Tommaso Campanella, Monarchia di Spagna, p. 350

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se così avesse fatto il Re avrebbe acquistato più paesi in Africa e Asia,
e Spagna sarebbe più populosa e più forte, e il Mondo nuovo più
ricco. Onde grande ignoranza è tenerlo per tesoro de metalli e non
d’uomini, che son per natura più cosa preziosa. E di questi Indiani
artisti, essendo poi spagnolizati, col tempo se ne possono fare soldati e
religiosi, come fa il Turco de suoi.
3. Instituire in ogni provincia del Mondo novo un seminario austriaco
di soldati fanciulli, e allevarli sì che non conoschino altro padre
che il Re, e un seminario di donne, ut supra, e uno de marinari, ut
supra
, che avanti a trent’anni il Re non averà bisogno di gente strana
per le guerre, e averà fedeli e sicuri soldati, come ha il Turco, e darà
ammirazione del suo buon zelo alli Indiani, vedendo essi che i loro
fanciulli sono allevati così bene, e non sono accisi come prima, e verranno
facilmente all’obedienza spagnola.

4. Perché quel paese {il Mondo novo} da questo è lontano, è necessario unirlo, ché
senza l’unione l’imperio manca. La prima unione è la buona religione,
però si guardi ogni porto e ogni bocca di fiume con torri grosse, che
non vi entrino li Inglesi a seminar l’eresie, che si perderebbe ogni cosa.

E non si deve cosa fare con più zelo e riverenza appresso a loro che
predicar l’autorità del Papa, acciò essi sempre stiano legati alla religion
nostra, e abbino bisogno, alla vita eterna loro, di pendere da noi.
La seconda unione è il dominio d’un re solo, però se in quel paese
alcun cristiano si sollevasse a farsi re, si perderebbe subito. Non si può
sollevare se non alcun gran barone, massime figlio di quei che hanno con
virtù trovato e acquistato quei paesi, come li figli del Colombo o del
Cortese, ecc. Onde è necessario coloro che fanno queste grandi azioni
premiarli di stato grande in quel paese, ma farli star in Spagna, come sta

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