Tommaso Campanella, Monarchia di Spagna, p. 166

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e di tali danari si può trafficare la materia delle cose, come fanno li
usurari, donando danari per seta ecc., o vero si possono nodrire i serragli
e seminarii di soldati e di donne soldatesse povere, come di sopra
accennai, e questo atto fatto da religiosi, etiam contro i baroni, giova
all’anima e al corpo e allo stato, e sappia che è divorato il mondo da
questi.
Ottavo, {il Re} deve far rendere conto a tutti quelli officiali regi e sindaci
delle terre, da tanti anni in qua, e delle condanne loro arriccchire l’erario,
restituendo a essi la metà o meno, come parerà meglio: onde il
popolo e il Re goderanno.

Nono, item cercar tutte le significatorie fatte contra quelli
che ministrano l’azienda reale, e li beni dell’universitadi da
cento anni in qua, le quali non fur pagate, ma per denari occultate
da ministri, e questi far pagare, perché importan molti
milioni.
Decimo, chiamare tutti processati e diffamati per condanne vecchie
in processo, e con pagare tanto per uno, bruggiare i processi vecchi
di cinque anni a dietro, per onor loro.
Undecimo, con colore di volere sapere chi entra in una città
grande, come Napoli, o di presidio, come Crotone, si può mettere che
paghi nell’entrare ognuno qualche cosa nelle porte, la prima volta che
entra.
Duodecimo, si devono le gabelle mettere in tutte le cose comunissime
e nelle superflue, ma nelle comuni, come pane, vino, oglio, etc.,
si deve metter poco per gabella, e nelle superflue assai. Però nelle carte
da giocare, due carlini, nelli dadi, uno, nella carta da scrivere un grano
per quinterno, nelli guanti mezzo carlino, nelli drappi di seta, <nei
colori, nei drappi> d’oro e d’argento assai gabelle si possono mettere,
con guadagno del Re. Ma più nelle puttane, che si deve in tutte le
terre usare come

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