Socrate - Così hoggi Pietro et Paolo | sono Padroni di Roma, le cui statue et memorie son gettate | a terra, e quelle de i Santi drizzate su ne i tempij et altari; | et Socrate è lodatissimo et i suoi occisori biasmatissimi. | Et quello diede legge con parole et vita et morte, et ogn'uno | desidera esser quale egli fu; et questi sono | odiati, et nessuno vorrebbe essere qual essi furo. Epilogo 567. L'altra regola è procurare che non naschino di questa razza, e ben | trattare gli uomini d'ingegno con vescovadi e prebende, e pensare che se | bene i buoni li puoi trattare a tuo modo, che giammai si guasteranno, | come era Catone e Socrate tra gentili, e san Bernardo e san Tomaso tra || Cristiani, ci sono poi altri uomini buoni, ma atti ad ogni contrario, | come Alcibiade e Coriolano gentili, che alla patria giovaro e nocquero | secondo il comodo, e Sergio e Lutero tra Cristiani, che prima predicaro, | e poi spredicaro. Mon. Spagna 200. Ospitalario. È bella cosa questa e santa; ma quella delle | donne communi pare dura e ardua. S. Clemente Romano dice | che le donne pur sian communi, ma la glosa intende quanto | all'ossequio, non al letto, e Tertulliano consente alla glosa; | ché i Cristiani antichi tutto ebbero commune, altro che | le mogli, ma queste pur fûro communi nell'ossequio. | Genovese. Io non so di questo; so ben che essi han l'ossequio | commune delle donne e 'l letto, ma non sempre, se | non per generare. E credo che si possano ingannare ancora; | ma essi si difendono con Socrate, Catone, Platone e altri. Città del Sole 25. {I Solari} Usano li bagni e l'olei all'usanza antica, e | ci trovâro molto più secreti per star netto, sano, gagliardo. Si | forzano con questi e altri modi aiutarsi contro il morbo sacro, | ché ne pateno spesso. | Ospitalario. Segno d'ingegno grande, onde Ercole, Socrate, | Macometto, Scoto e Callimaco ne patîro. 39. 95. Altri son re per natura, come Socrate e Catone, altri | per fortuna, come Nerone e Vitellio, et altri per l'uno e | l'altro, come Alessandro et Augusto; altri più per natura | che per fortuna, come Scipione et Annibale; altri più per | fortuna che per natura, come Tiberio e Galba. Il medesimo | partimento si fa di tutti governatori et artefici e sacerdoti. Afor. pol. 122. Vero è che molti solo patiscono | passion naturale di malinconia, come Socrate, Callimaco, | Scoto, Ercole e Macometto, e spesso cadevano smorti d'epilessia, | ascendendo il vapor nero in testa, benché fussero acuti e ingegnosi | nella sanità; e altri pure sani sono offesi, come vidi molte | vecchie, e altre dal diavolo sono oppresse, come le pitonisse, e | queste ingannaro Aristotile e Galeno e molti a credere che non ci | fusse altra profezia superiore. Senso delle cose 149. Ma tutte le cose del mondo sono simili, e chi bene non distingue | s'inganna; ma Socrate e Platone i profeti santi dai malvagi ben | distinsero, e aspettaro un che riformasse il culto divino, dato empiamente | alle statue, come si vede dall'Alcibiade e nel dialogo De | voto et de sanctitate di Platone. 149. E Socrate giurava per il cane, e per non esser | travagliato da gl'inquisitori, che poi lo fecero pur morire, che | dicesse il cane dio più delli dèi loro, soleva dire che giurava per il | cane dio degli Egizii; e poi nell'Epinomide Platone dice che li filosofi | non credono se non un Dio, ma se altri adorar si devono, | meglio è le stelle adorare che gli uomini morti. 172. Socrate molto lodai sopra ogni filosofo, et li | suoi consimili. Ateismo 19. E questo fu desiderio di Socrate, e dicea che | così vuole la ragion naturale, e che non vi siano oratori a difender | le cause, né leggisti glosatori, come riferisce Plato. 114. Né | solo questo disse Socrate, ma che neanco si deve l'huomo | difendere e scusare, e si è condennato a torto, deve ricever la | sentenza con humiltà, aspettando da Dio ricompensa dopo | morte. 114. E questo disse e fece Socrate imitando a Christo, a lui | ignoto in carne, ma noto in natura ragionevole. 114. E così l'estrema untione, per dar consolatione alli morienti | e fiducia a sanare o a morire con gaudio de l'altra vita, è pur | cosa giovevole a ciascuno in natura, e così nell'Assioco Socrate | racomanda l'anima del moriente; 118. E Socrate intese questa giustitia voluntaria esser la vera e rationale | del filosofo. 119. E più glorioso è Socrate hogge, che Melito et Anito suoi | accusatori e vincitori per calunnia, e più Seneca e Lucano che | Nerone e Seiano e Tiberio, che fu padre di Macchiavellisti. 130. E questo fè a Mosè che levasse ogni pittura e statua, e di | questo li profeti e san Paolo si doleno. Anzi Socrate, vedendo | Alcibiade portar in voto una corona alla statua, li persuase che | quelli non erano Dei, né imagini di vero Dio, e che più imagine | di Dio è il savio filosofo e l'huomo da bene, che quella | statua. 146. Socrate per non | giurare per Giove e per li Dei morti, solea giurar per canem, e | sendo notato d'empio, rispondeva che giurava per il cane Dio | de gl'Egittii, quasi volendo dire in suo senso che era gran | stoltitia tener per Dii li huomini morti e le statue, e che tal | dignità più alli cani si converria, che son vivi. 147. Pur perché ci era | ab antico la fede de le genti tutte del paradiso et inferno e | purgatorio, come Socrate, Pittagora, Platone, Virgilio | et altri asseriscono, ma non sapean tutte le nationi la venuta | del Messia, e che a lui prima toccava ascender al cielo, però | dissero che molti heroi non alli campi Elisei, ma in cielo erano | assonti, come di Romolo e di Cesare e di simili si dice. E | tutte queste cose velò Moise nella legge, perché non era tempo, | et in Iob le dichiarò con modi chiari e sacri. 157. Coloro i quali dalla ragion si mossero son degni di | laude, ma perché potero errare, non sono degni di fede indubitata. | Tali son li filosofi Platone, Socrate, Seneca, che confessaro | quel che ignoravano e quel che sapeano schettamente, e | tra li legislatori vi è Dracone, Solone, Licurgo, Caronda e | Foroneo, che le loro leggi fondaro in raggione, e così la dottrina, | senza sangue, e senza miracoli, senza profetia: questi | parlaro saviamente, e si forzaro far huomini buoni, e non di | acquistar honore e ricchezze a se stessi. 181. e credo certo che molti sapienti siano morti per la legge | naturale, come Anassagora e Socrate. E questi son degni di | esser tenuti tra christiani della legge di natura in quelli atti, | ma non hebbero miracoli et altri requisiti a dir che erano | mandati da Dio, né lo dissero per non mentire: ma bastò loro | difender la ragione, che è lume della ragion prima. 189. e Platone nel libro De sanctitate e De voto aspettava un | renovator del mondo e del culto divino, e così introduce Socrate | burlarsi di quelli Dei, e che si deve aspettar un che rifaccia | il culto del vero Dio; e come hoggi si aspetta il giudicio, | così per tutto il mondo si aspettava Christo. 204. Dunque almeno è quatruplicato il piacere del christiano vero, | e quel de gl'altri sempio, e Platone dice molto più, facendo il | conto sottile con Socrate suo. Dunque in legge di natura questo | è vero. 227. Sul principio la Chiesa giudicava in | palese di tutti peccati, perché la confessione era publica. E questo | desiderava Socrate nella Republica, che ognuno senza aspettar testimonij | et accusatori che l'astringano, andasse da sé a confessare il | delitto e pigliar la pena, e non a forza, come i bruti; ma poi l'erubescenza | et enormità de peccati ci ritirò alla confessione secreta, e | tribunal secreto, onde par la potestà sacerdotale diminuta a questi | theologi venduti. Ma in vero questa è la suprema. Mon. Messia 123. Primo, così nel mondo nostro i principati d'infedeli eretici son come sbirrarie | e boiarie del genere umano: «Veh tibi Assur, virga furoris mei», disse | Dio, e se li regi Assirii e Babilonii fur boia di Dio, lo stesso si deve stimare de | Macometto, del gran Turco e di tant'altri in genere e in specie, e chi l'ammira | e stima con li politici falsi ha del bestiale, perché non conosce che cosa è | virtù, e quanto ella più ben l'uomo è appagato che non è il gran Turco | beato dal suo imperio. Questo conobbe Socrate, Platone, e anche Aristotile; | questo, non sapendo dir meglio, fu sforzato star alla dottrina del suo maestro, | perché da sé era bizzarro e di trista conscienza, inabile a tanti altri santi | pensieri, e quando Esdra si lamenta: «Nunquid meliora facit Babylon quae | Ierusalem», e per che causa quella empia gode e questa pate, sta la risposta | divina che non intendeva quel che si dicesse, perché c'è altro secolo per loro, | e etiamdio in questo più gode il buono che il malvaggio, come disse S. Pietro | a Simon Mago appresso S. Clemente, e Seneca e Cicerone e Orazio e ogni | ben considerante il confessa. Politici 153. questa canaglia adulatrice finge che | noceno allo stato e alla religione tutte quelle cose che non vengano da loro, e | insospettiscono di maniera il prencipe, che non osa parlare a questi filosofi né | anche di notte, come faceva Nicodemo per questa medema paura; così fecero | contra Socrate, contra Seneca, contra Origene, Gerolamo, Giustino Martire, | e contra Crisostomo, e contra i profeti e apostoli e filosofi, non che contra | i conservi loro, ed è arte antica, come prova Platone, de cortegiani e di pretendenti | lo smaccare li virtuosi. 163. Talché il prencipe fa due perdite per loro: una, che non ha strumenti da | guidar la casa e il regno e da opporse a nemici; l'altra è che vien forzato a | sublimar questa canaglia, che poi imbratta de vizii la corte, il popolo e il regno, | e chi non è atto a servizii gravi, se non a mostrarsi il primo a pigliar | l'orinale al padrone, lagnarsi con gridi e pianti quando dice che gli duole il | piede o il dente, lusingarlo, untarlo e gabarlo, e questo noce più alli prencipi | ecclesiastici che agl'altri, se bene è peste universale e offizio di Circe, che fa | l'uomini bestie, come diceva Socrate, e non di Demetra, che fa di bestie uomini. 164. Socrate | è ucciso dall'inquisizione, perché contra sofisti e ipocriti sparlava, e mostrava | un Dio solo vero; Anassagora per cosa consimile; Seneca e Lucano come | machinatori contra lo stato, quando i vizii dello stato biasmavano, et sic de | singulis. 175.

I testi del CLERP

Il CLERP si basa sui seguenti testi di Campanella:

Epilogo magno, 1598* °
Monarchia di Spagna, 1598-1600*
La città del Sole, 1601-1602*
Aforismi politici, fine del 1601*
Del senso delle cose e della magia, 1604*
L’ateismo trionfato, 1606-1607*
Monarchia del Messia, 1606-1607*
Politici e cortigiani contro filosofi e profeti, 1627*
Monarchia di Francia, 1636*

* Probabile data di redazione del testo.
° Il testo che ci è pervenuto corrisponde alla seconda redazione (1604-1609)

Le entrate del CLERP

Varianti grafiche
Guida alla lettura
Abbreviazioni e schede

Le entrate rimandano ai contesti selezionati. In viola e con l'asterisco sono indicate le sottoentrate.
Achitofel
Achitofellisti
Alemagna v. anche Germania
amor proprio
anarchia
angelo
Anticristo
arbitrio, vedi libero arbitrio
aristocrazia
Aristotele
astuzia
ateismo
ateista
Calvinisti
*Calviniani
Calvino
clima
congiura
cortigiani
cristianesimo
Cristiani
Cristo
Dante Alighieri
democrazia
demonio
diavolo
dispietà
dominio
*dominio naturale
Ebrei
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eresia
eretici
Ermete Trismegisto
Esdra
Europa
fato
filosofo
fortuna
Francia
genti
Gentili
Germania v. anche Alemagna
giustizia
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idolatria
imperio
impero
inferno
Inghilterra
Italia
legge
*legge di Cristo
*legge di natura; legge naturale
*legge divina
legislatore
leoni
libero arbitrio
libertà dell'arbitrio
libertà della religione
libertà di conscienza
libertà di signoria
libertini
Licurgo
Luterani
Lutero
macchiavellista
Macchiavello
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Messia
miracolo
monarca
monarchia
*monarchia di Cristo
*monarchia universale
Mondo nuovo
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Numa Pompilio
occasione
oligarchia
opportunità
papa
papato
paradiso
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politia
politica
politico
popolo
predestinazione
principato
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profeta
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*profezia naturale
provvidenza
prudenza
purgatorio
ragion di stato
regno
*regno di Cristo
religione
*religione naturale
repubblica
*repubblica di Cristo
*repubblica popolare
Romani
Romolo
sacerdote
*sacerdote sommo
sbirro
secolo aureo
setta
Socrate
sofista
Solone
sommo bene
Spagna
statisti
stato
teologia
teologo
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virtù
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