Tommaso Campanella, Monarchia di Spagna, p. 362

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commende ch’ oggi godono genti oziose, goderebbero questi cavalieri,
e il Turco e il Persiano sarebbe fuor di speranza di far armata in mare,
e così gli altri.

8. A quei che fanno grandi acquisti, come fe’ il Cortese, ecc., non
si devono solo proponere premii d’utilità, che hanno specie d’avarizia,
ma d’onore e fama, perché li rendono venali: ma il primo premio
sia l’onore, con farli trionfare all’usanza romana, entrando in Spagna
con archi trionfali, ove sia pinto il paese occupato, e il modo che
usaro, e con farli una statua, e con metterli nelle figure delle stelle del
Mondo nuovo. Il secondo premio deve essere l’utile, cioè la baronia
principale di quel paese, e il re di quel paese deve in Spagna essere trasportato,
e fatto cattolico farlo barone in qualche luogo, per più grandezza
di Spagna. E per dar fama alli re di quei paesi che non saranno
disfatti come fu Montezuma e Atabalipa e altri caciqui, ma aggranditi
venendo alla fede, perché in vero tal timore li fa armare contra Spagnoli
fieramente.

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