Tommaso Campanella, Lettere, n. 2
A LORENZO USIMBARDI
ALL’AMBROGIANA PRESSO MONTELUPO
Firenze, 15 ottobre 1592
Molto illustre signor mio sempre osservandissimo,
ho tanto obligo a Vostra Signoria, che non voglio né posso levarmelo,
poich’ogni cosa ch’io facessi sarebbe inferiore di lungi a quello, e sono tale,
qual desidero esser obligato servitore sempre di persone meritevoli.
Non dubbito che continoamente mi
favorisce appo Sua Altezza, così
com’ha fatto in introdurme, e farmi la lettera al Generale e quella favorevole
al
signor Baccio. Il quale m’ha fatto tante cortesie per grazia dì Vostra
Signoria e Sua Altezza, ch’ancora a lui sono
rimasto non poco obligato.
Spero un giorno all’uno e all’altro far conoscere che son buono io
ancora a servire, come
loro in favorirme. Non fa mistiero ch’io la sproni
con prieghi seguiti, poiché la gentilezza propria le fa far più che
chiederei
io. Ho visto la libreria di Sua Altezza, ed è uno stupore del mondo assai
più che si dice. Di questo
scrivo a Sua Altezza: Vostra Signoria mi favorisca
darle la lettera.
Partirò, credo, dimane, ma non passarà l’altro.
Da Firenze, a dì 15 di ottobre 1592.
servitore obligatissimo
mio padron sempre osservandissimo.
All’Ambrogiana.