congiura - Mai non si trovò congiura in Roma, dice Sallustio, contro la | patria, se non quando le ricchezze e dignità dei molti vennero in man | di pochi, di Crasso, Pompeo e Cesare, e in Germania si sollevaro | i rustici a tempo di || Lutero contro la nobiltà. Mon. Spagna 172. La congiura contra la vita del Re, o stato, se un solo la fa con se | stesso, non c'è altro rimedio che guardare, e fare cercare a chi entra a | parlargli, se porta armi o no, perché sono quasi inevitabili queste di | uno: onde re Enrico di Francia e il re di Moab per mano d'uno periro, | e così Filippo macedone: il primo per la religione, il secondo per la | tirannia, il terzo per la giustizia negata. | Se sono più che congiurano contro la vita del Re, se non s'eseguisce | l'effetto fra quindici giorni o venti, necessariamente si scuopre, | quando li congiurati non si muovono per giustizia e pietà e amor del | pubblico contro un tiranno, e non son più || che uomini da bene, perché ognuno cerca aggrandirsi con il Re, e se è | in parte buono, rivelando. 178. L'intervento de | servi e donne sempre scuopre la congiura, quando non s'eseguisca | subito, come fu quella di Lorenzino de Medici contra il duca Alessandro | in Fiorenza in una notte. 180. Quando la congiura è contro lo stato, se si muovono uomini da | bene contro un tirannissimo, benché tardino, non si scuopre così | volentieri, e però quella di Giovanni di Procida coi popoli e baroni di | Sicilia contro Francesi e Carlo d'Angiò, che maltrattavano i popoli | insolentemente, mai non si scoperse in più di un anno, e pur fu trattata | col Re don Pietro d'Aragona, e col Papa e con l'Imperatore forestieri | del regno, perché si trattò con persone nobili e interessate in tal | negozio, e contra ebri e tirannici e negligenti dominatori, e quella di | Ioiade e Leviti contro Attalia. Ma se sono pochi e non buoni più di | quelli contra i quali congiurano, se subito non eseguiscono, si scuopre, | come fu quella prima contra Nerone, ove c'entrò Seneca, e quella de | Strozzi irreligiosi contra Cosimo de' Medici men tristo di loro. 180. Ma se un solo congiura per torre lo stato a qualche principe, e fa | che i suoi seguaci credano che voglia altro fare, e fra questo si forza a | legarseli con amore, costui vincerà certo, e però la congiura di Cesare | contro la patria per insignorirsi fu con sé solo, dicendo spesso da che | era fanciullo: Si violandum est ius, regnandi causa violandum est. E si fece | fondamento nella religione e negli animi de' soldati, e poi scoperse il | disegno sotto altro pretesto. Ma Catilina, che fece la medesima | congiura, la comunicò in tutto con altri, . E però rovinò, e fu esempio a Cesare di non | rovinare, facendo la medesima congiura con modo accorto. 182. Ma infamare un paese di rebellione o congiura è peggio, | se non è provatissima, perché i populi pensano a mutare stato, | temendo dell'infamia, e i nemici ad entrare per questa via, come | spesso in Fiandra si è visto, e in Francia. 184. E se bene si cava qualche utile, perché con tale occasione si mette | la briglia più stretta al popolo, onde Cosimo meglio dominò Fiorenza | dopo la congiura che prima, e prese occasione di non serbare le capitulazioni | per tal congiura, e il Re nostro ha frenato gli Aragonesi sotto | pretesto d'aver conspirato con Antonio Perez, pure sono più li mali | che il bene, perché queste cose, cioè di unirsi meglio il principato ed | assicurarsi, le può fare con amore e con benefici al popolo fatti, e | toglierà i predetti mali del sospetto. 184. Vero è che quando nella congiura entra novità di religione, è pericolosissima, | o quando entra qualche predicante || contra lo stato, e però diciamo delli buoni e tristi predicanti, posponendo | l'unione e disunione de regni e loro particolarità al fine. 184. 129. O manca l'imperio per congiura d'omini forti et savii, | come di Bruto e Lucrezio contra Tarquini e di Dario et | altri contra i Magi Persiani. Per rimedio gl'omini savii e | forti si devono separare, sotto specie d'onorarli con governi | onorati in diverse regioni, e si devono tenere astretti con | beneficio, ma non estinguere, ma assumere a parte del dominio, | come fece Faraon a Gioseppe e Tiberio a Graziano, | perché è più certa la rovina quando gli dappoco et ignoranti | si sublimano nel governo e gradi. Afor. pol. 134.

I testi del CLERP

Il CLERP si basa sui seguenti testi di Campanella:

Epilogo magno, 1598* °
Monarchia di Spagna, 1598-1600*
La città del Sole, 1601-1602*
Aforismi politici, fine del 1601*
Del senso delle cose e della magia, 1604*
L’ateismo trionfato, 1606-1607*
Monarchia del Messia, 1606-1607*
Politici e cortigiani contro filosofi e profeti, 1627*
Monarchia di Francia, 1636*

* Probabile data di redazione del testo.
° Il testo che ci è pervenuto corrisponde alla seconda redazione (1604-1609)

Le entrate del CLERP

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Achitofellisti
Alemagna v. anche Germania
amor proprio
anarchia
angelo
Anticristo
arbitrio, vedi libero arbitrio
aristocrazia
Aristotele
astuzia
ateismo
ateista
Calvinisti
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Calvino
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congiura
cortigiani
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Cristiani
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