Tommaso Campanella, Aforismi politici, p. 123

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contrasto salutare.La prudenza tesorizza sopra gl’animi
degl’uomini e sopra il numero grande, l’astuzia sopra i
danari e sopra le forti mura, minuendo i suoi vassalli.
La
prudenza perdendo vince, l’astuzia vincendo perde.
La prudenza
è clemente, l’astuzia crudele.
La prudenzaè buona,
l’astuzia appare buona.
La prudenza studia nella religione
della natura, l’astuzia nella religione superstiziosa che deprime
gli animi per soggettarli vilmente.
La prudenza considera
i costumi dei popoli e del clima, e le variazioni che furo
e sono in tutto il mondo insieme, e che luogo essa tiene fra
tante cose varie; l’astuzia considera solo quel che importa al
suo giardino e casa, e quando ella regna.
La prudenzaè signorile
e da Cesare, l’astuziaè servile e da Davo.
La prudenza
mira al temone, l’astuzia alli remiganti.
La prudenza
fa nascer l’occasione e se ne serve, l’astuzia per bassi rispetti
la perde.
La prudenza dà leggi a tutti buone e l’astuzia a sé
sola.
La prudenza, puniendo una colpa, resta amata da tutti
e fa il popolo megliore; l’astuzia puniendo resta odiosa e la
sua punizione fa il popolo peggiore.
La prudenza inganna
i popoli d’inganno utile a loro e, scoperta, più è amata;
l’astuzia d’inganno utile a sé sola e, scoperta, è più odiosa.

97. Proprio della magnanimità e fortezza è l’acquistare,
come di Romulo, di Cesare e di Carlo, e della giustizia e
temperanza il mantenere, come di Numa Pompilio e di
Veneziani; e chi queste virtù tutte ha è buono all’uno e
l’altro, come Augusto.

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