Tommaso Campanella, Ateismo trionfato, p. 130
è meglio spender la vita per difesa della ragion divina che ti
fa immortale in questo e nell’altro secolo, che con l’arme difenderla
come cosa humana, massime nel principio de la fondazione.
Hogge in Roma regna Pietro e Paulo, uccisi disarmati,
e non Romulo né Nerone uccisore, le cui memorie e statue
son gittate a terra, e fatti tempii e statue a Pietro e Paolo.
E più glorioso è Socrate hogge, che Melito et Anito suoi
accusatori e vincitori per calunnia, e più Seneca e Lucano che
Nerone e Seiano e Tiberio, che fu padre di Macchiavellisti.
/Dunque la bontà vince, e l’amor generoso del publico, il zelo
di Dio e della ragione dopo morte: «Condemnat mortuos iustus
vivus impios».Le parole degli apostoli vanno a lettere
d’oro, e costano un mar di sangue, e chi si oppone a luoro, è
bestia, e roina se medesmo.
Non vince all’incontro l’amor proprio, in cui fonda il Macchiavello
la sua ragion di stato, e quanti l’han sequitata roinaro.
Piglia il suo duca Valentino et Oliverotto e Tiberio et Azzalino
e Castruccio suo e simili mostri. Invero egli vidde
corto, che come dice un poeta suo paesano: »Questo amor
proprio ha del bestiale».
E per rispondere a Giuliano, che pur si burla di Christo,
che non armò i suoi etc., dico che gli heroi de la legge di