Tommaso Campanella, Monarchia di Spagna, p. 238

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Non si devono però negare loro le cose necessarie, né troppo stringere,
e hanno bisogno delle visite contro usurarii e carceri tiranniche,
ut supra. E si possono in esse fare seminarii di marinari, mandando
alcuni giovani ogn’anno in corso con le galere da fanciulli per imparare
l’arte, come usano i Veneziani, perché di quelli ha più bisogno il
Re che d’altra cosa. Conviene inserire in loro il sangue oltramontano
per allignare e fare più genti, ut supra.
Si possono fare anco ordini di cavalieri di mare, come son quei di
Malta, e non dare le rendite di san Jacopo, Calatrava, Alcantara e di
altri cavalieri che ha il Re a gente oziosa, ed è necessitato il Re a
questo, e non sempre fidarsi di marinari ausiliarii e mercenarii, come
sono Genovesi, ecc.
In queste isole {Sicilia e Sardegna} bisogna abbassare i baroni più che altrove, perché il
sito li può fare signori più agevolmente, ed è costume loro di essere
tiranni, onde è bene mettere baroni d’altre nazioni, e si convengono a
loro i Spagnoli per più somiglianza di clima, tanto per officiali quanto
per negoziare e per soldatesca: ma per allignare oltramontani.
E
nessuna forte rocca in mano del signor nativo si deve lasciare, perché
da essi cominciò la rebellione sempre, massime contro Francesi, se
bene più furo alli Aragonesi fedeli delli altri, per la convenienza delli
costumi, ecc.

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