Tommaso Campanella, Ateismo trionfato, p. 176
perché alle amate sue creature non haverà dato se stesso e ’l
sangue e ’l corpo potendo? Queste cose mi fan vedere la possibilità
e verità dell’eucharestia. Le ragioni di theologi che stia
realmente per conversionem alterius in se; che l’accidenti son
senza soggetto; che ci è la sostanza di Christo ex vi consecrationis
e la corporeità e figura ex concomitantia; che non si frange
il corpo, ma il segno, et altri simili, son belli modi per persuadere:
ma chi non ha charità, mai non intende, e chi ne ha,
basta sentire che ci è sacramentaliter, che vol dire in modo
secreto, che non lo potemo intendere, se Dio non ce lo mostra
con la operatione interna, e così è. Io con le scienze arrivai
al possibile e conveniente.
Se miri poi alli sacrifitii dell’altre nationi, son parte impietà,
parte lordura, sporchezza, grasso di bestie. Le quali Dio
donò al suo popolo «usque ad tempus», come dice Ieremia,
et Ezechiele che «dedit eis praecepta non bona et polluit eos in
muneribus eorum», e lo fece condescendendo all’usanza che
soleano in Egitto sacrificare, e tutte le genti sacrificavano, e per
trattenerli con questa figura fin alla venuta di Christo, dice s.
Clemente, condescese a tali sacrifitii, li quali per sé non erano
possenti a togliere li peccati e placar Dio se non ex devotione et
signo et protestatione, e davano a credere che era gulosità di
sacerdoti, come scrisse Pithagora, che biasmò ogni morte di
animali in sacrifitio et in cena. E Catone si ammirava come li
sacerdoti, quando si vedeano l’un l’altro, non rideano. Interrogato
perché?, rispose perché ci burlano con questi idoli loro, e
sacrifitii, e mangiano e sguazzano, e si doverian ridere che hanno
fatto bella la burla quella matina, come li marioli quando
han fatto qualche furberia incontrandosi si rideno.