legge - Non si può dire ch'Egli non habbia cura del || Mondo, perché tutte le cose si governano con senno et | arte, et più la politica de gli animali, et più quella de gli | huomini; il che se conviene alle parti del Mondo, converrà al | tutto; dunque al Mondo soprastà il Senno universale, onde | pendono i particolari saperi. Dunque ha dato legge a gli | huomini, poiché con miracoli, riscontri et sangue sparso | hanno ciò approvato coloro che si vantano del | suo consortio, a noi tutto vicinissimo, benché lontanissimo | per trascuraggine delle cose divine avvenuta per | troppo amore delle humane. Epilogo 509. Quinci | è che gl'impudichi per natura et gli avari per natura ponno | operare pudicamente et liberalmente, perché seguitano il decreto | della sapienza propria che dà legge alle virtù, o la sapienza della | legge divina predicata da Religiosi, a quali obedendo più meritano, | et perché ogn'un opera quel che c'è anteposto per bene | dal proprio et dall'altrui senno. 516. Dunque non l'uso fa le virtù et i vitij, ma | son casi naturali, - come la gravezza alla pietra, che non ha modo || di esser leggiera -, perché lo spirito humano è sottile et mobile | e facile a mutarsi et farsi obediente alla persuasione altrui. Onde | molti iracondi per timor della legge e timor di Dio mansuetamente | operano, et li libidinosi castamente: et questa cosa è | degna di più lode et di merito quando la gratia di Dio è con | loro. 517. La Religione sia l'anima di tutto | questo corpo mistico, che mediante l'unità sua vi unisce; | spirito sia la legge, gli huomini siano corpo, gli agricoltori | siano mani, i savij gli occhi, gl'ignoranti ventre, gl'intestini | artefici, i providi fegato et cuore, cioè granari et | serbatori, i marinari siano piedi et li naviganti, gli ambasciadori | l'orecchie etc. 552. Et quando io verrò nel Mondo, | che son vero Re, tutti li Regij spurij et a caso si volgeranno | contra. Et così faranno agli altri Re per natura questi | Re di fortuna, vestiti, come in comedia, di maschera regale, | et li uccideranno e travaglieranno. Però io nel fine giudicherò | tutti». Così diceva quando insegnava | la vera giustitia, et minacciava le punitioni ai popoli che, | lasciato il senno, faranno - a caso, et a favore et a sangue | riguardando - li Prencipi, le leggi et i Magistrati et l'arti. | Questi Magistrati trasgressori della giustitia si dissero | ingiusti. 553. Et quelli che troppo osservano le leggi temporali, | come gli Hebrei (questi non combatteno il sabbato per non | violar le leggi mal intese da loro, et non magnano | carne porcina, et altre cose fanno a tempo), e Torquato, | che ammazzò il figliuolo valoroso vincitore per osservar | la legge, non si dice, come né ancho i predetti, ingiusto, | ma rigido e duro; et questa rigidità nasce dall'ignorar || l'anima della legge. 553. La legge eterna, ch'è la prima | ragione, sempre sta, et è con utile, ma non le temporali, | perché col tempo si mutano; et quelli nelli cui cuori Dio | la scolpisce hanno auttorità di ciò fare. 554. Et se pure non è honorato non s'attrista il generoso, perché | è consapevole sé esser degno d'honore: onde è beato | in sé non in altri, et di questa sua beatitudine si | contenta, da Dio conosciuta ed apprezzata. Solamente obedisce | et riverisce i buoni et le leggi, come simili et da simili | fatte, et più quando da Dio. 566. Nondimeno | la generosità mai non fa vendetta, ma tutto rimette a Dio, | vergognandosi di trattar con bassi, come s'havesse a vendicarsi | di ebrij o matti vilmente et pigliar legge da loro: | mentre rende bene per male, non per timore, ma per la detta || cagione, et perché conosce sé degno et atto di far bene a | tutti et di vincere con cortesia gli animi bestiali | et farli humani. Il che è proprio di Domenedio. 566. Così hoggi Pietro et Paolo | sono Padroni di Roma, le cui statue et memorie son gettate | a terra, e quelle de i Santi drizzate su ne i tempij et altari; | et Socrate è lodatissimo et i suoi occisori biasmatissimi. | Et quello diede legge con parole et vita et morte, et ogn'uno | desidera esser quale egli fu; et questi sono | odiati, et nessuno vorrebbe essere qual essi furo. 567. È ben raggione che tu sij punita poi, se non | saprai a tuo senno far oprar questo spirito, ch'è di tanta | intendenza virtuosa capace. Io non ti sto a donar pietre | et piante, ma spiriti nobilissimi partecipi delle tue virtù, | che teco fanno simbolo et armonia. Né scusa fia che sian | partecipi di vitij, perché non saran tali se non volendo tu, | perché hai somma libertà di volere et svolere secondo | la legge mia, che nelle tue virtù intaglio viva per | tuo compimento nella mia similitudine. Et lo spirito per | natura è più atto al bene che al male, perché ciascun ente | vuol esser buono et conservarsi, né si trovarìa chi desideri | la propria destruttione, 568. Ma se oprarai non per questo amor mio et del prossimo, | ma di beni fragili del tuo appetito senza freno di legge | d'amore ma di paura odiosa, uscirai di regola, si perverterà | la natura, sarai schiava della parte inferiore, et quella | sarà schiava del corpo che si distemprarà, ribellandosi il | più et manco caldo con varie infermità, li spiriti saranno | impuri fuliginosi grossi et gli organi mal formati. Et | pero diventerai ignorante per loro, et raro avverrà che | fiano lucidi puri et mediocri, simili all'Idea mia del tutto. 569. L'imperio però turchesco viene da Jafet per Magog, e dalla | legge di Sem per la linea d'Ismaele, donde è Macometto, sì come | sempre fu costume de settentrionali feroci e vittoriosi con l'armi di | Jafet pigliare legge dalli sapienti meridionali, che son di Sem, [ma | altrimenti è successo l'imperio de tiranni], che sono di Cam. Mon. Spagna 28. {Spagna} Facciasi anco in breve scrivere tutte le leggi che hanno osservato e | osservano al presente tutte le signorie e nazioni, e li ordini loro e religioni | e costumi e servirsi delle buone e repulsare le male, guardando | però che non si doni legge che non consenta al costume del clima. 100. {Spagna} Facciasi anco in breve scrivere tutte le leggi che hanno osservato e | osservano al presente tutte le signorie e nazioni, e li ordini loro e religioni | e costumi e servirsi delle buone e repulsare le male, guardando | però che non si doni legge che non consenta al costume del clima. 100. Devono le leggi esser tali che il popolo le osservi più con amore | che con timore, vedendo che quelle sono a sé utili. Però quando le | leggi sono utili solo al Re o a pochi suoi, il popolo le odia, onde prevarica, | e nascono le punizioni sopra la roba e sangue loro e li banditi e | loro male azioni. Per tanto bisogna poi fare nove leggi per punire quei | mali, e per quelle altre più nove, e si moltiplicano le leggi, e si diminuisce | l'osservanza, e si odia il principe, e il popolo s'ammutina o | manca di numero, il che più nuoce al prencipe, perché li mancano li | soldati e i tributi. 102. Però ogni tiranno che fa le leggi utili a sé solo è | ignorante, perché più si consuma, e il Re è savio, che parendo a sé | nuocere, si giova. E in effetto ogni signore più s'aggrandisce quando | egli è populare, che quando è amico di pochi signori de suoi, come | Augusto e Tiberio ne sono contrarii esempi. 102. Dopo, deve conformarsi al costume, perché i popoli | settentrionali fieri vogliono leggi larghe, e con la reverenza essere corretti, | non con la forza: però || rovinò la Fiandra sotto il duca d'Alba .102. Quando si spopula un paese perché è d'altra religione, subito si | deve mandar nova legge per mano di un vescovo e di un capitano | grande, e quivi colonia porre di gente opposta. Onde in Africa Fiandresi, | | si devono mandare ad abitare. 104. Il primo guardiano della legge sia l'onore, il secondo l'amore, il | terzo il timore; se questi si postpongono, le cose vanno male. 106. Dunque da noi impararo i Turchi, e noi trascuramo la legge apostolica | per osservar la romana e gentile. 140. Quando poi si occupa paese strano di dominio, ma non di religione, | non si deve spopulare né mutar legge, ma presidiarlo e mandar | i supremi officiali dei tuoi, e i bassi officiali siano del popolo del paese, | e a poco a poco mutar le leggi loro nelle tue, però più strettamente o | largamente secondo il clima comporta. 154. Si deve poi il re di Spagna procurare l'amor dei popoli, non solo | tra loro, ma anco a se stesso, con le leggi utili, e con la moltiplicazione | e rilassamento de tributi, e con mettere equalità, e far le altre cose, ut | supra, perché nessuna cosa nuoce più al Re che l'odio de popoli a sé, | onde ne nascono le congiure contro la sua persona, o contra lo stato. 176. Onde loro {ai settentrionali} conviene legge assai | larga, perché le passioni dell'animo loro sono più possenti a sfrenarli, | che la legge a frenarli, e confidati nella forza non stimano l'autorità | dominante: le quali cose son tutte contrarie a meridionali, e massime | a Spagnoli, che sono loro antiscii. 280. Altri fecero Dio causa del | male e tiranno, come Calvino, per fare che ogni cosa Dio faccia, | contrarissima opinione alla repubblica, come Cicerone e Platone | afferma, perché toglie la libertà di bene e mal fare ai popoli, e la legge | e la disciplina, la qual cosa, dopo che fu bene considerata dagli oltramontani, | li ha fatti ateisti che negano Dio, per non volere | unirsi alla servitù del Papa. 300. Nel sesto, dentro vi sono tutte l'arti meccaniche, e l'inventori | loro, e li diversi modi, come s'usano in diverse regioni | del mondo. Nel di fuori vi son tutti l'inventori delle leggi e | delle scienze e dell'armi. Trovai Moisè, Osiri, Giove, Mercurio, | Macometto e altri assai; e in luoco assai onorato era Giesù | Cristo e li dodici Apostoli, che ne tengono gran conto, Cesare, | Alessandro, Pirro e tutti li Romani; onde io ammirato | come sapeano quelle istorie, mi mostrâro che essi teneano di | tutte nazioni lingua, e che mandavano apposta per il mondo | ambasciatori, e s'informavano del bene e del male di tutti; e | godeno assai in questo. Città del Sole 9. Però non può | essere Sole se non quello che sa tutte l'istorie delle genti e riti | e sacrifizi e republiche e inventori di leggi e arti. Poi bisogna | che sappia tutte l'arti meccaniche, perché ogni due giorni se | n'impara una, ma l'uso qui le fa saper tutte, e la pittura. E | tutte le scienze ha da sapere, matematiche, fisiche, astrologiche. | Delle lingue non si cura, perché ha l'interpreti, che son i | grammatici loro. 13. E per lo più vogliono Vergine in ascendente; ma assai | si guardano che Saturno o Marte non stiano in angolo, perché | tutti quattro angoli con opposizioni e quadrati infettano e | da essi angoli è la radice della virtù vitale e della sorte, dependente | dall'armonia del tutto con le parti. Non si curano di | satellizio, ma solo degli aspetti buoni. Ma il satellizio solo | nella fondazione della città e della legge ricercano, che però | non abbia prencipe Marte o Saturno, se non con buone disposizioni. 20. E dicono che la purità della complessione, onde le | virtù fruttano, non si può acquistare con arte, e che difficilmente | senza disposizion naturale può la virtù morale allignare, | e che gli uomini di mala natura per timor della legge | fanno bene, e, quella cessante, struggon la republica con manifesti | o segreti modi. Però tutto lo studio principale deve essere | nella generazione, e mirar li meriti naturali, e non la dote | o la fallace nobiltà. 21. Le leggi son pochissime, tutte scritte in una tavola di | rame alla porta del tempio, cioè nelle colonne, nelle quali ci | son scritte tutte le quiddità delle cose in breve: che cosa è | Dio, che cosa è angelo, che cosa è mondo, stella, uomo, ecc., | con gran sale, e d'ogni virtù la diffinizione. E li giudici d'ogni | virtù hanno la sedia in quel luoco, quando giudicano, e dicono: | - Ecco, tu peccasti contra questa diffinizione: leggi -; e | così poi lo condanna o d'ingratitudine o di pigrizia o d'ignoranza; | e le condanne son certe vere medicine, più che pene, e | di soavità grande. 43. Ma chi mira la costruzione del mondo, l'anatomia | dell'uomo (come essi fan de' condennati a morte, anatomizzandoli) | e delle bestie e delle piante, e gli usi delle parti e | particelle loro, è forzato a confessare la providenza di Dio ad | alta voce. Però si deve l'uomo molto dedicare alla vera religione, | e onorar l'autor suo; e questo non può ben fare chi | non investiga l'opere sue e non attende a ben filosofare, e chi | non osserva le sue leggi sante: | Quel che non vuoi per te non far ad altri, | e quel che vuoi per te fa tu il medesimo. 53. Ospitalario. Se questi, che seguon solo la legge della natura, | sono tanto vicini al cristianesmo, che nulla cosa aggiunge | alla legge naturale si non i sacramenti, io cavo argumento da | questa relazione che la vera legge è la cristiana, e che, tolti gli | abusi, sarà signora del mondo. E che però gli Spagnuoli | trovâro il resto del mondo, benché il primo trovatore fu il | Colombo vostro genovese, per unirlo tutto ad una legge; e | questi filosofi saran testimoni della verità, eletti da Dio. 54. Ma entrando | l'asside di Saturno in Capricorno, e di Mercurio in Sagittario, | e di Marte in Vergine, e le congiunzioni magne tornando alla | triplicità prima dopo l'apparizion della stella nova in Cassiopea, | sarà grande monarchia nova, e di leggi riforma e di | arti, e profeti, e rinovazione. E dicono che a' Cristiani questo | apporterà grand'utile; ma prima si svelle e monda, poi s'edifica | e pianta. 55. 31. Perché nascano i buoni, e ciascuno faccia l'ufficio a | che è nato, e si schifino i mali, ha bisogno ogni communità | di legge. Afor. pol. 100. 32. La legge è il consenso della ragione commune di tutti, | scritto e promulgato per il bene commune e conformato alla | ragione eterna. 100. 33. Però non deono fare legge se non tutti insieme quei | del comune, overo soli i sapientissimi con autorità divina, | come Moisè, o coloro a quali è dalla moltitudine commesso | questo officio, come Solone e Licurgo e Numa Pompilio, o || quelli che da Dio e dalla moltitudine sono autorizzati, come | il Papa. Altrove dissi di Macomet e Minos, che finsero | esser da Dio autorizzati a guisa di Moisè, come scimie. 100. 34. La prima legge di Dio nelle creature è quella della | natura. La seconda è quella che insegnò ai suoi amici dopo | la prevaricazione della prima legge. La prima è eterna, et | è la regola e la ragione seminata in noi e nel mondo, et | è arte di Dio. La seconda è in parte eterna et in parte temporale, | come quella data a Moisè. La umana legge quando | è naturale è eterna; quando è dalli instanti bisogni fatta, | è variabile e temporale. La mista, come quella del Papa, | in quanto è divina e naturale è eterna; in quanto è da lui, | per il ben o mal'istante, è mutabile. 101. 34. La prima legge di Dio nelle creature è quella della | natura. La seconda è quella che insegnò ai suoi amici dopo | la prevaricazione della prima legge. La prima è eterna, et | è la regola e la ragione seminata in noi e nel mondo, et | è arte di Dio. La seconda è in parte eterna et in parte temporale, | come quella data a Moisè. La umana legge quando | è naturale è eterna; quando è dalli instanti bisogni fatta, | è variabile e temporale. La mista, come quella del Papa, | in quanto è divina e naturale è eterna; in quanto è da lui, | per il ben o mal'istante, è mutabile. 101. 34. La prima legge di Dio nelle creature è quella della | natura. La seconda è quella che insegnò ai suoi amici dopo | la prevaricazione della prima legge. La prima è eterna, et | è la regola e la ragione seminata in noi e nel mondo, et | è arte di Dio. La seconda è in parte eterna et in parte temporale, | come quella data a Moisè. La umana legge quando | è naturale è eterna; quando è dalli instanti bisogni fatta, | è variabile e temporale. La mista, come quella del Papa, | in quanto è divina e naturale è eterna; in quanto è da lui, | per il ben o mal'istante, è mutabile. 101. 35. Legge e ragione politica è quella che serba la moltitudine || et è la ragione della giustizia schietta. Equità guarda | alla ragione eterna e però trasgredisce la lettera della legge, | ma non il senso, e questa sta nei prìncipi savii, che per | ben commune spesso donano la vita a chi secondo la legge | deve morire, come i Romani a Fabio Vibuliano et a Orazio | che uccise i tre Curiazii. 101. 36. Le leggi ottime sono le poche e brevi, che si accordano | al costume del populo et al ben commune. Le leggi | tiranniche sono molti lacciuoli, che ad uno o a pochi sono | utili, e non si accordano col costume publico, affinché crescano | li pochi autori d'esse. 102. 36. Le leggi ottime sono le poche e brevi, che si accordano | al costume del populo et al ben commune. Le leggi | tiranniche sono molti lacciuoli, che ad uno o a pochi sono | utili, e non si accordano col costume publico, affinché crescano | li pochi autori d'esse. 102. 37. Dove spesso le leggi si mutano sono segno di roina, | come in Firenze fu. 102. 38. Dove sono più di numero le leggi punitive che instruttive || son segno di mal governo; però ottima è quella di | Cristo Giesù. 102. 40. Le leggi deono mettere l'equalità, nutrice della republica, | togliere l'inequalità consumatrice; 103. 42. La consuetudine buona è legge che più serba la republica | che essa legge, onde in Roma madre della republiche || cinque consuetudini fecero la sua grandezza: primo, le ricchezze | publiche; secondo, la povertà privata; terzo, fuori | l'imperio giusto; quarto, dentro l'animo libero in consultare; | quinto, non suggetto a cupidigia e paura. 103. 42. La consuetudine buona è legge che più serba la republica | che essa legge, onde in Roma madre della republiche || cinque consuetudini fecero la sua grandezza: primo, le ricchezze | publiche; secondo, la povertà privata; terzo, fuori | l'imperio giusto; quarto, dentro l'animo libero in consultare; | quinto, non suggetto a cupidigia e paura. 103. Alli meridionali, massime che stanno sotto i Tropici, non | convengono se non principati che a bacchetta commandino | e leggi severe, perché sono deboli di forza et astuti, e religioni | ceremoniose sempre serbano per questo medesimo. 105. Ma, sotto l'Equinoziale, temperamento di principato e legge | ci vuole, e così, nelle regioni mezze tra il settentrione et | il Tropico, republiche e principati temperati e leggi più | e men severe, secondo che più o meno a' Tropici si avvicinano, | convennero sempre, come a Greci et Italiani. | Gli orientali sono simili a' meridionali per lo più. 105. Ma, sotto l'Equinoziale, temperamento di principato e legge | ci vuole, e così, nelle regioni mezze tra il settentrione et | il Tropico, republiche e principati temperati e leggi più | e men severe, secondo che più o meno a' Tropici si avvicinano, | convennero sempre, come a Greci et Italiani. | Gli orientali sono simili a' meridionali per lo più. 105. 44. Chi signoreggia diverse regioni, diverse leggi donare | a quelle deve, overo le medesime leggi scambiare, l'una | all'altre, per colonie e transmigrazioni. Onde i Romani mandarono | dei proprii in Germania colonie per assicurare l'imperio | et insegnare con lor essempio a' Germani osservare | le stesse leggi dei Romani convenienti a loro. 105. 45. Le colonie deono essere delli propri cittadini del capo | del imperio e dei convicini, come di Romani e Latini, e | devono esser locate in tante città quante bastano a mantenere | la provincia occupata, le quali città saranno le metropoli || del paese, overo altre fatte di novo, se gli paesani non | convengono al costume de' coloni novi o al commodo. Però | si pigliano con novi nomi, leggi, religioni, e si dividono i | campi a tutte le case egualmente, secondo la vertù loro, | per la legge Agraria [de termino moto]. 106. Dunque colui | ch'ha a dare la legge et a commandar a molti, o deve sapere | l'arte di tutti loro, o almeno i fini d'essi e gli emolumenti | che apportar possono alla republica, acciò possa | scacciare le superflue, e ritenere l'utili e le necessarie, e | correggere con leggi quelle che possino declinare al male | - come Platone corregge gli poeti abusanti le lodi del bene | e bugiardi e lascivi, e Moisè li profeti falsi et i tavernari | che abusano le vivande false - e deve sapere i costumi del | paese e le fortune bone e male che sogliono avvenire a | quelli dalle stelle, o dal suolo, o da' convicini ecc. 107. Dunque colui | ch'ha a dare la legge et a commandar a molti, o deve sapere | l'arte di tutti loro, o almeno i fini d'essi e gli emolumenti | che apportar possono alla republica, acciò possa | scacciare le superflue, e ritenere l'utili e le necessarie, e | correggere con leggi quelle che possino declinare al male | - come Platone corregge gli poeti abusanti le lodi del bene | e bugiardi e lascivi, e Moisè li profeti falsi et i tavernari | che abusano le vivande false - e deve sapere i costumi del | paese e le fortune bone e male che sogliono avvenire a | quelli dalle stelle, o dal suolo, o da' convicini ecc. 107. Ma se s'usano l'armi | e la lingua con mendacio, benché presto e lungo imperio | fondino, perduto l'imperio si perde la legge, che è difesa | dalle armi del dominio. Così fu Macomet, che, perdendo | l'imperio, perderà anco la legge, come si perdette quella | di Ciro, che di Dio commissario si fece chiamare, fondando | nuove leggi et imperio. 112. 66. Chi non sa dare legge a' vinti perde presto l'acquistato | regno e chi sa dare legge lo mantiene. Onde Carlo | Quinto presto acquistò Tunisi e Germania e gli perdette | subito, perché non ha sopraposto a loro leggi e colonie. 112. 66. Chi non sa dare legge a' vinti perde presto l'acquistato | regno e chi sa dare legge lo mantiene. Onde Carlo | Quinto presto acquistò Tunisi e Germania e gli perdette | subito, perché non ha sopraposto a loro leggi e colonie. 112. 71. Quindi segue che i Settentrionali, sendo possenti d'armi | e di moltitudine per la fecondità, sempre hanno occupati | i regni meridionali; et i Meridionali, sendo possenti | di religione e d'ingegno, sempre hanno dato legge a' Settentrionali, | quantunque loro vincitori. Onde i Turchi e Tartari | pigliarono legge e religione dagli Arabi vinti e gli Unni | e Goti dalli Romani appresero legge e religione, alli quai | dominarono con l'armi. 114. 71. Quindi segue che i Settentrionali, sendo possenti d'armi | e di moltitudine per la fecondità, sempre hanno occupati | i regni meridionali; et i Meridionali, sendo possenti | di religione e d'ingegno, sempre hanno dato legge a' Settentrionali, | quantunque loro vincitori. Onde i Turchi e Tartari | pigliarono legge e religione dagli Arabi vinti e gli Unni | e Goti dalli Romani appresero legge e religione, alli quai | dominarono con l'armi. 114. 71. Quindi segue che i Settentrionali, sendo possenti d'armi | e di moltitudine per la fecondità, sempre hanno occupati | i regni meridionali; et i Meridionali, sendo possenti | di religione e d'ingegno, sempre hanno dato legge a' Settentrionali, | quantunque loro vincitori. Onde i Turchi e Tartari | pigliarono legge e religione dagli Arabi vinti e gli Unni | e Goti dalli Romani appresero legge e religione, alli quai | dominarono con l'armi. 114. 73. Dalli figli di Jafet vengono l'imperii. Dalli figli di | Sem vengono i sacerdoti e le leggi. Dalli figli di Cam vengono | i servi e tiranni, come appare dalla partizione del | mondo in Meridiani, Boreali e Mezzi e dalla profezia del | sapientissimo Noè. 114. 77. Se bene i demonii si son mischiati nell'arte dell'invocare | Dio delle Genti, si deve stimare che Dio fondò i lor | imperii per disegni suoi particolari di punire gli altri, sì come | appare nei Profeti, e che Egli spesso abbia risposto per via | degl'idoli, dove conobbe importare alla mutazione o augumento | di quello stato, come alla Pitonessa, invocando diavoli, | rispose Dio per Samuele, et in bocca di Balaam idolatra, | perché ogni dominio ha il suo angelo, et ogni legge | in quanto buona è da Dio, e nessuno stato si può fondare | senza parte di bontà. 115. 85. La religione che ripugna alla politica commune patisce | presto mutazione di riforma: però non può durare la | Luterana e Calviniana, né quella di Moisè di non mangiar | carne di porco, né quella degli Apostoli dell'astenersi dal | sangue e dal soffocato; e però sono leggi religiose a tempo | e luogo serventi, e son leggi religiose eterne e communi ad | ogni nazione, e son leggi religiose a nullo tempo e luogo | buone, come quella del negato libero arbitrio e di sacrificar | uomini. 117. 85. La religione che ripugna alla politica commune patisce | presto mutazione di riforma: però non può durare la | Luterana e Calviniana, né quella di Moisè di non mangiar | carne di porco, né quella degli Apostoli dell'astenersi dal | sangue e dal soffocato; e però sono leggi religiose a tempo | e luogo serventi, e son leggi religiose eterne e communi ad | ogni nazione, e son leggi religiose a nullo tempo e luogo | buone, come quella del negato libero arbitrio e di sacrificar | uomini. 117. 85. La religione che ripugna alla politica commune patisce | presto mutazione di riforma: però non può durare la | Luterana e Calviniana, né quella di Moisè di non mangiar | carne di porco, né quella degli Apostoli dell'astenersi dal | sangue e dal soffocato; e però sono leggi religiose a tempo | e luogo serventi, e son leggi religiose eterne e communi ad | ogni nazione, e son leggi religiose a nullo tempo e luogo | buone, come quella del negato libero arbitrio e di sacrificar | uomini. 117. 99. Chi occupa paese d'altra religione deve andare ad abitarlo | per mantenerlo, come il Turco in Costantinopoli, o | farlo transmigrare, come fe' Nabucodonosor li Giudei di Gerusalem, | o fondar colonie nelle metropoli e nuovi costumi | e predicanti mettere, e mutare le leggi, et abbassare i capi, | come fece Ciro in Lidia e gli Spagnuoli nel Mondo Nuovo. 124. Se vogliono venire alla tua religione, farli artefici e mecanici | sotto la tua colonia; se non vogliono, farli servi e transmigrarli. | Ma se sono dell'istessa religione si devono con | la benedizione del Sommo Sacerdote commune tenere e presidiare | di tuoi soldati, non mutar le leggi subito, ma a poco | a poco, mettendo i supremi giudici de' tuoi e gl'inferiori | del paese, et agguagliar li potenti con li plebei, se ti furo | contrari. 124. 100. Chi acquista regno novo deve far a' paesani i prefati | mali, cioè bassar i capi, mutar le leggi, sdiroccare le fortezze, | la stirpe reggia estinguere e trasportare: questo tutto | in un giorno della vittoria insieme, per mano e nome di | soldati e capitani; e li benefici deve farli ad uno ad uno, | non insieme, ma di passo in passo dopo la vittoria, per man | sua et a suo nome. 124. Formò Dio il mondo e creò le cose e diede || loro le virtù di conservarsi e mutarsi a tempo, e quella virtù dura | come natura, finché si mutarà l'universo tutto al suo gran fine. E | la natura è partecipanza dell'eterna legge, come la luce ch'è dentro | la casa è partecipazione di quella del sole, dice sant'Agostino. Senso delle cose 16. Alla virtù dell'obbedienza della legge per timore | e amore tutti siano naturalmente inchinati. Agli altri atti, chi | bene e chi male è affetto, ma tutti si ponno frenare, ma non sempre, | onde i teologi accorti trovarono che non si può tutti peccati | schifare, ma ogni singolar peccato sì, e al bene operare l'infuse | virtù secondo Dio meritando si ricercano. 116. Li spiriti sottili e impuri sono sagaci di senso, di discorso interrotto, | fraudolenti, timidi, e mostrano audacia, invidi, crudeli, | coprono i vizii, mostransi onorati, si servono del vantaggio, come | gl'ispani, non tutti, ma li moretesi, e gli Egizii. Li grossi impuri | sono stolti, superbi, irragionevoli, di nullo discorso, quello che | a prima sentono credono, sono di proprio parere, crudeli, fieri, | audaci, atti all'armi scoverte, senza fraudi e simulazioni: tali sono | i Turchi, i Mogori e Tartari. I grossi e puri son di pochi discorsi | ma chiari e sicuri, atti alla legge, alla meccanica, al governo, alla | giustizia: tali sono i Veneziani e gli Aquitani. Questi temperamenti | si variano in più e meno in diverse regioni. 118. La più grande azione magica dell'uomo è dare leggi agli uomini. 228. 1. Trovo che la magior parte degl'huomini crede quel che li | vien proposto dalla legge sotto cui è nato, et oltre non cerca, | perché non considera gl'argumenti contrarii e le controversie | humane. Né mira come ogni setta filosofica prova le sue openioni | con ragioni et esperienze, et si ostina l'una contra l'altra, | di modo che ciascuna par haver ragione. Et non mira, che | ogni legge si vanta haver miracoli, argomenti, profetie, e martiri, | e riscontri in suo favore, e che tanti son li giudicanti quanto | li giudicati. Ateismo 15. 1. Trovo che la magior parte degl'huomini crede quel che li | vien proposto dalla legge sotto cui è nato, et oltre non cerca, | perché non considera gl'argumenti contrarii e le controversie | humane. Né mira come ogni setta filosofica prova le sue openioni | con ragioni et esperienze, et si ostina l'una contra l'altra, | di modo che ciascuna par haver ragione. Et non mira, che | ogni legge si vanta haver miracoli, argomenti, profetie, e martiri, | e riscontri in suo favore, e che tanti son li giudicanti quanto | li giudicati. 15. 2. Noi diciamo che quelli son ingannati da falsi profeti | e da principi tiranni, o da fallaci commentatori de la legge | comune, e così essi e tutti gl'altri dicon di noi: e ciascuna | credenza è schernita da tutte l'altre insieme. 15. 2. Noi diciamo che quelli son ingannati da falsi profeti | e da principi tiranni, o da fallaci commentatori de la legge | comune, e così essi e tutti gl'altri dicon di noi: e ciascuna | credenza è schernita da tutte l'altre insieme. || Chi non mira questo, crede quel che gli è proposto, e si | resta nella sua credenza, tanto si è nato turco come christiano | come cataino. Di manera, che è solo fortuna, cioè benefitio di | Dio a noi occulto, a questa gente (che tutto il volgo è tale) lo | esser nato sotto buona credenza: che da per loro, come privi | di arbitrio, mai non cercano altro, e gran disgratia è lo esser | nato sotto perversa legge, in cui si ostina senza altro investigare; | né muta per mutar di fortuna. 16. 3. Altri non cercano verità, perché li torna commodo creder | la propria legge, perché in quella è signore, o sacerdote, o | ricco, o altri piaceri tiene, li quali occecano sì l'huomo, che li | è grato l'errore. E cercan solo argomenti per provar che | sia vero quel che creden, e gl'altri contrarii poco esaminano, | ma subito li stiman per falsi. 16. 4. Trovai poi molta gente non investigar la ragion contraria | a quel che crede per timore di chi la difende con la spada e | con li tribunali. Onde de facili si appigliano all'argomenti in | pro e non in contra, havendo quelli per gaudio e mancamento | di male, e questi per noia e via al mal patire. E questa | gente, si perde il timore, perde la legge, perché il patre | del suo argomento è svanito, è 'l figlio gito in fumo, e poi | nella libertà comincia a ponderare ogni cosa, si ha giuditio | capace. La maggior parte di scolastici sta in questa consorteria, | come si è provato nelli mutamenti di Germania. 16. 6. Son poi li filosofi che stan nella lege de la natura, come | elli capir la ponno, e pensano o che ogni legge sia vera nel suo | senso, e che Dio tutte le auttoriza con miracoli, e profeti, e | martiri per benefitio di diverse genti, alle quali altre, altre leggi | convengono; e che l'inganno è permesso dal Creatore che | governa il Mondo con varii modi secondo il costume de la | Nation comporta. 18. Viddi poscia in luoco de la religiosità l'hipocrisia, e come son | tante heresie, sette e leggi nel mondo, e dissi: chi mi farà certo | fra tante controversie di opinanti tutti fucati del medesimo | colore? 22. E perché egli {Dio} in sé è lucidissimo, potentissimo et inaccessibile | più che non è il sole agl'occhi nostri, convien dire che sia | comparso in qualche forma a noi accessibile, come forma di | Angelo e di huomo ad Abramo, e di foco a Mosè, e di luce ad | altri (non che l'infinito si finisse in queste forme, ma si manifestasse | come finito alle finite creature); e perché nulla cosa | può farsi all'huomo più giovevole quanto darli legge, è ragionevol | credere ch'habbia egli ciò fatto; 43. Supposto dunque il primo articulo, che Dio governa il | Mondo per la sua arte per la quale lo feo, bisogna tener possibile | che habia per la medesima sua arte comparso agl'huomini | a sé più simili che son sua possessione, perché huomo ad | huomo non cede, come il capro non cede al capro, ma cede al | pastore d'ingegno, ch'è di specie più alta, talché solo a Dio | ch'è più alto dell'huomo l'huomo cede e crede. Onde ogni | legislatore (dice Varrone) si forzò mostrarsi Dio, o haver parola | da Dio o veramente o falsamente, perché sian le sue leggi | obedite. Talché segue poi che la medesima arte divina assumendo | a sé l'humanità si sia humanata. 44. Dunque sendo che Dio è, e regge il Mondo, et ogni bene | vien da lui et ogni castigo, come di sopra si è visto, non può | esser che a noi non sia naturale riverirlo come prima causa e | padre comune, e che lui sendo amoroso e provido non habia | a noi dato legge e Religione per servirlo a gusto suo e non a | modo nostro. 95. Quella legge ha d'esser a tutte anteposta, in cui tutte le | genti ponno vivere, perché è più naturale e più secondo l'innocenza | primaria, in cui devesi stimare che fummo creati. 100. Perché noi diciamo Christo esser la sapienza eterna e la | ragion prima, et ogni cosa che contra la ragion si fa esser contra | Christo, e tutti quelli che vivono con ragione esser christiani. | Dunque tutte le nationi, riconoscendo Christo per prima | ragione, non ponno altra legge pigliare. 100. Anzi ogni legge | che ha usato il mondo et userà in ogni natione fu data dalla | prima ragione Christo in natura, e però in quanto ragionevoli | sono con noi; 100. perché ogni legge è ragione o regola di ragione, | dunque ogni legge è splendor della luce di Iesù, che vuol dire | Salvatore, perché la ragione o sapienza è quella che governa | e salva tutte le cose. 100. perché ogni legge è ragione o regola di ragione, | dunque ogni legge è splendor della luce di Iesù, che vuol dire | Salvatore, perché la ragione o sapienza è quella che governa | e salva tutte le cose. 100. in quanto escono da quella non son christiane, e così noi christiani | espliciti non siamo christiani in quelli atti in che dissorbitamo | dalla ragione. (Dunque il Mondo ha sola una legge in | tutti mortali: ma noi giocamo alla cieca e non ci avvedemo, | perché quelle leggi e riti che son contra ragione non sono | leggi, ma abusi e regole torte. 101. in quanto escono da quella non son christiane, e così noi christiani | espliciti non siamo christiani in quelli atti in che dissorbitamo | dalla ragione. (Dunque il Mondo ha sola una legge in | tutti mortali: ma noi giocamo alla cieca e non ci avvedemo, | perché quelle leggi e riti che son contra ragione non sono | leggi, ma abusi e regole torte. 101. in quanto escono da quella non son christiane, e così noi christiani | espliciti non siamo christiani in quelli atti in che dissorbitamo | dalla ragione. (Dunque il Mondo ha sola una legge in | tutti mortali: ma noi giocamo alla cieca e non ci avvedemo, | perché quelle leggi e riti che son contra ragione non sono | leggi, ma abusi e regole torte. 101. E Christo si incarnò per farci | vedere meglio con fatti e dottrina la legge naturale universale. | Gran stupore è che, vogliono o non vogliono, gl'huomini son | sogetti a Christo, cognito o incognito. Dunque è nullo l'argomento | della varietà delle leggi, perché le positive son specificatione | et applicatione della medesima prima lege naturale, e | la lor varietà non ci fa irragionevoli né non christiani. 101. basta sola la charità senza nulla legge a governare, il | che si vede nella famiglia di patri savii, così, mancando la charità, | non bastano le leggi infinite, e sempre crescen con gran | danno e scorno nostro. 108. Et invero la giustitia esteriore leva dalla republica solo li | peccati publici e di quelli che son soggetti alla legge, ma all' | occulti, e delli principali e magnati non si può sovvenire se || non con questo sacramento divino, che rivede il conto in conscienza. | Dunque si è buono per natura, chi lo sprezza sprezza | la natura e Dio suo auttore. Né trovo la più utile legge tra | Christiani che questa della confessione, se non fosse abusata | da malvaggi e da magnati poco creduta. 119. Et invero la giustitia esteriore leva dalla republica solo li | peccati publici e di quelli che son soggetti alla legge, ma all' | occulti, e delli principali e magnati non si può sovvenire se || non con questo sacramento divino, che rivede il conto in conscienza. | Dunque si è buono per natura, chi lo sprezza sprezza | la natura e Dio suo auttore. Né trovo la più utile legge tra | Christiani che questa della confessione, se non fosse abusata | da malvaggi e da magnati poco creduta. 120. Mirai poi all'altre leggi delle Nationi e le trovai lunghe, | parte irragionevoli, parte empie, macchiate di ingiustitia, fatte | ad utile del tiranno o de li prencipi o de li populi, permittenti | molti vitii e scarse di rimedii, e che han per fondamento | la felicità presente, il che non correge se non li vitii publici et | atti esteriori, non li privati et interni, e per regola han la giustitia | esterna, che nella commutatione e distributione e vendetta | si esercita: onde solo i peccati contro lo stato e contro il | prossimo, provati con testimoni, correge, e mirano solo, come | dice Aristotele, a far l'huomo buon cittadino solo, ma non | buono huomo, et a toglier solo il male, ma non la radice. 120. All'incontro la legge di Macometto, si ben toglie l'idolatria | et afferma un solo Dio, nondimeno tiene opinioni assai irragionevoli, | e favolose bugie, et impossibili. 142. Trascorrendo poi all'altre leggi, trovai manco errore in quelle | che adorano Deità incorporea: ma perché trovano nel Mondo | contrarietà, e bene e male, pongono dui Dei, un del cielo et | un de la terra, come Manichei. 151. Manicheo dice che il Dio malo fè la legge di Mosè, | el male e la tenebra, e 'l buono la legge di Christo, il cielo e la | luce. 151. E san Pietro la | stimò giogo insopportabile, e si conosce fatta ad tempus, perché | non mangiar carne di porco era utile a quel tempo che il | populo era leproso, uscito dalla servitù, et in Palestina non è | buono il porco come a nostri paesi, e molte simili astinenze di | cibi si conosce poco utile in altre regioni. Onde si vede che | Dio non fece quella legge per sempre, né per tutte le genti, | poiché non a tutti e sempre è utile e rationale, et era gran | sporcheria sempre ontarsi di sevo e di carne, et uccider bestie | in chiesa, e Dio condescese per fin che venia il vero culto: che | essi non poteano disbrigarsi dall'usanze di Egitto, come Ieremia | e s. Clemente insegnano. 168. Hora dico che tutti quelli che han dato dottrina religiosa e | legge alla gente, o furo mandati da Dio, visibilmente a loro | comparendo, perché è inacessibile a noi, e molto più alla | moltitudine, et autoriza alcuni a questo offitio, sendo provido | et amoroso signore; o dalla ragion naturale; o dall'astutia | propria; o dal demonio. 180. Stoltamente dunque il Boccaccio fece quella novella delli | tre anelli consimilissimi, che lasciò il padre alli tre figliuoli | suoi per segno dell'heredità, e che poi conferendoli insieme | non si conoscea l'herede. Onde inferisce che non si può saper | qual fede sia vera tra queste tre nationi: imperoché manifestamente | gl'anelli di queste leggi non sono simili si no a chi | mira di lontano, e non è gioielliere, che sappia distinguer le | pietre false dalle fine, e l'oro dall'archimia. 216. Che una sola è la legge del Mondo, che fa gl'huomini innocenti, | e che questa rintegrò Christo, e che ognuna è vera o | falsa in quanto a questa si accosta o si oppone; che rimediò | agl'eletti che non haveano strada di tornar in paradiso, sendo | dal peccato impedita, e come andavano prima al Limbo; e | come Christo morì, e resuscitò, et ascese al cielo per farci la | strada con fatti e con esempio e con dottrina, e chi viverà | secondo la ragione vivendo, e morendo, resuscitando, et andando | in cielo, a lui consimile si farà sempre. 218. E che tutto il Mondo essendo rationale verrà a questa prima | legge. | E che il tempo, che a noi par lungo, è una burla a quel che | ha da succedere meglio dopo questo scompiglio di mali. | E che non son mali se non in apparenza, et in rispetto, e | non in vero, et in essenza. 220. Legge è l'eterna sapienza, con la quale Dio guida tutte le sue creature | a determinati fini, e di quella è participanza la naturale legge, la | quale essendo oscurata, fu dichiarata poi a Mosè da Dio stesso, e || poi migliorata dall'istessa sapienza fatta huomo nel Vangelio. | Nulla legge dunque obliga la republica se non in quanto è esplicativa | della legge eterna per mezo della divina naturale, o scritta, o in | quanto è applicativa di quelle universali al particolar tempo, e loco, | e persona. Et quando repugna alla legge divina scritta, o naturale, | non è legge ma regola storta de' tiranni, o d'ignoranti. Mon. Messia 51. Né si può predicar legge nova et introdurre heresia de | facili, sendo la sacerdotale authorizata da Dio, e con armi difesa, et | stimandosi che non sia verità, che non dipenda da quella; et molto | meno la ribellione senza novità di legge, perché non bastano espugnar | mai l'armi il sacerdotio, et religione armata, se non con altra | religione, o migliore, o più armata. 58. Dunque Christo venendo a dar legge universale fu bisogno l'abbreviasse | in questi dui capi: ama Dio più che te stesso; et il prossimo | come te stesso, et donasse sapienza alli successori suoi di far le leggi | particolari, et l'applicatione di quelle secondo comporta il bisogno | d'ogni natione. 68. Dunque per | convenire tutti sotto una fede fu necessario torre la circoncisione, e | quanto era, che particolarizava quella gente et porre l'unità del prencipato | sacerdotale, perché tutti i popoli convenissero sotto una legge, | et li governatori loro s'accordassero sotto un capo, et che questo li | potesse forzare a stare uniti; 68. Dunque segue, per conclusione, che | Christo fu sempre signore universale di tutto l'universo et di tutti li | prencipati celesti e terrestri, per legge eterna e naturale: e doppo che | si fece huomo accrebbe quella iure temporali redemprionis novae; et è | signore dell'universo più giuridicamente che se l'havesse comprato | da altri con denari, come compramo noi il prencipato. 79. Quarto, | ogni regno ha legge, e la legge è regola della sapienza, e della raggione, | a cui sottoponemo le passioni, et operationi nostre. Dunque | ogni regno ha potestà da Christo. 83. Soto dice che la legge non solo ha forza direttiva, ma | anche coerciva sufficiente, che se non, sarìa solo precetto de filosofi, | dunque etc. 84. Venne Christo secondo Lattantio, san | Girolamo, e tutti li theologi a restituire lo stato della naturale legge | perfettamente, ma in quella stava insieme il sacerdotio, il regno, et la | paternità. Dunque Christo fu padre, re et sacerdote, senza mancamento | alcuno. 84. Di più questa republica ha legge da Christo, né ci è | altra legge tra christiani, se non l'evangelica. Dunque ogni elettione, | successione, guerra e compra s'ha a regolare con l'evangelio; di cui | sendo primo ministro il papa, egli sarà il signore, giudice e norma di | tutti i governi de christiani. 127. E se ben si trovano altre leggi civili, queste | non stanno come pendenti da altro capo avanti a Christo, ma in | quanto sono approbate da Christo, o dal suo vicario, o almeno permesse | donec evacuaverit omnes principatus, et potestates. 127. E finalmente | concludo che la spada de christiani prencipi è quella stessa de David | e del Messia, né ponno adoprarla, se non secondo la legge del Messia; 132. Però gl'Ebrei, tribulati da Babilonii ministri | d'ira purgativa, eran ministri di misericordia sparsa per tutto il mondo nella | legge e profeti e apostoli, duraturi in eterno in questa e nell'altra vita, e | Babel e gl'altri persecutori di Gerosolima son perduti di fama e di vita temporale | e in morte eterna, e ciò devi credere se tu intendi che cosa è giustizia, || come dice Atenagora filosofo, e che è perpetua, come è la ragione al Senno | eterno. Politici 153. La profession propria de cortegiani e baroni e prelati esaltati o esaltandi | con mal arti è andar a caccia della volontà del prencipe (come già sfacciatamente | lo professa con darne precetti nella setta de politici oltramontani, che | non sanno capirli come l'Italiani e Spagnoli astuti), e laudar ogni azione del | suo signore, o bona o mala, e darli del Domine Dio, e farlo sopra ogni legge e || religione, e di più provedere che gl'omini veramente boni e virtuosi sian lontani | dagl'occhi e orecchia del prencipe per più cause. Prima perché non avvertiscano | al prencipe quel che è utile al publico secondo la ragion divina e | umana, nel che essi statisti restarian di fuori, perché sanno i sdegni privati | contrarii a quello; secondo, perché la vista de virtuosi è testimonianza de i | loro vizi, difetti e inganni, come lucerna entrando in casa di molti malefacienti | al buio tutti vanno a smorzarla, talché sanno che il prencipe deve essere | aurito come gl'animali sacri di Ezechiele, e non sia sordo, né veda, né oda, | se non con gl'occhi e orecchie loro. 162. Nono, perché quando Dio intende far novo Imperio, fa comparir | nova sorte d'armi: i carri falcati a Babiloni, li archi a Persiani, l'aste a | Macedonii, le spade a Romani convennero: a Spagnoli gli archibugi, | che tonan come Giove, né maggior arma si può trovare. L'uso della | calamita per navigar al novo Mondo, e della stampa per propagar la | legge e dottrina, né si può cosa più a proposito trovare per altri. Mon. Francia 386. Li Svizzeri si ribellaro da casa | d'Austria, perché, sendo montanari, li governava con leggi strette, | come campestri. 466. E dove ci è commistion di tante leggi, e ognuna sopra l'altra | predica, si corre all'ateismo, perché al fin non si tiene alcuna per vera. | Come li filosofi scettici avendo esaminato tutte le sette di filosofi, dissero | che nulla era vera, e che non ci era scienza, così questi pensano | che nulla fede è vera, ma tutte invenzion di politici. Tanto più che | nullo prova con miracolo e martirio e || santità e profezia quel che dice: ma con ostinazione. 494.

I testi del CLERP

Il CLERP si basa sui seguenti testi di Campanella:

Epilogo magno, 1598* °
Monarchia di Spagna, 1598-1600*
La città del Sole, 1601-1602*
Aforismi politici, fine del 1601*
Del senso delle cose e della magia, 1604*
L’ateismo trionfato, 1606-1607*
Monarchia del Messia, 1606-1607*
Politici e cortigiani contro filosofi e profeti, 1627*
Monarchia di Francia, 1636*

* Probabile data di redazione del testo.
° Il testo che ci è pervenuto corrisponde alla seconda redazione (1604-1609)

Le entrate del CLERP

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Guida alla lettura
Abbreviazioni e schede

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Achitofel
Achitofellisti
Alemagna v. anche Germania
amor proprio
anarchia
angelo
Anticristo
arbitrio, vedi libero arbitrio
aristocrazia
Aristotele
astuzia
ateismo
ateista
Calvinisti
*Calviniani
Calvino
clima
congiura
cortigiani
cristianesimo
Cristiani
Cristo
Dante Alighieri
democrazia
demonio
diavolo
dispietà
dominio
*dominio naturale
Ebrei
empietà
Epicuro
equità
eresia
eretici
Ermete Trismegisto
Esdra
Europa
fato
filosofo
fortuna
Francia
genti
Gentili
Germania v. anche Alemagna
giustizia
governo
idolatria
imperio
impero
inferno
Inghilterra
Italia
legge
*legge di Cristo
*legge di natura; legge naturale
*legge divina
legislatore
leoni
libero arbitrio
libertà dell'arbitrio
libertà della religione
libertà di conscienza
libertà di signoria
libertini
Licurgo
Luterani
Lutero
macchiavellista
Macchiavello
male
Maometto
Messia
miracolo
monarca
monarchia
*monarchia di Cristo
*monarchia universale
Mondo nuovo
Mosè
Numa Pompilio
occasione
oligarchia
opportunità
papa
papato
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Platone
politia
politica
politico
popolo
predestinazione
principato
principe
profeta
profezia
*profezia naturale
provvidenza
prudenza
purgatorio
ragion di stato
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*regno di Cristo
religione
*religione naturale
repubblica
*repubblica di Cristo
*repubblica popolare
Romani
Romolo
sacerdote
*sacerdote sommo
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secolo aureo
setta
Socrate
sofista
Solone
sommo bene
Spagna
statisti
stato
teologia
teologo
tirannia
tiranno
vermi
virtù
vizio
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