante più ch'ogn'altra cosa, perché non lo perdono questi | ingiusti giudici, nemici di Dio e del Re. 116. E' | meglio dunque esigere soldati che danari dal popolo, perché ed essi | soldati e il popolo che resta più amici ti saranno. 134. Quando poi si occupa paese strano di dominio, ma non di religione, | non si deve spopulare né mutar legge, ma presidiarlo e mandar | i supremi officiali dei tuoi, e i bassi officiali siano del popolo del paese, | e a poco a poco mutar le leggi loro nelle tue, però più strettamente o | largamente secondo il clima comporta. 154. Ottavo, {il Re} deve far rendere conto a tutti quelli officiali regi e sindaci | delle terre, da tanti anni in qua, e delle condanne loro arriccchire l'erario, | restituendo a essi la metà o meno, come parerà meglio: onde il | popolo e il Re goderanno. 166. Si devon fuggire quei guadagni che il popolo odia, e cangiarli i | nomi, come i pagamenti fiscali abbassare e dimandare per altro titolo, | onde non re, ma tribuno Augusto si fe' chiamare, quia nomen regis | Romanis odiosum <erat. Così il tributo non> tributo, ma elemosina, | dazio, ecc., con tal arte però, che sempre si cambi. 168. Chiaro è che il popolo tutto, massime di tanti regni, possa più | che il suo Re con gli suoi amici e soldati in Cristianità (che in Turchia | può esser dubbio). Dunque perché il popolo non si sollevi | contra il Re per ogni disgusto che abbia, ma lo serva e obedisca, è | forza dire che lo mantenga qualche causa, e sono cause la poca | unione loro, e la viltà, e il non aver capo che prima si sollevi, a cui | donino la loro fede e speranza. 188. Chiaro è che il popolo tutto, massime di tanti regni, possa più | che il suo Re con gli suoi amici e soldati in Cristianità (che in Turchia | può esser dubbio). Dunque perché il popolo non si sollevi | contra il Re per ogni disgusto che abbia, ma lo serva e obedisca, è | forza dire che lo mantenga qualche causa, e sono cause la poca | unione loro, e la viltà, e il non aver capo che prima si sollevi, a cui | donino la loro fede e speranza. 188. Or queste cose manifestamente nascono dalli giudiziosi sacerdoti e | predicanti, ai quali donano credito li popoli, come a quelli che promettono | beni eterni, e i temporali che il popolo perde al Re servendo | sprezzano: onde più fede acquistano. Tal che, dicendo essi che l'obedire | al Re è volontà di Dio, e il patire affanni aspetta premii da Dio, | predicando l'umiltà e altre virtù, minacciando dalla giustizia divina e | umana male agli omicidi e ladri e fornicatori e sediziosi e oziosi e | ribelli, e bene a i contrari, sempre trovano credito dalli più, onde i | pochi malvagi non trovano fede, né per conseguenza si possono unire | con li molti, nelle cui mani sta la forza, e però non ribellano per ogni | causa. 188. Dunque il sollevamento per via dell'eloquenza o può nascere da | persone autorizzate appresso il popolo con dignità, e questi, siano buoni | o tristi, bisogna riverirli e tenerli amici, perché quando sono buoni non | ci è riparo contra loro. 190. Alessandro re de Giudei, fattosi odioso a religiosi detti Farisei, | morendo disse alla moglie che lo buttasse dalla fenestra, acciò l'ira del | popolo, che da Farisei contro lui era animata, si sfogasse, e lasciasse | regnare la moglie e i figli come nemici del padre, e li comandò che | mai non si opponessero || a religiosi, come scrive Gioseffo, per non patire com'egli | pativa. 196. in particolare nel regno di Napoli sarei di parere che il Re | visitasse per uomo a posta, con religiosi, ut supra, le carceri, li | usurarii e li officiali per rendersi benevolo al popolo e aggraziasse i | banditi con colore di trasportarli in Africa, e poi passarli al Mondo | nuovo ogni sette anni e levasse gli alloggiamenti de soldati; 226. Il Sapienza ha cura di tutte le scienze e delli dottori e magistrati | dell'arti liberali e meccaniche, e tiene sotto di sé tanti | offiziali quante son le scienze: ci è l'Astrologo, il Cosmografo, | il Geometra, il Loico, il Rettorico, il Grammatico, il Medico, | il Fisico, il Politico, il Morale; e tiene un libro solo, dove stan | tutte le scienze, che fa leggere a tutto il popolo ad usanza di | Pitagorici. E questo ha fatto pingere in tutte le muraglia, su | li rivellini, dentro e di fuori, tutte le scienze. Città del Sole 7. Dopo ogni dì fa consiglio Sole e li tre | prencipi delle cose occorrenti, e confirmano e conciano | quel che si è trattato nell'elezione e gli altri bisogni. Non usano | sorti, se non quando son dubbi in modo che non sanno a | qual parte pendere. Questi offiziali si mutano secondo la volontà | del popolo inchina, ma li quattro primi no, se non quando | essi stessi, per consiglio fatto tra loro, cedono a chi veggono | saper più di loro e aver più purgato ingegno; e son tanto | docili e buoni, che volentieri cedeno a chi più sa e imparano | da quelli; ma questo è di rado assai. 41. Non si scrive processo, ma in presenza | del giudice e del Potestà si dice il pro e il contra; e subito si | condanna dal giudice; e poi dal Potestà, se s'appella, il sequente | dì si condanna; e poi dal Sole il terzo dì si condanna, | o s'aggrazia dopo molti dì con consenso del popolo. E nessuno | può morire, se tutto il popolo a man commune non l'uccide; | ché boia non hanno, ma tutti lo lapidano o brugiano, | facendo che esso si leghi la polvere per morir subito. 42. E si confessano alli tre maggiori | tanto li peccati proprii, quanto li strani in genere, senza nominare | li peccatori, e li tre poi si confessano al Sole. Il quale | conosce che sorti di errori corrono e sovviene alli bisogni della | città e fa a Dio sacrifizio e orazioni, a cui esso confessa li | peccati suoi e di tutto il popolo publicamente in su l'altare, | ogni volta che sia necessario per amendarli, senza nominar | alcuno. E così assolve il popolo, ammonendo che si guardi | di quelli errori, e confessa i suoi in publico e poi fa sacrifizio | a Dio, che voglia assolvere tutta la città e ammaestrarla e difenderla. 43. Il sacrifizio è questo, che dimanda al popolo chi si | vol sacrificare per li suoi membri, e così un di quelli più buoni | si sacrifica. E 'l sacerdote lo pone sopra una tavola, che è tenuta | da quattro funi, che stanno a quattro girelle della cupola, | e, fatta l'orazione a Dio che riceva quel sacrifizio nobile | e voluntario umano (non di bestie involuntarie, come fanno i | Gentili), fa tirar le funi; e quello saglie in alto alla cupoletta e | qui si mette in orazione; e li si dà da magnare parcamente, | sino a tanto che la città è espiata. 44. 13. In ogni communità, o domina un, come il Re in Spagna; | o molti, come i Nobili in Venezia; o tutti, come gli | Atenesi e Svizzeri; o uno e molti insieme, come in Polonia; | o molti e tutti, come già in Roma la plebe et il Senato; o | uno, molti e tutti insieme, come in Lacedemone il Re, | gl'Efori et il popolo. Afor. pol. 94. 36. Le leggi ottime sono le poche e brevi, che si accordano | al costume del populo et al ben commune. Le leggi | tiranniche sono molti lacciuoli, che ad uno o a pochi sono | utili, e non si accordano col costume publico, affinché crescano | li pochi autori d'esse. 102. 64. Item, chi predica nova setta in qualche verità fondata, | acquista imperio con la lingua, mettendo guerra tra la prima | religione e la nova setta tutta accommodata al gusto del | popolo; ma però non dura tal imperio, né però essi troppo | ci mettono la vita, come gli eresiarchi ne sono essempio, | che se bene molto acquistarono, poco il tennero, come Giovanni | Leidense, Farello e fra Dolcino; e quelli che lo | mantennero, fu perché la spada poi s'adopera da' lor credenti, | ma non per imperare essi predicanti, ma gli possenti | loro: così avvenne a Lutero et Arrio. 111. La prudenza, puniendo una colpa, resta amata da tutti | e fa il popolo megliore; l'astuzia puniendo resta odiosa e la | sua punizione fa il popolo peggiore. 123. La prudenza, puniendo una colpa, resta amata da tutti | e fa il popolo megliore; l'astuzia puniendo resta odiosa e la | sua punizione fa il popolo peggiore. 123. 106. Se l'elezione sarà fatta dal popolo tutto è pericolosa, | perché questo non conosce la bizzarria delli tiranni occulti, | e s'inganna, e dagli oratori è tirato sempre dove lor piace, | e non s'accordano, e sempre mutano. Onde Firenze ha patito | infiniti mali da questa elezione popolare, massime quando | non si fidano ai nobili e chiamano forastieri, come chiamaro | il Duca d'Atene e furo divorati. 126. 131. O perché i rettori supremi usurpano il dominio armandosi | con birreria e tiranneggiando, come i Decemviri | Romani. Rimedio è non fargli in vita officiali et armare | il popolo contra loro donandogli capi, come i Tribuni della | plebe, e che non possano aver guardia di forastieri soldati, | e levargli l'autorità di far leggi senza consentimento commune, | e l'ultima appellazione si pertenga al conseglio grande | di tutti. 135. 132. O perché diventano molli i nobili e si disarmano e | fansi deliziosi, et il popolo li sprezza e s'arma contra loro, | e fa lo stato popolare per ogni occasione d'insolenza e d'ingiustizia | che facessero. Rimedio è che i nobili non siano | soli, ma che si possa aggregare nella nobiltà ogni valoroso, || et insertargli in matrimonio, cioè con vertuosi popolari, | come fe' Romulo in Roma e Canuleio. 135. 133. O perché contrastanno al popolo de gl'ufficii et onori, | e delli beni, e delli tributi, e della legge agraria, e d'altri | simili; 136. e se vincono i nobili, perdesi la republica, perché | bisogna che tiranneggino spesso e rovinino; se vince la | plebe minuta, ogni cosa è peggio, perché i nobili se ne fuggono | e chiaman forastieri, et il popolo resta preda di ogni | cittadino ingegnoso o di forte forestiere. 136. E se la nobiltà | s'aggrega alla plebe per poter aver officii, s'avilisce con | quella e la republica manca, come sempre avenne a Firenze | e spesso a Genova. Rimedio è che vinca il popolo mezzo | tra la plebe et il senato de' nobili, e che la vittoria del popolo | sia tale, che egli possa entrare negli ufficii et onori | degli nobili, che si dividono tra loro, e così gli campi e le | regioni, facendosi eletti e tribuni del popolo, e massime i | Grascieri, al che la plebe più mira, ché questi modi annobiliteranno | il popolo e la republica, e non avilisceranno la | nobiltà, ma la cresceranno. Però Roma per tali vie sempre | s'augmentò, vincendo la plebe, al contrario di Firenze, vincendo | ivi anco la plebe. 136. E se la nobiltà | s'aggrega alla plebe per poter aver officii, s'avilisce con | quella e la republica manca, come sempre avenne a Firenze | e spesso a Genova. Rimedio è che vinca il popolo mezzo | tra la plebe et il senato de' nobili, e che la vittoria del popolo | sia tale, che egli possa entrare negli ufficii et onori | degli nobili, che si dividono tra loro, e così gli campi e le | regioni, facendosi eletti e tribuni del popolo, e massime i | Grascieri, al che la plebe più mira, ché questi modi annobiliteranno | il popolo e la republica, e non avilisceranno la | nobiltà, ma la cresceranno. Però Roma per tali vie sempre | s'augmentò, vincendo la plebe, al contrario di Firenze, vincendo | ivi anco la plebe. 136. E se la nobiltà | s'aggrega alla plebe per poter aver officii, s'avilisce con | quella e la republica manca, come sempre avenne a Firenze | e spesso a Genova. Rimedio è che vinca il popolo mezzo | tra la plebe et il senato de' nobili, e che la vittoria del popolo | sia tale, che egli possa entrare negli ufficii et onori | degli nobili, che si dividono tra loro, e così gli campi e le | regioni, facendosi eletti e tribuni del popolo, e massime i | Grascieri, al che la plebe più mira, ché questi modi annobiliteranno | il popolo e la republica, e non avilisceranno la | nobiltà, ma la cresceranno. Però Roma per tali vie sempre | s'augmentò, vincendo la plebe, al contrario di Firenze, vincendo | ivi anco la plebe. 136. 137. O perché alcun nobile si fa amico del popolo a tempo | di fame o d'altra occasione, et accusa i nobili al popolo, | e predica in favor di quello, e lo fa armare contra i nobili, | e poi resta re loro, avendogli spenti. Rimedio aver i tribuni | della nobilità per guardia loro, come hanno i popoli i loro, | et occider subito questi tali, come Roma uccise Melio e | Marco Manlio, che questo peccato commettevano. 138. 138. Né la nobiltà né il popolo devono esser disarmati di | capo e di milizia, ma essendo, siano tutti due, come in | Venezia non è milizia propria. 138. 139. O mancano perché non hanno milizia, temendo il | popolo la nobiltà e la nobiltà il popolo et i suoi, e si chiamano | condottieri forestieri, come fà Venezia, i quali poi | s'insignoriscono dopo una vittoria, come fe' Sforza in Milano | e potea far Bartolomeo Coglione a Venezia. O si tradono, | come Malatesta in Firenze. Rimedio è l'armarsi l'una || parte e l'altra, e non dare autorità suprema in arme a forastiero, | e mantenerlo con speranza d'aggregarlo alla nobiltà, | e non servirsi di baroni, ma di soldati elevati in guerra per | capitani. 138. 139. O mancano perché non hanno milizia, temendo il | popolo la nobiltà e la nobiltà il popolo et i suoi, e si chiamano | condottieri forestieri, come fà Venezia, i quali poi | s'insignoriscono dopo una vittoria, come fe' Sforza in Milano | e potea far Bartolomeo Coglione a Venezia. O si tradono, | come Malatesta in Firenze. Rimedio è l'armarsi l'una || parte e l'altra, e non dare autorità suprema in arme a forastiero, | e mantenerlo con speranza d'aggregarlo alla nobiltà, | e non servirsi di baroni, ma di soldati elevati in guerra per | capitani. 138. 141. O perché il popolo non si fida della nobilità, né la | nobiltà del popolo, quando sono agguagliate, e chiamano | arbitro strano, come fece Firenze chiamando il re Roberto | et il Duca d'Atene, e quelli divora ambe le fazioni e sottopone. | Rimedio non chiamar arbitri se non religiosi della | stessa patria, e sottomettere queste differenze a sacerdoti, | come provede Moisè divinamente (Deuter. 17). Le mutanze | sono infinite e le cause. Leggasi l'istoria fiorentina, ché | quella città le provò tutte e patì, e la romana opposta a lei. 139. 141. O perché il popolo non si fida della nobilità, né la | nobiltà del popolo, quando sono agguagliate, e chiamano | arbitro strano, come fece Firenze chiamando il re Roberto | et il Duca d'Atene, e quelli divora ambe le fazioni e sottopone. | Rimedio non chiamar arbitri se non religiosi della | stessa patria, e sottomettere queste differenze a sacerdoti, | come provede Moisè divinamente (Deuter. 17). Le mutanze | sono infinite e le cause. Leggasi l'istoria fiorentina, ché | quella città le provò tutte e patì, e la romana opposta a lei. 139. 144. O perché in parlamento chi ha meglior lingua inganna | e si fa eligere essendo tristo. Rimedio è che le cause | civili siano giudicate da ciascun capo di strada posto per | arbitro da quelli della medesima arte, come fanno i Svizzeri | e Grigioni, e le criminali dagl'ufficiali communi in | ogni terra eletti dal popolo ad tempus; e le cause di stato | siano trattate dal senato in modo che li eletti del popolo | sappino il tutto, o almeno quel popolo che è capo d'imperio, | come era l'Atenese e 'l Romano; et i governatori di | provinzie, sendo proposti li più boni del popolo, cavargli | a sorti di quei boni imbussolati. 140. 145. O perché i troppo poveri del popolo si cerchino d'arricchire | con l'ufficii, e gli troppo ricchi tiranneggiano. Rimedio | è che non partecipi al governo chi non ha cento docati | di rendita, né chi ha più di trecento, o che si chiami | potestà forestiere, come fa Firenze, ma questo argumenta | poco buon temperamento dei suoi a rovina. 140. 146. O alcun pascendo il popolo accaptiva gl'animi e s'insignorisce. 140. 147. O perché il popolo fa guerra et il capitan prolunga | la guerra e benefica i caporioni del popolo e piglia autorità | tanta, che torna a casa tiranno, come Francesco Sforza in | Milano. Rimedio è che penda dal consiglio e da proveditori | publici, ma è poco buono, perché tutte le republiche popolari | son soggette a questo e credo che Maurizio di Orange | si farà signore di tutta la Fiandra con tal arte, se etc. 141. 148. O beneficando alcun il popolo, accusa i megliori, e | piglia credito, e dimanda birri per guardia del suo corpo | contra gli accusati, e con quei s'insignorisce, come fe' Pisistrato | in Atene. Rimedio è che i nobili abbiano i tribuni | loro e che il popolo s'armi di savi e religiosi, come Solone | et Elia, e crederli, come Atene non credette e perdette. 141. 148. O beneficando alcun il popolo, accusa i megliori, e | piglia credito, e dimanda birri per guardia del suo corpo | contra gli accusati, e con quei s'insignorisce, come fe' Pisistrato | in Atene. Rimedio è che i nobili abbiano i tribuni | loro e che il popolo s'armi di savi e religiosi, come Solone | et Elia, e crederli, come Atene non credette e perdette. 141. 150. O vero manca perché alcuni particolari astuti obligano | a sé con beneficio gl'oratori, li poeti e li pedanti, li | quali poi mettono il lor benefattore in gran credito del popolo, | onde diventa Padre della Patria e per conseguente | tiranno, come fu fatto Cosimo de' Medici in Firenze. Rimedio | è togliere l'autorità a tutti letterati che vendono l'opera | e le composizioni sue, et autorizare solo quelli che con | religiosa scienza ammaestrino il publico, tener maestri publici | con il salario publico e levar l'autorità a tutti nuovi | predicanti, che non sono eletti secondo le leggi ad informare | il popolo; del qual rimedio tardi s'avvidero i Grigioni e | Svizzeri. 142. 150. O vero manca perché alcuni particolari astuti obligano | a sé con beneficio gl'oratori, li poeti e li pedanti, li | quali poi mettono il lor benefattore in gran credito del popolo, | onde diventa Padre della Patria e per conseguente | tiranno, come fu fatto Cosimo de' Medici in Firenze. Rimedio | è togliere l'autorità a tutti letterati che vendono l'opera | e le composizioni sue, et autorizare solo quelli che con | religiosa scienza ammaestrino il publico, tener maestri publici | con il salario publico e levar l'autorità a tutti nuovi | predicanti, che non sono eletti secondo le leggi ad informare | il popolo; del qual rimedio tardi s'avvidero i Grigioni e | Svizzeri. 142. E Catone si stupiva che incontrandosi un sacerdote | con l'altro non si ridessero insieme delle burle che al popolo | facevano predicando li dèi e sacrificando per goder essi; Senso delle cose 172. Poi la povera Italia e | Spagna ha dentro un diabolico Macchiavello, che infetta le | più nobili parti de la Republica e dona a credere che la Religione | sia astutia di preti e di frati per dominar il popolo | a consenso di Prencipi, che l'hanno per ruffiana di lor fraudi. Ateismo 5. E certo nulla cosa è più al vangelo contraria quanto sforzar | la gente ad esser christiani, perché il christianesmo è la stessa | rationalità che, ben intesa, per natura si abraccia, e pur al populo | questo è consiglio, perché tutti son capaci di tanta virtù. 106. E chi sa de magia naturale, ben conosce l'importanza di | questi simboli, almeno per mover la fede et opinione | della persona, et animarla a novità di pensieri e di fatti, e farsi | riverendo al populo bisognoso di capi venerabili per osservar | la legge con alacrità e sincerità. 118. Li Giapponesi credeno malamente alla legge loro, e puoco | credeno al libero arbitrio, e l'altro secolo solo il popolo crede, | e sono sfrenati in tutte le passioni, e di virtù vera sconoscenti. 122. Qui vedi quanto fu grande la empietà di Ieroboam, che | adorò le statue del vitello, e questa et ogni altra impietà nacque | dalla ragion di stato, perché il suo populo non andasse ad | adorare in Ierusalem il vero Dio, e non ritornasse il regno | tutto a Roboam, Re di Gerosolima. 147. E tutte queste impietati fur dall'antichi usate per far il popolo | ignorante e vile schiavo a Dei vili, perché essi più facilmente | potessero dominarlo. 147. Perché invero non si può tiranizare || quel popolo che adora il vero Dio vivo, perché è magnanimo, | coragioso, non comporta torto et ingiustitia et avvilimento | di se stesso, e li tiranni l'avviliscono prima per | via di religione e così, sendo abandonato da Dio e di quella | generosità e fiducia che li dona la servitù de l'omnipotente, in | pena del peccato resta schiavo del tiranno, e poi il tiranno è | preda di forastieri in sé, o nelli posteri suoi, come in ogni | historia si legge. 148. Quel che dicono che {Mosè} non promese beni e mali dopo la | morte, perché il popolo era grosso e fanciullo, che con li | beni e mali presenti solo all'uffitii era spinto, non sodisfà al | politico. Perché la Sapienza chiama a quel popolo sine querela, | e santo e sapiente rispetto agl'altri populi, e nondimeno | li Caldei credeano inferno e paradiso, e Platone e li Greci | tutti quasi, e Pittagora e li Romani, come Salustio dice che | Catone rimproverò a Cesare che non credea l'inferno, et | era heretico. 156. Onde | son certo che noi da Dio non ricevemo cosa più eccellente || dell'anima; dunque questa si deve a lui offerire, e con li sacrifitii | esteriori protestarlo, et animar il popolo di questo sentimento, | tal che son certo che non ha il Mondo maggior sacrifitio | di quello quando l'huomo dedica se stesso, quando si fa | religioso et applica al servitio di Dio con l'animo e con la vita. 165. volendo Dio magnificar il suo popolo | con sacrifitio differente degl'altri, che a Dio per se stesso | è accetto, non ha potuto né convenia dare altro che se stesso | in sacramento, perché solo Dio è accetto per sé a Dio; et in | questo sacramento è la divinità per compagnia alla humanità. 175. Se miri poi alli sacrifitii dell'altre nationi, son parte impietà, | parte lordura, sporchezza, grasso di bestie. Le quali Dio | donò al suo popolo «usque ad tempus», come dice Ieremia; 176. La religione di adorar li santi et imagin loro per tutto è | ricevuta, si non da turchi e calvinisti. Gl'hebrei anco son nemici | di imagini, perché sono sogette allo scherno de le bestie | e del fuoco, et il popolo può idolatrare. 177. Nondimeno, dove il populo è rationale, trovo che non | sia disdicevole secondo la natura, perché è naturale a noi riverir | l'imagine dell'innamorata e degl'amici, e desiderarla in assenza | loro. | Così, sendo Dio fatto huomo, il che non era al tempo dell' | hebrei, non è si non bene adorar la sua imagine, e la croce in | cui è rapresentato crucifisso. 177. E tra legislatori trovo assai astuti, che o per ambitione propria, | o perché si credettero che l'arte degl'altri legislatori fosse | astutia pure, e fintione di savii li miracoli, per tener il | popolo in obedientia con inganno amoroso o pernitioso, finsero | essi ancora esser mandati da Dio, e fecero miracoli falsi, e | donaro legge. 181. Conviene al medesimo prencipe, per essere ottimo al popolo, | havere la potestà spirituale, e temporale, altrimenti o diventaria adulatore | delli prencipi temporali, et prevaricatore della legge per loro, | et non potria vendicare li rei bestiali trasgressori; overo saria soggetto | alli heresiarchi, et altri dottori fallaci. Ma havendo l'una, et l'altra | potestà, tutte le cose senza disturbo può regolare, et non uscir dal | senso vero. Mon. Messia 54. Però nel tempo di Saturno, dice | Platone, si vivea secolo felice, aureo, che bastava il timore della religione | a frenar li popoli di far male. Poi seguiro li prencipi laici non | sacri, et si guastaro li secoli a poco a poco, perché chi non è sacerdote | non ha riguardo tanto a Dio, né che i popoli di lui si scandalizino; | ma il sacerdote, che più teme di mostrarsi indegno d'honore sì | divino, come humano, è migliore, e sta più nel suo offitio, ma quando | erra è caggione d'ogni male, et il suo mal'essempio basta a fare il | popolo empio e diabolico. 58. Le trasmigrationi tante del | popolo d'Israel han portato tesoro infinito al mondo, multiplicando | la conoscenza del vero Dio, et insieme sendo essi puniti, perché | meglio lo conoschino, e predichino secondo disse Tobia. Hor se Dio | si serve di tanti mali in bene, quanto meglio saria il bene passar in | meglio sotto l'unità della fede et prencipato universale. 63. Christo fu figurato da Adamo, | da Noè, da Melchisedech, da Moise, da Samuel, da David, Abramo, | e tutti questi hebbero la potestà spirituale, e temporale, furono prencipi, | e sacerdoti del popolo loro; dunque Christo fu l'uno e l'altro. 84. Ecco David è suscitato in Christo prencipe e pastore, notando il | temporale et il spirituale che, quantunque li regi siano chiamati da | Homero pastores populorum, il che molto piace a Platone, san | Bernardo e san Chrisostomo, et dicono che tanto più savio il prencipe | deve essere del popolo quanto il pastore del gregge, et pascere sia | il medesimo che reggere in lingua greca, nondimeno sempre più il | nome di pastore è convenuto allo spirituale, et di prencipe al temporale, | et a Christo è detto Pasce eos in questo loco, et egli a Pietro: | Pasce oves meas. 90. Però | avvenga che il prencipe dal popolo dependa per l'elettione, tanto più | deve pendere dal papa, che può annullare l'elettioni del popolo sua | sposa e gregge, et irritare, correggere e donare. E che sia così egli | depose Childerico, re di Francia, non per scisma, né per heresia, ma | solo perché era inetto al regno. Egli donò l'elettorato a sette prencipi || oltramontani, per provedere alle guerre e discordie d'altre nationi, e | per stabilire la difesa del christianesimo. 127. Dico ancora che pur | Christo incarnato non ha dato a noi potestà di mangiare, né di | caminare, che queste a noi ce l'haveva date, ma solo ci insegnò che | facessimo queste attioni raggionevolmente per non deviare dal regno | celeste. Così non ha dato l'elettione, la spada, la successione, perché | prima ce l'haveva date; ma solo le corresse, e pose un capo sopra | tutte, e da quello si deve dire che pendano, e non dal popolo. 128. Hor soggiungo un'altra ammirabile profetica | dottrina, che tutto il christianesimo, sendo regno del Messia figlio di | David, non ha authorità prencipe alcuno, né gladio dal popolo, ma | solo dal Messia, David, e da Dio: ma vero è che non immediatamente | tutti, ma per mezo del popolo, a cui Dio pur nella legge della | gratia lassò questo, perché quando fece re Saul, e David, pur ha | voluto che il popolo l'elegesse. Dunque pendeano da Dio con questo | mezo dell'elettione. 129. Hora io dico che questa spada e potestà li christiani non hanno da | riconoscerla, se non dal Messia, al cui regno sono incorporati, et al | suo senno reggerla, perché essi tutti sono David, e la spada loro è | quella di David resuscitato, e non quella che havevano prima dal | popolo gentile, se non in quanto era rationale, et in quanto rationale | ogni popolo è christiano, sendo Christo la prima raggione; 130. Dunque se bene li prencipi rispetto | del popolo si dicono dei, il papa est Deus Deorum rispetto a loro. 131. Christo | corregge questa maniera di dominio, e dice che non sia altro la signoria | christiana se non un servire a Dio per guida e pastore, anzi | per ministro di tutto il popolo; 138. Il medesimo dico delli | prencipi secolari, che nullo sia domino della republica, ma servo e | ministro principale, guida e re, defensore e pastore delle pecore di | Christo. E però l'imperatore nel Codice si chiama servo della Chiesa | di Dio. Chi è la Chiesa, se non il popolo christiano insieme con i | suoi prelati? 139. E perché a loro basta l'elettione con la successione data dal | popolo, et il popolo non ha signoria sopra il papa, come le pecore | non han sopra il pastore, ma bene soggetti sono; quella potestà che | hanno li prencipi dal popolo soggetto all'obbedienza del papa si | transferisce con la medesima obedienza e limitatione. 140. E perché a loro basta l'elettione con la successione data dal | popolo, et il popolo non ha signoria sopra il papa, come le pecore | non han sopra il pastore, ma bene soggetti sono; quella potestà che | hanno li prencipi dal popolo soggetto all'obbedienza del papa si | transferisce con la medesima obedienza e limitatione. 140. Dapoi segue che non possino far guerra contro la giustitia dichiarata | nella legge evangelica per li canoni, ma solo a difesa del popolo | christiano, non per aquistar regni, dominij, et honori falsi sopra le | altre nationi o christiane, o pagane, perché essi non sono altro che | defensori e rettori delli popoli loro; ma sendo ingiuriati ponno guerreggiare, | come per giuditio bono consta la raggion loro. 140. Devono anche li prencipi mettere la vita per lo | popolo loro, come Christo, e come in legge di natura fece Codro in | Athene, e dui Decij in Roma, et altri altrove. 141. Meraviglia è del Soto, | che dice che il re fu fatto per il regno e non il regno per lo re, lib. X, | q. 3, ar. 1, De Iustitia et Iure, e poi vuole che il re possa punir tutta la | republica e sia signore nel 4, q. 4 ar. 1, e che non conosca signore in | terra se non in ordine ad spiritualia, poiché il papa può sopra lui anche | quando maltratta il popolo tirannicamente e quando è sciagurato, | e stolido, et inetto, come fu Childerico, quando è ruvinoso, come | quel di Portogallo. 141. Talché il prencipe fa due perdite per loro: una, che non ha strumenti da | guidar la casa e il regno e da opporse a nemici; l'altra è che vien forzato a | sublimar questa canaglia, che poi imbratta de vizii la corte, il popolo e il regno, | e chi non è atto a servizii gravi, se non a mostrarsi il primo a pigliar | l'orinale al padrone, lagnarsi con gridi e pianti quando dice che gli duole il | piede o il dente, lusingarlo, untarlo e gabarlo, e questo noce più alli prencipi | ecclesiastici che agl'altri, se bene è peste universale e offizio di Circe, che fa | l'uomini bestie, come diceva Socrate, e non di Demetra, che fa di bestie uomini. Politici 164. nondimeno poscia, in quel tumulto del populo contra Roboam figlio | di Salomone, che per consulta de statisti non volse il popolo sgravare, fatto | esso Ieroboam re, entrò in raggion di stato a dubitare che li suoi vassalli andando | in Gierusalem ad adorare Dio dove era solamente tempio di tutta la | Giudea, e così pensoso instituì nel suo regno l'idolatria de vitelli d'oro, perché | non avessero occasione per mezzo della religione di sottostare a tornare a | Roboam, e perché non adorassero quel medesimo Dio che voleva essere adorato | in Gerosolima: bestia, che non pensò che quel Dio che li donò il regno ce | lo poteva anche conservare. 177. nondimeno poscia, in quel tumulto del populo contra Roboam figlio | di Salomone, che per consulta de statisti non volse il popolo sgravare, fatto | esso Ieroboam re, entrò in raggion di stato a dubitare che li suoi vassalli andando | in Gierusalem ad adorare Dio dove era solamente tempio di tutta la | Giudea, e così pensoso instituì nel suo regno l'idolatria de vitelli d'oro, perché | non avessero occasione per mezzo della religione di sottostare a tornare a | Roboam, e perché non adorassero quel medesimo Dio che voleva essere adorato | in Gerosolima: bestia, che non pensò che quel Dio che li donò il regno ce | lo poteva anche conservare. 177. Ma oggi han chiarito il mondo di se stessi tutti l'eretici di Francia e di | Germania, sendo nata in publico la setta de politici professanti di credere solo || quello che è a loro utile e comodo, come narra il Butero, e già s'è fatto per | decreto e consuetudine che ogni popolo abbia a seguitare quella setta che | piace al prencipe, e si trova che una provincia ha cambiato quattro o cinque | volte religione secondo ha piaciuto al suo instabil prencipe o al successore | mutare: che più pazza e sfacciata sentenza contra Dio e contra tutta la verità | della religione si poteva imaginare? 178. Onde Dante | poeta disse: «Sempre la commistion delle persone fu ( cagione del mal | delle cittadi», etc. E però li Giudei quando provaro l'altre sette, si | fecero Saducei ateisti. E li gentili romani per le tante sette diventaro | ateisti, e oggi gli Germani dopo tante altre sette son giunti | all'ateismo, e fecero leggi che mutando il principe religione la muti il | popolo, e ritengon i titoli che ricevettero dal Papa predicato da Lutero | per Anticristo. Dunque essi sarebben Anticristiani. Mon. Francia 496. 2. Di più, li Spagnoli dopo la invenzion del Mondo novo si | macularo di nova malizia, dubitando perché Dio non mandò genti | predicatori in 5500 anni. E perché non viddero il paradiso terrestre né | l'inferno né il purgatorio sotto la terra, come scrissero diversi teologi | cristiani. E che ci era altra gente, del che avean scritto il contrario Lattanzio, | Metodio, Dionisio Tarsense, Procopio Gazeo, S. Augustino, | Giustino e altri gran Padri della cristiana fede. E se pur il popolo | questo non considera, lo considerano i maggior di loro. E però fanno | contra quelli meschini quel che a nemicissimi si farebbe da chi non | avesse alcun sapore né timore di Dio. 496. 3. Ch'i Francesi son primogeniti dello temporale e spirituale, ut | supra, nel Cristianismo, e che falsamente van dicendo li Spagnoli, | che Francia sia eretica, perché né il Re, né suoi consiglieri, né li | vescovi, né il parlamento son eretici, anzi piissimi, ma solo alcuni del | popolo e di laici. 504. Item, | per accomodar le differenze tra il popolo e il principe fu alzato da Dio | questo tribunale {il papato}, et esercitato da S. Pietro in qua. Et è naturale questo, | perché non ci può esser giudice interno che saria interessato: però | Genua e Fiorenza e l'altre republiche d'Italia chiamavan i potestà | forastieri. 540. A Napolitani e Siciliani non bisogna far proemii: perché son tanti i | maltrattamenti che senteno da Spagnoli e sempre novi e presentanei, che | si darebbeno al Turco e al diavolo pur che li mostrassero principio di | liberazione da tanti mali. Il popolo ha inanti agli occhi li tributi, le | gabelle ogni dì crescenti e non solubili, e come nullo ha podere né casa | omai, che non soggiaccia all'imperio d'esattori. 564.

I testi del CLERP

Il CLERP si basa sui seguenti testi di Campanella:

Epilogo magno, 1598* °
Monarchia di Spagna, 1598-1600*
La città del Sole, 1601-1602*
Aforismi politici, fine del 1601*
Del senso delle cose e della magia, 1604*
L’ateismo trionfato, 1606-1607*
Monarchia del Messia, 1606-1607*
Politici e cortigiani contro filosofi e profeti, 1627*
Monarchia di Francia, 1636*

* Probabile data di redazione del testo.
° Il testo che ci è pervenuto corrisponde alla seconda redazione (1604-1609)

Le entrate del CLERP

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Guida alla lettura
Abbreviazioni e schede

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Achitofel
Achitofellisti
Alemagna v. anche Germania
amor proprio
anarchia
angelo
Anticristo
arbitrio, vedi libero arbitrio
aristocrazia
Aristotele
astuzia
ateismo
ateista
Calvinisti
*Calviniani
Calvino
clima
congiura
cortigiani
cristianesimo
Cristiani
Cristo
Dante Alighieri
democrazia
demonio
diavolo
dispietà
dominio
*dominio naturale
Ebrei
empietà
Epicuro
equità
eresia
eretici
Ermete Trismegisto
Esdra
Europa
fato
filosofo
fortuna
Francia
genti
Gentili
Germania v. anche Alemagna
giustizia
governo
idolatria
imperio
impero
inferno
Inghilterra
Italia
legge
*legge di Cristo
*legge di natura; legge naturale
*legge divina
legislatore
leoni
libero arbitrio
libertà dell'arbitrio
libertà della religione
libertà di conscienza
libertà di signoria
libertini
Licurgo
Luterani
Lutero
macchiavellista
Macchiavello
male
Maometto
Messia
miracolo
monarca
monarchia
*monarchia di Cristo
*monarchia universale
Mondo nuovo
Mosè
Numa Pompilio
occasione
oligarchia
opportunità
papa
papato
paradiso
Platone
politia
politica
politico
popolo
predestinazione
principato
principe
profeta
profezia
*profezia naturale
provvidenza
prudenza
purgatorio
ragion di stato
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*regno di Cristo
religione
*religione naturale
repubblica
*repubblica di Cristo
*repubblica popolare
Romani
Romolo
sacerdote
*sacerdote sommo
sbirro
secolo aureo
setta
Socrate
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Solone
sommo bene
Spagna
statisti
stato
teologia
teologo
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