Tommaso Campanella, Lettere, n. 80

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A PAPA URBANO VIII IN ROMA

Roma, 24 marzo 1630

Santissimo Padre,

perché, in tante volte che vengo, non trovo chi m’introduca a Vostra
Santità, li mando il presente opuscolo fatto per la necessità del presente
tempo, quando si controverte questo punto, non senza augurio di mutamento.
Appresso li portarò l’opusculo De titulis. Quelli che vengon a dimandare
l’utile loro a Vostra Santità e a l’illustrissimo Barberino hanno introito,
e io, che vengo per servire a l’util publico, non l’ho: per grazia, comandi
che io sia ammesso.

Il Padre Mostro si fe’ dare dal Padre generale l’Ateismo trionfato, approbato
da esso Mostro l’anno passato con due approbazioni, una de parte
del Santo Officio e di qualificatori – quando non volle che io vedessi le qualificazioni,
perché m’esibii a mostrare ch’eran imposture o errori suoi –, l’altra
da parte del Maestro del Sacro Palazzo e del Vicario generale de l’Ordine;
e ora ha reso il libro al teologo di Vostra Beatitudine con tagliarli
le due ultime carte, dove eran l’approbazioni e una particella del libro, e
ci scrisse sotto: «Pagellam ultimam detineo apud me iustis de causis». E
questo è per allungarmi la stampa, e perché dicean ben di me usque ad miraculum;
e mo, dato in reprobo senso con gli odianti gratis, fu consultato a
far così. Pertanto supplico mi sian rendute le carte e non sia strapazzato.

Item, cercano contaminare il signor cardinal Barberino, che non si pigli
informazione contra il tradimento fattomi da loro col Brugiotti a stampar
il libro. Il qual non ha però errore, come lui disse. E perché non sa teologia
recondita, e per malignità, credendosi alienar la voluntà di Vostra Beatitudine
da me, servo suo, e far che mai non stampi; e questo trattano col signor
Cardinale con quella invidia che i patriarchi vendettero Gioseppe e
peggio, e ci mandano altre persone a far questo sotto color di bene. Gli uomini d’ingegno
sono strumenti dell’imperio ecclesiastico, e però il Diavolo cerca alienarli
dal capo della Chiesa con accuse e sospizioni d’eresia e persecuzioni, o
con iuspatroriati e pensioni di principi: e questa è la maggior ruina dello Stato
ecclesiastico, che altri dona quel che è della Chiesa e li rubba gli animi ecc.

Se non è possibile ch’io abbia la Madonna de’ Monti per suo servizio, mi
doni altra chiesa: San Carlo in Corso o la Madonna di Monticelli…

Il dì delle palme 1630.

«Redime me a calumniis hominum, ut custodiam mandata tua».

Fra Tomaso Campanella
[A tergo:] Alla Santità di nostro signore papa Urbano VIII, in sua mano.

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