Aristotele - I Latini dicono essere due potenze dell'anima, l'agente | e la passiva; ma Aristotele pone l'una mortale l'altra immortale, | l'una potenza e l'altra atto, dunque son dui. Et se ogni un ha | l'anima immortale, bisogna dire che vadino di corpo in corpo, || come i Pittagorici fanno, o mettere numero infinito d'anime, sendo | il mondo eterno et huomini passati infiniti secondo Aristotile, il | che egli nega. I seguaci christiani mettono l'anima venir da Dio, | ma mentre l'operationi dello spirito corporeo attribuiscono | all'intelletto da Dio infuso et lo rendono sospetto di mortalità, | mentre Aristotile seguono più che la raggione et li santi | Padri. Ben dice Scoto che Aristotele fu dubbio dell'anima, | et Durando che l'intelletto agente sia cosa finta et | soverchia. Epilogo 479. Aristotele nega l'amicizia fra Dio e gli huomini, | perché nega Dio esser autor del mondo e padre de gli huomini, e | la similitudine che è tra la Causa prima et gli effetti; 511. Aristotile, mettendo la sapienza diversa dalla prudenza, | perché quella specula, questa opera, non ha ragione, | perché la medesima virtù conosce le cose et insegna ad operarle. 511. L'uso non fa la virtù, come dice Aristotele, ma la perfettiona, | perch'ella non operarebbe se non fusse potenza nativa, né si || avvezzarebbe sebene operasse. È l'operare effetto della potenza | spontaneamente agente, et non dell'uso habito, se non in quanto | rende perfetta la potenza. Et perché ogni virtù è | scienza et arbitrio, l'arbitrio è libero a volere e disvolere. 515. d. Epicuro non disse che il sommo bene sia la | voluptà presente, la quale è un gioir del bene. Et Scoto con lui | erra. | e. Aristotile erra dicendo essere lo sapere, poiché il senso | del male è dolore, seben piace sovente haverlo provato | per schifarlo. 517. Aristotile divise il giocondo dall'utile et honesto, perché | l'huomo gioisce di una burla o d'una puttana con danno e dishonore. | Io dico che questo gioire è senso dell'utile naturale, ch'è la conservatione | per conservarsi; e della burla gode perché gli dilata lo spirito; | et non può godere del disutile et del dishonesto, | se non in quanto l'apprende come utile o come honesto etc. Nessuno | s'inganna, se non mentre apprende per più bene il minor | bene in quell'instante che opera: dunque a chi adultera par | meglio l'adulterio in quell'instante alla legge, benché | in universale per sempre paia meglio l'ubidire; 518. La solertia non fu conosciuta da Aristotile, | perché egli seguitò il numero delle virtù posto da altri, et non | investigò dal vero scopo il loro numero. 519. La sobrietà et la castità son fatte da Aristotile una sola | virtù con poca ragione, poiché si trovano separate in | diversi: perché i settentrionali son casti ma ingordi, i meridionali | son libidinosi ma sobrij. Di più sono diverse vie d'acquistare | il bene, perché l'una ne' figli, l'altra nella persona. 526. Errò Aristotile, che pose la fortezza esser | virtù della parte irrationale dell'huomo, imperoché conoscere i, | disprezzo e trattar gl'imperij è atto di gran ragione. Erra Platone, | mentre dice esser virtù dell'irascibile, che sta nel cuore, perché | nelli nervi si essequisce l'ira, et nelli occhi appare, organi della | testa. Et si fa con ragione, perché non ci adiriamo contra || a chi a caso o per ben nostro ci dona dolore, come ci fa il medico. 547. Pur | si lascia persuadere dalla raggione sovrana il savio, et più non | impugna. Hor come la desiderativa si lasciarìa persuadere, se non | fusse capace di ragione? Galeno errò con Platone; ma Aristotile, | che negò Platone e disse, Non sono tre anime, cioè la consultrice | l'irascibile et la concupiscibile, come voleva Platone, non | doveva ponere virtù irrationali nell'irascibile et concupiscibile, || ma tutte rationali, ponendo egli un'anima sola. Pur perché non | seppe rispondere all'argomento di Platone, da cui copia le virtù, | contradice a sé stesso, ponendole con Platone prima reprobato. 548. E già la statua di Daniele è finita, e le quattro bestie, e le tre | ebdomade, e le dodici penne dell'aquila del quarto libro d'Esdra finendosi | nell'imperio romano, il quale, , essendo | imperio babilonico, per successione fu diviso in tre capi: primo, destro, | che è l'occidentale di Germani, e il sinistro, che è l'orientale de | Turchi e Saraceni, e nel mezzo, che è lo constantinopolitano, che così | s'interpreta dalle Scritture destro e sinistro, secondo Mosè e non | secondo Aristotele. Mon. Spagna 26. Terzo, perché le scienze nove rendono il regno più ammirabile, | deve aprire le scuole delli Platonici e Stoici, che più s'accostano alli | Cristiani che non Aristotele, e in particolare la filosofia telesiana è | ottima, sendo conforme a santi Padri, perché mostra al mondo che i | filosofi non sono conformi, e che Aristotele, che tiene l'anima mortale | e il mondo eterno e nega la provvidenza, dove si fonda tutto il Cristianesimo, | non convince per le ragioni sue apparenti, poiché altri | naturali il negano. 96. La mirabile invenzione del Mondo nuovo, toccata da santa Brigida | e chiaramente predetta da Seneca in Medea a punto con quei | modi e nomi che si ritrovò, secondo dalle Sibille avea inteso, ha fatto | maravigliare il nostro emisfero tutto. Poiché si credevano i filosofi | altri che quella parte fosse tutta acqua, come Senofane; altri che non | vi fosse mondo sopra cui il sol giri, come sant'Agostino e Lattanzio | Firmiano; altri che non vi fosse gente, ma il paradiso terrestre, come | Dante; altri dubitaro, come Aristotele; altri l'asseriro, come Platone e | con lui Origene. 338. Ospitalario. Dunque nullo volrà fatigare, mentre aspetta | che l'altro fatichi, come Aristotile dice contra Platone. | Genovese. Io non so disputare, ma ti dico c'hanno tanto | amore alla patria loro, che è una cosa stupenda, più che si | dice delli Romani, quanto son più spropriati. E credo che li | preiti e monaci nostri, se non avessero li parenti e li amici, o | l'ambizione di crescere più a dignità, sariano più spropriati e | santi, caritativi con tutti. Città del Sole 11. - Più certi | semo noi, che un tanto letterato sa governare, che voi che | sublimate l'ignoranti, pensando che siano atti perché son nati | signori, o eletti da fazione potente. Ma il nostro Sole sia pur | tristo in governo: non sarà mai crudele, né scelerato, né tiranno | un chi tanto sa. Ma sappiate che questo è argomento | che può tra voi, dove pensate che sia dotto chi sa più grammatica | e logica d'Aristotile o di questo o quello autore; al che | ci vol sol memoria servile, onde l'uomo si fa inerte, perché | non contempla le cose ma li libri, e s'avvilisce l'anima in quelle | cose morte; né sa come Dio regga le cose, e gli usi della | natura e delle nazioni. Il che non può avvenire al nostro Sole, | perché non può arrivare a tante scienze chi non è scaltro d'ingegno | ad ogni cosa, onde è sempre attissimo al governo. 14. Dicono che è gran dubio sapere se 'l mondo fu fatto di nulla | o delle rovine d'altri mondi o del caos; ma par verisimile che || sia fatto, anzi certo. Son nemici d'Aristotile, l'appellano pedante. | Onorano il sole e le stelle come cose viventi e statue di | Dio e tempii celesti; ma non l'adorano, e più onorano il sole. 48. La setta || Luterana e Calviniana, che nega la libertà del arbitrio e | di far bene e male, non si deve mantenere in republica, | perché i popoli ponno rispondere al predicante della legge | che essi peccano per fato e non ponno osservare, ché non | son liberi in questo, come Cicerone ben scrisse: La scienza | che contradice alla religione non si deve tenere. Ecco Aristotele | aver fatto più male che bene a Cristiani e Saraceni | ex Averroè. Afor. pol. 117. Vuole Aristotile che fuor del mondo non ci sia luogo pieno, né vacuo, | né tempo, né moto, ma niente. Anzi Alessandro, e molti | suoi seco, dicono che Dio non possa altro fuori produrre, e che la | prima sfera non sia in luogo, perché non ha chi la circondi, ma si | mova in giro sempre in sé. Et è opinione di tutti che il mondo stia || fermo, senza moto retto, benché Democrito et Epicuro infiniti | mondi fuor del nostro sistema dicano essere. Senso delle cose 28. Di più, l'uomo communica | con gli angeli e con demoni e con Domine Dio; e negar questo è | sfacciataggine come chi negasse ci sia Roma perché non l'ha vista, | e negare che sia stato nel mondo Cesare o Alessandro perché non | fu a tempo suo; e già con tanti miracoli e con la vita propria ne | fanno fede tutte le genti, ch'è gran falsità quella d'Aristotile che | nega gli angeli e demoni. 95. Io certo reputo baia l'argomento d'Aristotile che dice Dio potere | ogni cosa fare perché a tutte è presente, e però non aver bisogno | de' ministri come il re, perché i ministri sono argomento | di sua fiacchezza; perché se questa ragione valesse, manco bisognava | fare il sole e le stelle e il mare, perché egli può illuminare | il mondo e farsi liquido in luogo loro. 95. E | con la dottrina d'Aristotile non si può difendere questa verità dell' | immortalità come pur nota il Caietano, ma sì con la scrittura | sacra, come s'è visto, a cui la filosofia sensata nostra accorda, come | più diffusamente dissi in nostro Epilogo Magno. 115. Però | la terra in giù da sé cade, non dal genitore, e così il fuoco in su dal | proprio calore è spinto, e il corpo dall'anima, la quale da sé si | muove, e questo è impulso, se sta come nocchiero, benché Aristotile | qui si contradica, che altrove fa l'anima forma unita e fatta | con la materia una cosa, e reproba Platone che la mette come nocchiero | nella nave. 128. Vero è che molti solo patiscono | passion naturale di malinconia, come Socrate, Callimaco, | Scoto, Ercole e Macometto, e spesso cadevano smorti d'epilessia, | ascendendo il vapor nero in testa, benché fussero acuti e ingegnosi | nella sanità; e altri pure sani sono offesi, come vidi molte | vecchie, e altre dal diavolo sono oppresse, come le pitonisse, e | queste ingannaro Aristotile e Galeno e molti a credere che non ci | fusse altra profezia superiore. 149. E si io scorsi tanti manifesti errori nella filosofia in cui fui | nutrito, chi mi fidarà della theologia, che sia vera la mia, e | quella dell'altre nationi falsa, mentre li scolastici fan tanto conto | d'Aristotele manifesto sofista, bench'egli più seppe adolcir di | sottilezza logica le sue bugie che altri dir la verità bene? Ateismo 22. Cqui ti guarda bene di Aristotele e di Averroè, che dicono | in cielo non vi esser caso e fortuna, dove Dio regge; ma sì | cqua basso, perché Dio non fa altro secondo loro che volger la | prima sfera, e non intende altro, e che «vilesceret si | inferiora respiceret». Perché elli non conobero Dio come causa | del Mondo, ma come anima eterna solo de la prima sfera | eterna, talché se non fè il Mondo e le sue cose, né anche le sa, || né le regge, ma con eterno fato fu legato egli come l'altre | anime a questo suo atto. Perché l'Idea delle cose fatte, in cui | consiste la scienza, sta nella mente dell'Artefice, però egli nega | ogni idea ancora. 51. Non si trova chi voglia morire per Aristotele o | per Galeno, ma per Christo e per Mosè mille migliara, e si | ben altri falsi legislatori han questo credito, che per essi gl'huomini | prendon la morte, la prendono solo in quanto stimano | vera la religione dell'altra vita, e qui si vede che, da chiunque | è detta, la verità ha forza stupenda di convincere il giudice | humano, e la bugia non ha sussistenza, né certezza tale. 70. Mirai poi all'altre leggi delle Nationi e le trovai lunghe, | parte irragionevoli, parte empie, macchiate di ingiustitia, fatte | ad utile del tiranno o de li prencipi o de li populi, permittenti | molti vitii e scarse di rimedii, e che han per fondamento | la felicità presente, il che non correge se non li vitii publici et | atti esteriori, non li privati et interni, e per regola han la giustitia | esterna, che nella commutatione e distributione e vendetta | si esercita: onde solo i peccati contro lo stato e contro il | prossimo, provati con testimoni, correge, e mirano solo, come | dice Aristotele, a far l'huomo buon cittadino solo, ma non | buono huomo, et a toglier solo il male, ma non la radice. 120. Et Aristotele si burla che vi siano angeli | e diavoli, sendo Dio anima de la prima sfera, e tanti angeli | quante son sfere per moverle, e che Dio non ha bisogno di | ministri come il Re, che si egli è perfetto si fa le cose da sé: li | ministri a lui sarian segno di impotenza. 152. Quelli che dall'astutia o dal demonio furo mandati, convengono; | tra filosofi, è Aristotele, Epicuro, Hippia, Homero, | Arrio, Calvino, Lutero e simili, che per guadagnar danari et | honori vani scrissero e parlaro di quel che non sapeano, posero | la religione in burla e quel che essi ignoraro stimaro falsità | e furbaria come la loro. 181. Questa opinione crede di tutti Varrone, et Averroè et Aristotele, | che ogni legislatore sia astuto fingitore per ben suo e di | populi, e così l'empio libro De tribus impostoribus dà ad intendere. 181. Erra grandemente Aristotile pensando, che uno non può governare | tutto il mondo, perché, come egli argomenta, non arrivaria il | suo timore a tutte le nationi, come l'anima non può arrivare un | corpo maggior del suo proprio assai, né una nave lunga uno stadio si | potrìa guidare. Perché, dico io, vi sariano locotenenti ordinarij in | tutte le provincie a tempo mutati, et il successor sempre in ordine, se | morisse quello; et da tutti insieme si obedirebbe al capo principale, e | questo provederia li magistrati grandi, et i grandi, li piccioli; et | Aristotile non vide l'imperio di Augusto, che stimò impossibile pur | tanto grande. Mon. Messia 63. Erra grandemente Aristotile pensando, che uno non può governare | tutto il mondo, perché, come egli argomenta, non arrivaria il | suo timore a tutte le nationi, come l'anima non può arrivare un | corpo maggior del suo proprio assai, né una nave lunga uno stadio si | potrìa guidare. Perché, dico io, vi sariano locotenenti ordinarij in | tutte le provincie a tempo mutati, et il successor sempre in ordine, se | morisse quello; et da tutti insieme si obedirebbe al capo principale, e | questo provederia li magistrati grandi, et i grandi, li piccioli; et | Aristotile non vide l'imperio di Augusto, che stimò impossibile pur | tanto grande. 63. Aristotele dunque | conobbe solo il timor servile e la forza del prencipe non sacro, che | egli non crede all'altra vita doppo morte, né conobbe la forza della | religione mirabile et il secolo ringenerato in Dio, et unito in una | fede, ma mirò al corrotto et scismatico de suoi tempi. 64. Però | stoltamente il Soto, per voler seguire Aristotile, dice che il dominio | di tutto il mondo in uno è contro natura, et impossibile, et è usanza | de' peripatetici dir contro natura ciò che non piace ad Aristotile, e | poi accetta il dominio del papa come raggionevole e possibile per | tutto il mondo unico in spirituale. Hor lui, dico, che impedisce, che | non sia pur il medesimo, sendo signor in temporale egli ancora, e || che tutti i regi obedischino a lui nell'uno e l'altro foro, come fu profetato: | Adorabunt eum omnes reges terrae, omnes gentes servient ei. 64. Questi opinanti | del contrario non considerano Christo come Dio humanato, e | come prima raggione architetrice e governatrice d'ogni cosa, ma | come un settario di dominio particolare institutore, e non d'universale; | e lo stringono alle regole d'Aristotile il quale non conobbe la | providenza, né il futuro secolo, né la virtù della religione, né il regno | universale che egli ha per impossibile. 127. Altri vedendo che tanta fabrica e maraviglioso lavoro non è senza gran | fattore e abitatori, poiché la fabrica mirabile del nostro corpo addita un'anima | invisibile governante e inabitante, dissero che Dio ci è, ma non ha providenza | delle cose nostre, o perché non puole, come dice Aristotile, perché è | attaccato al primo cielo e opera con necessità, e si avvileria «si inferior respiceret», | e passibile saria dall'oggetti, e però lascia correre a caso e fortuna le | cose inferiori, ed esso è parte primaria della natura errante, sendo motore o | anima del primo cielo. Politici 148. Primo, così nel mondo nostro i principati d'infedeli eretici son come sbirrarie | e boiarie del genere umano: «Veh tibi Assur, virga furoris mei», disse | Dio, e se li regi Assirii e Babilonii fur boia di Dio, lo stesso si deve stimare de | Macometto, del gran Turco e di tant'altri in genere e in specie, e chi l'ammira | e stima con li politici falsi ha del bestiale, perché non conosce che cosa è | virtù, e quanto ella più ben l'uomo è appagato che non è il gran Turco | beato dal suo imperio. Questo conobbe Socrate, Platone, e anche Aristotile; | questo, non sapendo dir meglio, fu sforzato star alla dottrina del suo maestro, | perché da sé era bizzarro e di trista conscienza, inabile a tanti altri santi | pensieri; 153. Se Aristotele, tanto da essi lodato nelle scole cristiane, nega l'immortalità dell' | anime particulari, e la providenza divina, e la creazione, facendo il mondo | eterno e Dio anima del primo cielo, ignorante di quel che si fa tra noi qua giù, | e nega esserci premio o pena dopo morte, dunque è bestialità credere alli | predicatori e dottori, i quali non solo con l'onorar e difendere Aristotile, e | sovente più che i padri santissimi e dottissimi loro, ma anche con la vita per lo | più contradicono a quel che predicano. 160. Se Aristotele, tanto da essi lodato nelle scole cristiane, nega l'immortalità dell' | anime particulari, e la providenza divina, e la creazione, facendo il mondo | eterno e Dio anima del primo cielo, ignorante di quel che si fa tra noi qua giù, | e nega esserci premio o pena dopo morte, dunque è bestialità credere alli | predicatori e dottori, i quali non solo con l'onorar e difendere Aristotile, e | sovente più che i padri santissimi e dottissimi loro, ma anche con la vita per lo | più contradicono a quel che predicano. 160. Item, poi tutti, desiderosi di non aver a render conto di lor viziosità e peccati | gravi, desiderano che Aristotile sia vertadero, e non vogliono contra lui si dica | un iota; 160. chiamano | Aristotele a decidere come mastro delle scole di Cristo, nel che godono || assai i politici e Macchiavellisti, e io sono afflitto da essi perché mostro Aristotile | essere sofista e introdotto per testimonio contra suoi, non per mastro | nelle scole cristiane; 160. chiamano | Aristotele a decidere come mastro delle scole di Cristo, nel che godono || assai i politici e Macchiavellisti, e io sono afflitto da essi perché mostro Aristotile | essere sofista e introdotto per testimonio contra suoi, non per mastro | nelle scole cristiane; 161. Di più, questi scolari peripatetici, se ben credessero che Aristotile erra scrivendo | contra la religione, perché il Concilio Lateranense sotto Leon X comanda | che si sciolgano da lettori i suoi argomenti fatti contra la fede, il che | molti fan burlescamente, e altri dicono: «Sic sentimus in philosophia, et sic in | theologia», come se il vero al vero potesse contrariare, quando poi son fatti | cortegiani e consiglieri de prencipi, e sentono disputare cose di stato, e che i | prencipi trascurano la conscienza per mantener lo stato in giurisdizione contra | la chiesa, essi si ricordano d'Aristotile, e par che abbia ragione, e consultano | a gusto del prencipe, prima dubitando che non ci sia providenza divina, né | immortalità d'anima, né giudizio finale, e poi affatto negando, perché non si | vedono punire da Dio per questa credenza, né sentono utilità dal prencipe. 161. Di più, questi scolari peripatetici, se ben credessero che Aristotile erra scrivendo | contra la religione, perché il Concilio Lateranense sotto Leon X comanda | che si sciolgano da lettori i suoi argomenti fatti contra la fede, il che | molti fan burlescamente, e altri dicono: «Sic sentimus in philosophia, et sic in | theologia», come se il vero al vero potesse contrariare, quando poi son fatti | cortegiani e consiglieri de prencipi, e sentono disputare cose di stato, e che i | prencipi trascurano la conscienza per mantener lo stato in giurisdizione contra | la chiesa, essi si ricordano d'Aristotile, e par che abbia ragione, e consultano | a gusto del prencipe, prima dubitando che non ci sia providenza divina, né | immortalità d'anima, né giudizio finale, e poi affatto negando, perché non si | vedono punire da Dio per questa credenza, né sentono utilità dal prencipe. 161.

I testi del CLERP

Il CLERP si basa sui seguenti testi di Campanella:

Epilogo magno, 1598* °
Monarchia di Spagna, 1598-1600*
La città del Sole, 1601-1602*
Aforismi politici, fine del 1601*
Del senso delle cose e della magia, 1604*
L’ateismo trionfato, 1606-1607*
Monarchia del Messia, 1606-1607*
Politici e cortigiani contro filosofi e profeti, 1627*
Monarchia di Francia, 1636*

* Probabile data di redazione del testo.
° Il testo che ci è pervenuto corrisponde alla seconda redazione (1604-1609)

Le entrate del CLERP

Varianti grafiche
Guida alla lettura
Abbreviazioni e schede

Le entrate rimandano ai contesti selezionati. In viola e con l'asterisco sono indicate le sottoentrate.
Achitofel
Achitofellisti
Alemagna v. anche Germania
amor proprio
anarchia
angelo
Anticristo
arbitrio, vedi libero arbitrio
aristocrazia
Aristotele
astuzia
ateismo
ateista
Calvinisti
*Calviniani
Calvino
clima
congiura
cortigiani
cristianesimo
Cristiani
Cristo
Dante Alighieri
democrazia
demonio
diavolo
dispietà
dominio
*dominio naturale
Ebrei
empietà
Epicuro
equità
eresia
eretici
Ermete Trismegisto
Esdra
Europa
fato
filosofo
fortuna
Francia
genti
Gentili
Germania v. anche Alemagna
giustizia
governo
idolatria
imperio
impero
inferno
Inghilterra
Italia
legge
*legge di Cristo
*legge di natura; legge naturale
*legge divina
legislatore
leoni
libero arbitrio
libertà dell'arbitrio
libertà della religione
libertà di conscienza
libertà di signoria
libertini
Licurgo
Luterani
Lutero
macchiavellista
Macchiavello
male
Maometto
Messia
miracolo
monarca
monarchia
*monarchia di Cristo
*monarchia universale
Mondo nuovo
Mosè
Numa Pompilio
occasione
oligarchia
opportunità
papa
papato
paradiso
Platone
politia
politica
politico
popolo
predestinazione
principato
principe
profeta
profezia
*profezia naturale
provvidenza
prudenza
purgatorio
ragion di stato
regno
*regno di Cristo
religione
*religione naturale
repubblica
*repubblica di Cristo
*repubblica popolare
Romani
Romolo
sacerdote
*sacerdote sommo
sbirro
secolo aureo
setta
Socrate
sofista
Solone
sommo bene
Spagna
statisti
stato
teologia
teologo
tirannia
tiranno
vermi
virtù
vizio
volpi