Tommaso Campanella, Lettere, n. 51

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AL CARDINAL GASPARE BORJA Y VELASCO,
VICERÉ DI NAPOLI

Napoli, poco prima del 15 novembre 1620

Illustrissimo e reverendissimo signore,

fra Tomaso Campanella dice che son quattro mesi che non è pagato per
il suo vitto secondo il solito, e si more di fame, e recuperarlo de la cassa militare
l’è assai difficile. Pertanto supplica a Vostra Signoria illustrissima, resti
servita assignarli in Castel Novo, dove si trova preso, le quattro mesate passate
e il vitto suo di tre reali al giorno, per sempre mentre starà preso, che li
siano pagati quando si pagano li soldati: e lo receverà a grazia, ut Deus.

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