Tommaso Campanella, Monarchia di Spagna, p. 180

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che uomini da bene, perché ognuno cerca aggrandirsi con il Re, e se è
in parte buono, rivelando.
E però la congiura d’Absalon contra David,
e quella di Catilina contro la patria si scopersero, perché i congiurati
non erano più santi che i morituri per tal congiura. L’intervento de
servi e donne sempre scuopre la congiura, quando non s’eseguisca
subito, come fu quella di Lorenzino de Medici contra il duca Alessandro
in Fiorenza in una notte.

Quando la congiuraè contro lo stato, se si muovono uomini da
bene contro un tirannissimo, benché tardino, non si scuopre così
volentieri, e però quella di Giovanni di Procida coi popoli e baroni di
Sicilia contro Francesi e Carlo d’Angiò, che maltrattavano i popoli
insolentemente, mai non si scoperse in più di un anno, e pur fu trattata
col Re don Pietro d’Aragona, e col Papa e con l’Imperatore forestieri
del regno, perché si trattò con persone nobili e interessate in tal
negozio, e contra ebri e tirannici e negligenti dominatori, e quella di
Ioiade e Leviti contro Attalia. Ma se sono pochi e non buoni più di
quelli contra i quali congiurano, se subito non eseguiscono, si scuopre,
come fu quella prima contra Nerone, ove c’entrò Seneca, e quella de
Strozzi irreligiosi contra Cosimo de’ Medici men tristo di loro.

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