Tommaso Campanella, Ateismo trionfato, p. 183
era salito in cielo; e ’l medesimo fece Periandro, uno delli
sette savii.
Numa Pompilio fingea, entro un bosco sacro contemplando,
parlare con la Dea Egeria e con li superi, e poi dava le
leggi a Romani. Pittagora stette due anni sotterrato, e poi
disse che venia dall’inferi, narrò le pene et i premi dell’altra
vita, e pose gran terrore alla gente: seppe dir loro quel che
haveano fatto fratanto, che sua matre o donna consapevole
sola ce lo avvisava. E così donò leggi a Crotoniati in Calabria,
ma non si leggono miracoli di lui, ma ben dottrina mirabile.
Zamolsi fu suo discepolo, e donò leggi a Sciti dentro una
grotta nel medesimo modo. Macometto anche in una grotta
nei monti di Arabia filosofò e scrisse, e donò le scritture
fuori; delle quali racolte fu fatto l’Alcorano a tempo del re
Moavia; finse molti miracoli, e che l’havea dato quelle legi
l’angelo Gabriele. Fu poi aiutato da Sergio monaco ad esser
creduto, e patendo il morbo sacro spesso, dicea che era rapito
dallo spirito divino. E questo è solito morbo di huomini
di grande ingegno, come riferisce Aristotele nelli Problemi,
che ne patio Socrate filosofo, Callimaco poeta, Hercole
heroe: e Scoto theologo si può aggiungere.
Cinghi si finse figlio del sole, e fe’ miracoli a Tartari, e passò
il Caspio sicco pede, come Mosè il Mar Rosso con suoi, e
diede legge in questa guisa.