male - Astretto adunque | ogni caldo dalla necessità di rimaner dentro a questa mole | in cui s'adopra, goderà di vivere quivi e vorrassi nutrire | del vicino; onde odio nascerà tra tutti gradi | del caldo e tra tutti gli enti. Il quale havendo origine | dall'amor della conservatione di ciascun ente, desiderando | ciascuno d'esser sempre qual egli è simile alla mia Idea | per imitar me che sempre sono, d'onde tutti imparano ad | essere et operare, ne succederà che tempra d'amore et odio | per tutto sia, et che questo a quello sia ordinato, et male | non ci sarà se non respettivo ma non essentiale, perché | tutto è bene dal primo Bene. Epilogo 248. Ma la diversità et moltitudine || che si fa fuor dell'unità del primo Essere farà in questa | statua quasi un'ombra, perché è colorita: la quale se dirà | male et odio. Non è male il fuoco nell'essere, ma alla | terra par male; né mala è la biscia, ma mala pare | all'huomo. E così dico di tutti. Et la morte d'una cosa, | essendo vita di molti, mala non è: muore il pane per farsi | sangue, e 'l sangue muore per farsi nervi et ossa et carne, | né questo dispiace all'animale tutto, benché dispiaccia alle | parti il morire, cioè il trasmutarsi. 249. Così utile al Mondo è | la trasmutatione de gli enti particolari, la quale ad essi | dispiace; e tutto l'huomo è composto di morte et vita, che | fanno la vita del tutto.» E diceva Dio, che «ogni cosa | era bene, et che il male non era altro che l'abuso del bene | e 'l mancamento del bene, ma ch'egli non haveva essenza. | Ma non conoscendo gli huomini questo passo, faranno qualche | errore nella contemplatione di me: ma io tutto a bene.» | Così Egli parlava, e tutte queste cose procedevano, | et la lucerna del Mondo con suoi luminari girava, | et si faceva - di tanti modi d'attioni, e di repugnanze di | patienti, e di tanti vari lumi et vapori disradati, et nelle | conditioni del cielo e della terra diverse - tanto divario d'enti | qual veggiamo dentro et di fuori della terra: restando || parte del calor unito per far sementario, cioè quelle che | furo da men potenti forze occupate, et parte in suso essalando | da più robusto applicate. 249. Però gioia e dolore in tutte le cose sentienti, | come quel che a la sua conservatione giova et | nuoce, si trovano, l'una come senso conservativo del bene, | et l'altro del male distruttivo. 369. Essendo tutte le conoscenze animali movimenti da tutti | gli oggetti presenti o assenti, e tutti questi sendo dati per | la conservatione del composto, et la conservatione consistendo | in schifar il male et acquistare il bene, ne | segue che sì come dal senso nascono le memorie e discorsi || et intendenze et imaginationi, così anche dal piacere, ch'è | senso del bene presente, et dal dolore, ch'è senso del male | presente, ne vengono alcuni affetti, di bene et male presenti | assenti o misti, allo spirito recati. 495. Et furono dati la | gioia e 'l dolore all'animale come due spie del male o del | bene, siché senza quelle subito perirebbe, perché senza piacere | non si magna né si opera, et senza doglia non s'appetisce | il magnare né si fugge il troppo caldo o altro male; et sono | dunque spie dell'amore e del senno alla conservatione primieramente. 496. Hor | perché al mondo il bene non è schietto ma misto col male, | essendo tra contrarij lo spirito generato, al cui rispetto | le cose si dicono male et buone (benché male essentiale | non vi sia), disse il Senno eterno alla mente nostra, la quale | inspirò nella faccia humana per quella via ch'entra | il fiato allo spirito mortale: «Tu, con quelle divine potenze | che a Dio guardano, corrigerai lo spirito tuo, vehicolo e || vincolo tra il corpo e te: ché basterà solo l'amor divino | con la credenza in me a far che tutti li spiriti ben | operino, se li renderai amanti della mia bellezza, la quale | in me è per essenza. 505. lo spirito cominciò a conoscere che il | bene che pare non è tutto bene, ma tiene del male misto | nascoso o manifesto (onde le bestie anchora fuggono dall'acque | macchiate e dal cibo spinoso); et che si deve agere | per il futuro et per il presente; 506. È ben raggione che tu sij punita poi, se non | saprai a tuo senno far oprar questo spirito, ch'è di tanta | intendenza virtuosa capace. Io non ti sto a donar pietre | et piante, ma spiriti nobilissimi partecipi delle tue virtù, | che teco fanno simbolo et armonia. Né scusa fia che sian | partecipi di vitij, perché non saran tali se non volendo tu, | perché hai somma libertà di volere et svolere secondo | la legge mia, che nelle tue virtù intaglio viva per | tuo compimento nella mia similitudine. Et lo spirito per | natura è più atto al bene che al male, perché ciascun ente | vuol esser buono et conservarsi, né si trovarìa chi desideri | la propria destruttione, 568. Ma se oprarai non per questo amor mio et del prossimo, | ma di beni fragili del tuo appetito senza freno di legge | d'amore ma di paura odiosa, uscirai di regola, si perverterà | la natura, sarai schiava della parte inferiore, et quella | sarà schiava del corpo che si distemprarà, ribellandosi il | più et manco caldo con varie infermità, li spiriti saranno | impuri fuliginosi grossi et gli organi mal formati. Et | pero diventerai ignorante per loro, et raro avverrà che | fiano lucidi puri et mediocri, simili all'Idea mia del tutto.| Et per prova saprai virtù et vitij, bene et male. 569. Ma disputar dell'origine del male, per il quale altri negaro Dio, | come Epicuro, parendo che il male l'escluda; altri fecero due dei per | fare l'uno causa del male, come Manicheo e forse Pitagora, e altri | fecero che non ci sia male, come i libertini. Mon. Spagna 300. Altri fecero Dio causa del | male e tiranno, come Calvino, per fare che ogni cosa Dio faccia, | contrarissima opinione alla repubblica, come Cicerone e Platone | afferma, perché toglie la libertà di bene e mal fare ai popoli, e la legge | e la disciplina, la qual cosa, dopo che fu bene considerata dagli oltramontani, | li ha fatti ateisti che negano Dio, per non volere | unirsi alla servitù del Papa. 300. {I Solari} Fanno metafisici princìpi delle cose l'ente, ch'è Dio, e 'l | niente, ch'è il mancamento d'essere, come condizione senza | cui nulla si fa, perché non se faria si fosse: dunque non era | quel che si fa. Dal correre al niente nasce il male e 'l peccato; | però il peccatore si dice annichilarsi e il peccato ha causa | deficiente, non efficiente. La deficienza è il medesimo | che mancanza, cioè o di potere o di sapere o di volere, e in | questo ultimo metteno il peccato. Perché chi può e sa ben | fare, deve volere, perché la volontà nasce da loro, ma non e | contra. Città del Sole 51. Finalmente {i Solari} dicono ch'è felice il cristiano, che si contenta | di credere che sia avvenuto per il peccato d'Adamo tanto | scompiglio, e credeno che dai padri a' figli corre il male più | della pena che della colpa. Ma dai figli al padre torna la | colpa, perché trascurâro la generazione, la fecero fuor di tempo | e luoco, in peccato, e senza scelta di genitori, e trascurâro | l'educazione, ché mal l'indottrinâro. 53. Le passioni principali sono dolore e voluttà; questi sono esquisiti | sensi del male o del bene presente. L'amore e l'odio sono tendenza | verso il bene o contra il male che non è al senso unito, ché, | quando è unito, o deletta o addolora. La speranza e il timore son | fuga del male o sequela del bene assente per qualche presente utile | conosciuto. La fiducia è senso di qualche cosa onde s'argomenta | un bene certo, e il contrario è la diffidenza. La fede è madre | della fiducia, perché è senso di quella cosa buona, non dico | presente ma lontana, e quel che di questa buona sensazione si spera | per argomento, è la fiducia. Senso delle cose 177. Perché la conservazione è il sommo bene, e la destruzione il | sommo male, quella cosa più diletto, allegrezza, amore, speranza | e fede ingenera che più conserva o dispone a conservazione; e | quella più dolore, odio, tristezza, diffidenza e incredulità induce | che più distrugge o più impedisce la conservazione, e chi dispone | a conservazione o a destruzione sta nel secondo grado d'introdurre | gli affetti. 200. Beato chi legge in questo libro e impara da lui quello che le cose | sono, e non dal suo proprio capriccio, e impara l'arte e il governo | divino, e per conseguenza si fa a Dio simile e unanime, e con | lui vede ch'ogni cosa è buona, e che il male è respettivo e maschera | delle parti che rappresentano gioconda comedia al Creatore, e seco | gode, ammira, legge, canta l'infinito, immortale Dio, prima | Possanza, prima Sapienza e primo Amore, onde ogni potere, sapere || e amore deriva et è e si conserva e muta, secondo li fini intesi | dalla commune anima, che dal Creatore impara, e l'arte del | Creatore, nelle cose innestata, sente, e per quella ogni cosa al gran | fine guida e muove, finché ogni cosa sarà fatta ogni cosa, e mostrarà | ad ogni altra cosa le bellezze dell'eterna Idea. 235. Se Dio è buono, onde viene tanto male? perché | soprabonda al bene? Se ciò viene dal peccato originale, che | colpammo noi in quello dove non consentimmo, e che colpa | han le bestie che patiscon li medesimi guai? Ateismo 25. Senza dubio è da stimar, che non venga nella casa del Creatore | (che così chiamo il Mondo e sua statua et imagine e | teatro de le glorie sue e trofeo visibile) operatione, attione, | passione, figura, sostanza, similitudine, contrarietà, bene o | male che non sia conosciuto, inteso e fatto pur dall'Auttor | del Mondo. | Perché altrimente bisogneria stimare o che ci sia altra causa | prima da cui pendessero quelle cose, che alla sua providenza | et operatione non soggiaceno, e come dicono li Cataini esser | un Dio del cielo, un altro della terra, sequendo Manicheo; 47. Diremo dunque che nel Mondo non ci sia caso né fortuna | per sé assolutamente, rispetto a Dio et al tutto, ma solo per | accidente e respettivamente, mirando alle parti ignare della | totalità delle cose: e che noi, ignorando l'uso di molte cose e | la ragione di loro esistenza, stimamo esserci caso, male e negligenza | nella università magna. 49. Nulla cosa è vile, si non è mala. Tutte le cose ch'ha fatto Dio | son buone in eccellenza, sendo egli il sommo bene, da cui | non può dunque altro che bene derivare. Dunque nel Mondo | non ci è male in verità, ma solo in rispetto. 53. Non bisogna dunque assignar altro Dio del male, poiché | non ci è male né morte, si non rispetto del particulare essere; | ma tutte le morti son vita di altre cose nascenti, et ogni | corruttione è insieme generatione, e tutte morti e vite integrano | la vita totale del Mondo. 54. Non bisogna dunque assignar altro Dio del male, poiché | non ci è male né morte, si non rispetto del particulare essere; | ma tutte le morti son vita di altre cose nascenti, et ogni | corruttione è insieme generatione, e tutte morti e vite integrano | la vita totale del Mondo. 54. Dunque Dio non fece la morte né il male, ma questo | viene da la consequenza del Niente di cui Dio ni cavò e feo, | quando non eravamo: dunque solo permette la morte, il male | e la passione, in quanto è di altri vita, bene, generatione et | attione. 56. Dunque Dio non fece la morte né il male, ma questo | viene da la consequenza del Niente di cui Dio ni cavò e feo, | quando non eravamo: dunque solo permette la morte, il male | e la passione, in quanto è di altri vita, bene, generatione et | attione. 56. Dunque sendo tutto l'immenso mondo bello, buono, felice | e senza guai, e solo il punto de la terra vostra infelice, non | per questo punto di male (se pur è male) doveti argomentare | che Dio sia malo artefice, ma laudarlo del resto del bene, e | cercar la ragione perché lasciò questo punto negro fra tante | magnitudini bianche, e che chi l'ha fatto l'immenso bene | universalmente, potea e sapea questo puoco ancor bonificare | et abellire. 77. Dunque sendo tutto l'immenso mondo bello, buono, felice | e senza guai, e solo il punto de la terra vostra infelice, non | per questo punto di male (se pur è male) doveti argomentare | che Dio sia malo artefice, ma laudarlo del resto del bene, e | cercar la ragione perché lasciò questo punto negro fra tante | magnitudini bianche, e che chi l'ha fatto l'immenso bene | universalmente, potea e sapea questo puoco ancor bonificare | et abellire. 77. Di più si vede che gl'huomini si fanno dei e gl'idoli cose | vive, et altri adorò serpi, altri il fuoco, altri le stelle. Dunque | giocamo tutti alla cieca, e sendo trascorsi a bestemie tali, era | bene che Dio n'avvisasse, e poi ci lasciò fornir la comedia. Ma | già veggio le scene votarsi, e le tende scommoversi: sarà dunque || fine. Perché conviene allo sommo bene levar questa apparenza | di male anchora dagl'effetti suoi, e questi gusti di | Venere e di Bacco, che, come habiam mostrato, son affanni | temprati in qualche diletto per burlarci, han da finire. 91. Trascorrendo poi all'altre leggi, trovai manco errore in quelle | che adorano Deità incorporea: ma perché trovano nel Mondo | contrarietà, e bene e male, pongono dui Dei, un del cielo et | un de la terra, come Manichei. 151. Manicheo dice che il Dio malo fè la legge di Mosè, | el male e la tenebra, e 'l buono la legge di Christo, il cielo e la | luce. 151. E mi dissero che Calvino scrisse bene contra il libero arbitrio, | e conobi Calvino amico loro {dei demoni}, perché questo | molto scrive contra Dio, dicendo egli che Dio ni fa fare il | bene e 'l male per suo gusto, per impire il cielo e l'inferno di | lo noi. Onde nasce che Dio sia più perverso che il diavolo, o | che 'l peccato non sia peccato, come dicono i libertini. Il | che, esaminato in filosofia, è stoltitia empia, perché non ci | saria differenza tra lo scelerato e 'l santo, né tra il savio e | l'ignorante, e Cesare e Mosè e Melchisedech sariano equali | ad ogni cantanbanco, anzi inferiori, perché li cantanbanchi | si pigliano più spasso che quelli. 154. Perché si ignora la causa et origine di tanti mali che sono nel | Mondo, altri negaro Dio, parendo loro inconveniente che, sendo | Dio sommo bene, faccia o permetta tanto male, come fè | Epicuro; altri la providenza nelle cose inferiori, come Aristotele | et Averroè. Altri posero dui Dei, come Manicheo e Simon | Mago; altri più empiamente dissero che il medesimo Dio fa il | male e bene, e sia causa efficace in noi di peccare come di ben | fare, et in noi non esserci libertà di far bene o male, come | Luthero e Calvino, delli quali fu più pio Cicerone, che, non | potendo scioglier l'argumento donde venga il male, si risolse | più tosto negar la providenza che caricarlo a Dio e negar il | libero arbitrio a tutti sensi manifesto, come appar nel libro De | divinatione, sebene altrove l'uno e l'altro asserisce. 160. Perché si ignora la causa et origine di tanti mali che sono nel | Mondo, altri negaro Dio, parendo loro inconveniente che, sendo | Dio sommo bene, faccia o permetta tanto male, come fè | Epicuro; altri la providenza nelle cose inferiori, come Aristotele | et Averroè. Altri posero dui Dei, come Manicheo e Simon | Mago; altri più empiamente dissero che il medesimo Dio fa il | male e bene, e sia causa efficace in noi di peccare come di ben | fare, et in noi non esserci libertà di far bene o male, come | Luthero e Calvino, delli quali fu più pio Cicerone, che, non | potendo scioglier l'argumento donde venga il male, si risolse | più tosto negar la providenza che caricarlo a Dio e negar il | libero arbitrio a tutti sensi manifesto, come appar nel libro De | divinatione, sebene altrove l'uno e l'altro asserisce. 160. Altri negaro | il male, e posero indifferenti tutte cose, altro che il vitio, | come li stoici; altri heretici come sono i libertini che, vedendo | nel lor Calvino che Dio è causa del male, dissero che se Dio lo | fa non è male né peccato nel mondo, e così lo scusano. 160. Altri negaro | il male, e posero indifferenti tutte cose, altro che il vitio, | come li stoici; altri heretici come sono i libertini che, vedendo | nel lor Calvino che Dio è causa del male, dissero che se Dio lo | fa non è male né peccato nel mondo, e così lo scusano. 160. e trovai | che non ci è altro male che il peccato e 'l vitio, e che li | travagli e morti e generationi e corruttioni ponno servire a | bene et a male secondo li pigli et usi, come ben dicono li | stoici, e che non può esser che nel Mondo ci sia distintione e | producimento senza contrarietà di elementi, e che questa è | bona e durarà fin quando sarà ragione appresso Dio. 160. e trovai | che non ci è altro male che il peccato e 'l vitio, e che li | travagli e morti e generationi e corruttioni ponno servire a | bene et a male secondo li pigli et usi, come ben dicono li | stoici, e che non può esser che nel Mondo ci sia distintione e | producimento senza contrarietà di elementi, e che questa è | bona e durarà fin quando sarà ragione appresso Dio. 160. Così trovai chiaramente che Dio non concorre al male se | non permittendo, e che il male non ha causa agente, ma solo | deficiente, e che il peccato è niente, cioè difetto di bene magiore | et abuso di esso bene, perché noi ci appigliamo al minor | bene et apparente, e l'antiponemo al magiore et al vero, contra | la regula di Dio e della natura; 161. Così trovai chiaramente che Dio non concorre al male se | non permittendo, e che il male non ha causa agente, ma solo | deficiente, e che il peccato è niente, cioè difetto di bene magiore | et abuso di esso bene, perché noi ci appigliamo al minor | bene et apparente, e l'antiponemo al magiore et al vero, contra | la regula di Dio e della natura; 161. E tutto l'inganno sta nella confusione del male e del bene, | che si fossero divisi non si potria peccare, perché il male non si | può amare per sé, né il bene odiare; ma per accidente, sendo | misti, cercando il picciolo bene, con cui sta molto male, peccamo | contra Dio e la natura, che ci mostrano altro bene vero, | e cercando quel male che porta molto bene, come le medicine | e penitenze e fatiche, meritamo. E male in essenza non | ce n'è, se non in rispetto del particolare, come dissi. 162. E tutto l'inganno sta nella confusione del male e del bene, | che si fossero divisi non si potria peccare, perché il male non si | può amare per sé, né il bene odiare; ma per accidente, sendo | misti, cercando il picciolo bene, con cui sta molto male, peccamo | contra Dio e la natura, che ci mostrano altro bene vero, | e cercando quel male che porta molto bene, come le medicine | e penitenze e fatiche, meritamo. E male in essenza non | ce n'è, se non in rispetto del particolare, come dissi. 162. E tutto l'inganno sta nella confusione del male e del bene, | che si fossero divisi non si potria peccare, perché il male non si | può amare per sé, né il bene odiare; ma per accidente, sendo | misti, cercando il picciolo bene, con cui sta molto male, peccamo | contra Dio e la natura, che ci mostrano altro bene vero, | e cercando quel male che porta molto bene, come le medicine | e penitenze e fatiche, meritamo. E male in essenza non | ce n'è, se non in rispetto del particolare, come dissi. 162. Dunque non ci è Dio del male se non in rispetto, et ogni | male è minor bene et abuso del bene, che include lo stesso col | niente, chi non fa causa esistente. 163. Dunque non ci è Dio del male se non in rispetto, et ogni | male è minor bene et abuso del bene, che include lo stesso col | niente, chi non fa causa esistente. 163. l'hebrei serveno per testificar la verità di Christo contra Macometto || e gentili e Macomettani, e Macometto per levar l'idolatria, | introducere uno Dio e cathechizare il mondo alla fede | di Christo, perché Dio si serve del male e del bene in benefitio | de la verità: né permetteria male senza gran bene. 216. Dio si serve del male e del bene in benefitio | de la verità: né permetteria male senza gran bene. 216. onde Cicerone stoico dice che la providenza non si | stende sopra il nostro libero arbitrio; o non vuole, come dice Lutero e Calvino | con Macometto, perché è Signore e fa tutto a suo capriccio, e prevede per | forza altri destinando al male e all'inferno, altri al bene e al paradiso, altri | essalta, altri abbassa senza meriti, perché nascemo giudicati, non giudicandi. Politici 149. Altri dissero che ci è Dio malo e Dio buono nel governo, e che però | avviene bene e male insieme, come anticamente Manes e oggi i Cataini, ma | non parve sufficiente la dualità a Gentili, ma posero la pluralità di più dei, | boni e mali per tanta varietà che trovamo, e altri favorevoli al medesimo effetto, | e questo anche tengono l'Indiani e Chinesi da Greci e Romani antichi, | difesi da Varrone per ben credenti. 149. Primo. Come l'università delle cose naturali è guidata dagl'angeli e boni e | mali, perché li stupidi elementi non vonno né sanno lavorare piante e animali | con tanta arte e fine senza l'assistenza delle intelligenze (secondo si prova non | solo da Origene e S. Tomaso e S. Gerolamo, ma anco da tutti platonici, e tra | principali d'Avicenna e Alessandro e Temistio), come nell'artificiali il fuoco sa | abbruggiare e scaldare, ma non modificar le sue forze e arrostire, se il coco | non lo guida, e il medemo con la lima e martello e incude non sa far un focile | e una chiave senza il mastro ferraro: così son tutte l'università e congregazioni | umane, republiche, regni, monasteri, esserciti monarchie e papato, le quali | non ponno guidarsi col senno parziale e corto, ma ci è bisogno dell'universale | e ampio, che miri dentro e fuori al passato, presente e futuro, e la loro assistenza | ed effetti pronti a noi pareno venir per bona o per mala fortuna, secondo | che bene o male ci recano. 151. 3. Quando Dio manda bene le sue grazie, l'esseguiscono i boni ministri per | sé, de quali dice David «millia millium ministrabant ei» e S. Paolo che «sunt | administratorii spiritus»; quando manda qualche male in pena o in prova ed | essercizio, l'esseguiscono l'angeli mali, come fa le piaghe dell'Egitto; 152. Nelle corti poi gl'omini mal boni sovente diventano ben pessimi, etiam li credenti, | perché vedendo con questa politica andarsi avanti chi mira solo al proprio | interesse puerilmente, senza mirare al male che viene alla communità, e | per conseguenza a lui e a posteri, già che «malum se ipsum perdit», si sforzano | di non essere inferiori all'altri cortegiani. 162. tra popoli nasce opinione che il governo dell'ecclesiastici sia pessimo, | ed è uscito proverbio nelli stati al suo confinanti: Giustizia de preti, contra | il qual proverbio io disputai tra molti signori adulanti al prencipe che temea | del papa son due anni, e tutti mi fur contra, e mi dicean che con questa | opinione sto ben trattato; tutto questo male nasce da macchiavellisti che | separano dal papa l'animi della gente e l'istrumenti e nervo della sua politia, | che son le lingue e penne de boni ingegni, contra l'offizio d'Elia che «convertet | corda patrum ad filios et filiorum ad patres», il pseudo Elia Lutero il | dimostra. 164. Non però sono soverchie le buone inspirazioni e avvisi per mezzo de predicatori | e de profeti, che Dio manda a questa gente; ma servono perché ogni | creatura intenda che Dio non odia le sue creature, né le mette in quel luogo | perché l'ha predestinate al male, come dice Calvino, né per tradirli, dicendo | loro che faccia bene, avendo ei disposto di sforzarli a far male per il suo disegno; 172. Non però sono soverchie le buone inspirazioni e avvisi per mezzo de predicatori | e de profeti, che Dio manda a questa gente; ma servono perché ogni | creatura intenda che Dio non odia le sue creature, né le mette in quel luogo | perché l'ha predestinate al male, come dice Calvino, né per tradirli, dicendo | loro che faccia bene, avendo ei disposto di sforzarli a far male per il suo disegno; 172.

I testi del CLERP

Il CLERP si basa sui seguenti testi di Campanella:

Epilogo magno, 1598* °
Monarchia di Spagna, 1598-1600*
La città del Sole, 1601-1602*
Aforismi politici, fine del 1601*
Del senso delle cose e della magia, 1604*
L’ateismo trionfato, 1606-1607*
Monarchia del Messia, 1606-1607*
Politici e cortigiani contro filosofi e profeti, 1627*
Monarchia di Francia, 1636*

* Probabile data di redazione del testo.
° Il testo che ci è pervenuto corrisponde alla seconda redazione (1604-1609)

Le entrate del CLERP

Varianti grafiche
Guida alla lettura
Abbreviazioni e schede

Le entrate rimandano ai contesti selezionati. In viola e con l'asterisco sono indicate le sottoentrate.
Achitofel
Achitofellisti
Alemagna v. anche Germania
amor proprio
anarchia
angelo
Anticristo
arbitrio, vedi libero arbitrio
aristocrazia
Aristotele
astuzia
ateismo
ateista
Calvinisti
*Calviniani
Calvino
clima
congiura
cortigiani
cristianesimo
Cristiani
Cristo
Dante Alighieri
democrazia
demonio
diavolo
dispietà
dominio
*dominio naturale
Ebrei
empietà
Epicuro
equità
eresia
eretici
Ermete Trismegisto
Esdra
Europa
fato
filosofo
fortuna
Francia
genti
Gentili
Germania v. anche Alemagna
giustizia
governo
idolatria
imperio
impero
inferno
Inghilterra
Italia
legge
*legge di Cristo
*legge di natura; legge naturale
*legge divina
legislatore
leoni
libero arbitrio
libertà dell'arbitrio
libertà della religione
libertà di conscienza
libertà di signoria
libertini
Licurgo
Luterani
Lutero
macchiavellista
Macchiavello
male
Maometto
Messia
miracolo
monarca
monarchia
*monarchia di Cristo
*monarchia universale
Mondo nuovo
Mosè
Numa Pompilio
occasione
oligarchia
opportunità
papa
papato
paradiso
Platone
politia
politica
politico
popolo
predestinazione
principato
principe
profeta
profezia
*profezia naturale
provvidenza
prudenza
purgatorio
ragion di stato
regno
*regno di Cristo
religione
*religione naturale
repubblica
*repubblica di Cristo
*repubblica popolare
Romani
Romolo
sacerdote
*sacerdote sommo
sbirro
secolo aureo
setta
Socrate
sofista
Solone
sommo bene
Spagna
statisti
stato
teologia
teologo
tirannia
tiranno
vermi
virtù
vizio
volpi